Crisi vitivinicola in Sicilia Occidentale, a Roma un’Interrogazione Parlamentare per sapere cosa intende fare il Governo e così sollecitare soluzioni.
Il Deputato nazionale Antonio Lombardo del Movimento 5 Stelle ha presentato un’Interrogazione parlamentare sulla crisi vitivinicola della Sicilia Occidentale “per conoscere quali misure il governo nazionale intenda adottare per uscire da questa situazione”, in particolare si rivolge al Ministero dell’Agricoltura.
“Durante l’ultima edizione del Vinitaly – commenta Lombardo – sono emerse notizie positive sui trend del cosiddetto ‘imbottigliato’, ma a questo non corrisponde una ripresa della filiera della produzione. Anzi, oggi i giovani viticoltori combattono per scongiurare l’abbandono dei vigneti. Grandi giacenze sono state immesse sul mercato nel corso dell’ultima annata agraria, dalle cantine di diverse regioni italiane che hanno dichiarato una raccolta con alte rese per ettaro. Diversi dati non sono proporzionati tra regioni. Questo mentre il Testo unico n. 238 consente alle cantine di presentare dichiarazioni di raccolta del vino bianco comune sino ad un massimo di 500 quintali per ettaro di vigneto”.
Pertanto – continua il Deputato 5 Stelle -, i dati di resa dei vigneti in funzione della produzione andrebbero verificati paragonandoli con i dati delle dichiarazioni di produzione delle singole aziende vitivinicole. Ciò consentirebbe di conoscere la somma complessiva delle denunce aziendali di raccolta e di verificare se questa corrisponda ai dati di produzione complessivi per ogni cantina e per l’intera regione di riferimento”.
Da qui la richiesta al ministro di sapere “quali iniziative intenda intraprendere il governo a tutela dei viticoltori, lanciando al tempo stesso alcune proposte: modificare il T.U. 238/2016 disponendo, per il vino bianco comune, il limite massimo di 250 quintali di raccolta per ettaro e un incremento dei controlli per verificare la corrispondenza tra le denunce aziendali di raccolta e il vino complessivamente prodotto; avviare l’iter per richiedere la distillazione degli esuberi per quelle aziende che abbiano superato i 200 quintali per ettaro; predisporre specifici controlli contro i responsabili del cosiddetto ‘zuccheraggio’ dei vini, pratica vietata in Italia”.
“Il fenomeno è preoccupante – conclude Lombardo -, la crisi del mercato e i prezzi bassi del vino prodotto non consentono alla maggior parte delle cantine sociali della Sicilia occidentale di onorare i prestiti relativi dell’anticipazione bancaria su merci, con il rischio di incorrere in gravi sofferenze bancarie e, nei casi più gravi, nel fallimento aziendale. Occorre prendere dei provvedimenti urgenti”.