CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Ieri pomeriggio, presso la Villa Regina Margherita di Castellammare del Golfo, è stato presentato il progetto Castello Lab, da parte dell’Associazione Castello Libero Onlus. L’associazione gestisce dal 2012 un bene confiscato alla mafia sito a Castellammare del Golfo, in contrada Bocca della Carrubba. Nel 2014 ha vinto un finanziamento da parte della Presidenza del consiglio dei Ministri per la realizzazione del progetto “Da cosa nostra a casa nostra” grazie al quale è stato possibile ristrutturare il bene ed avviare una serie di laboratori che hanno trasformato l’immobile in un centro di aggregazione giovanile.
L’incontro è stato aperto dall’ Avv. Domenico Grassa che, dopo i saluti di rito del Sindaco Rizzo di Castellammare del Golfo, ha ceduto la parola ad Ornella Navarra, responsabile dell’Associazione. “Le attività avviate in questi anni – spiega Ornella Navarra – trovano naturale continuità nella realizzazione del progetto Castello Lab. Grazie ad un finanziamento di poco più di 43 mila euro sarà possibile mettere in atto 4 diversi laboratori: memoria ed impegno, agricoltura biologica, beni confiscati e contrasto al gioco d’azzardo patologico sono i temi che verranno affrontati. Per la realizzazione del progetto è stata costituita un’Ats tra l’associazione Castello Libero Onlus, l’associazione Kimera, l’Enpa sezione di Partinico ed il Comune di Castellammare del Golfo”.
Subito dopo la presentazione del progetto Castello Lab, la platea ha potuto assistere a due interventi formativi da parte di Salvatore Inguì, Direttore USSM Palermo, e Antonino Giorgi, docente Università Cattolica di Brescia.
Nella testimonianza di Salvatore Inguì si è messo in luce come le mafie illudono i minori raccontando che la mafia è una cosa bella. “Occorre intervenire sui minori – commenta Inguì – trovando il modo di essere più seducenti rispetto alle mafie. Dimostrare che la mafia non da lavoro e non porta con se quell’insieme di valori e rispetto”.
Su un altro aspetto si è concentrato il Prof. Antonino Giorgi: quello delle vittime delle mafie. Giorgi sottolinea il dramma di molti familiari che si ritrovano in un primo momento vittime delle mafie e in una seconda fase in stato di abbandono da parte dello Stato e delle istituzioni.
A conclusione dell’incontro sono state fatte tante domande da parte dei ragazzi presenti in platea, ai relatori e all’Associazione Castello Libero, mostrando una particolare sensibilità al tema e all’impegno dell’Associazione sul territorio.