Ipotesi patteggiamento per la consigliera comunale di Erice e per il marito indagati nell’ambito dell’indagine che ha portato all’arresto dell’ex assessore Catalano
E’ fissata per il prossimo 24i settembre l’udienza preliminare dinanzi al gup del Tribunale di Trapani, giudice Emanuele Cersosimo, per la richiesta di rinvio a giudizio a firma del pm Belvisi e che ha raggiunto la consigliera comunale di Erice Francesca Miceli e il di lei marito Fabio Grammatico. Per la Procura i due rispondono del reato di corruzione. L’indagine è quella che vede come principale indagato l’ex assessore Angelo Catalano, oggi tornato libero dopo un lungo periodo trascorso ai domiciliari dopo l’arresto eseguito dai carabinieri lo scorso febbraio. E’ stata stralciata dal pm Belvisi la posizione di Catalano che nella misura cautelare firmata dal gip giudice Caterina Brignone è anche chiamato a rispondere in concorso nel reato di corruzione assieme alla Miceli e Grammatico. Una vicenda singolare: su richiesta della Miceli, Catalano, all’epoca assessore in carica e vice sindaco, avrebbe disposto all’impresa “Studio due costruzioni” di Girolamo Poma, di sospendere dei lavori commissionati dal Comune di Erice, per andare a rimuovere una barriera architettonica che ostacolava l’ingresso dei clienti nel bar gestito in via Cosenza da Fabio Grammatico, marito della consigliera comunale. Per pm e gip si è trattato di esecuzione di opere del tutto di interesse privato: il “patto” sarebbe stato quello di ottenere in aula consiliare dalla consigliera comunale Miceli, il voto favorevole al piano rifiuti proposto dall’amministrazione. I due indagati, difesi dall’avvocatessa Donatella Buscaino, sembra vogliano chiedere il patteggiamento, disponibili, pare, a risarcire il Comune del danno arrecato. Il Comune di Erice peraltro è stato individuato dalla Procura come parte offesa.