Un omicidio che ha fermato il sorriso di un uomo, ma ha scatenato il “sorriso” anche di chi lo nascondeva. Avete ucciso Don Pino Puglisi, ma non le sue azioni.
Avremmo preferito un Don Pino vivo e che agisse, come agiva, con il sorriso, un’arma forte, per combattere la cultura mafiosa e gli interessi corrotti, ma, purtroppo, possiamo solo ricordare un “eroe” morto. Una morte che ha comunque rivoluzionato la lotta alle mafie, perché l’uccisione di una personalità come quella di Don Pino non poteva passare inosservata, infatti nell’ambiente dove operava, ha creato una reazione di forte e sincero dolore. Sentimenti che si sono riscontrati anche tra coloro che pur non essendo mafiosi, a causa della povertà rischiavano di ritrovarsi imbrigliati nelle maglie soffocanti della mafia. Un’altra reazione importante è stata quella della Chiesa, che non poteva più sopportare che corrotti e assassini si professassero cattolici, quindi ha chiarito che chi uccide e chi si arricchisce sulla pelle della gente non può dirsi credente, dando ancor più forza alle parole dure di Papa Wojtyla, in quel maggio del 1983, al termine dell’omelia della messa celebrata nella Valle dei Templi, quando ha gridato: “Convertitevi”.
Un “eroe”, ma la cosa che più, ancora oggi, stupisce è che realmente i morti nelle fila della magistratura, della politica, della chiesa, del sindacato, ecc… non erano degli eroi, ma solo persone che facevano il loro dovere, cioè portavano avanti principi e regole che in un Paese normale non dovrebbero essere considerate eccezionali. E’ chiaro però che la normalità non fa proliferare il potere personale e la corruzione, che rimpinguano le tasche anche di certi notabili, che fanno parte di quella zona d’ombra fatta, non di assassini con pistole o simili, ma di finanza e di economia in generale.
Questo fa capire che il vero potere mafioso ha sempre meno bisogno del semplice braccio armato, ma più del “braccio armato di soldi”, ma Don Pino ci ha indicato una via da seguire fatta di sorrisi, cultura della legalità, normalità e caparbietà, aspetti che fanno tanta paura a coloro che vorrebbero arricchirsi sulla pelle della gente normale, impoverendola sempre di più e quindi rendendola più corruttibile e controllabile.
Tocca a noi far si che la morte di Don Pino Puglisi, come degli altri eroi, sia motivo di rinvigorire la lotta contro le ingiustizie, semplicemente facendo il proprio dovere, ma ispirati da quei principi forti che Don Pino e gli altri hanno rappresentato e rappresentano, non scordiamoci “Non li avete uccisi, le loro idee camminano sulle nostre gambe”.