Le abitazioni della Via Sampolo di Palermo sono abusive perché costruite su Regia Trazzera; per vendere un appartamento occorre prima pagare alla Regione il terreno usurpato e poi stipulare l’atto di vendita. Sono 11 le Regie Trazzere che percorrono le vie Palermitane. E’ pura verità ?
di Antonino Messana
Con mia sorpresa il 5 giugno scorso mi hanno sottoposto all’attenzione la sottostante pagina della cronaca di Palermo del Giornale di Sicilia ove ho letto che “ I palazzi sulla trazzera degli ex re. Si paga pure dopo 50 anni”. La notizia mi ha colpito tanto che ho dovuto approfondirne il contenuto,stimolato peraltro da un lettore amico abitante proprio nella Via Sampolo.
Senza indugio ho richiesto ed acquistato presso l’Istituto Geografico Militare di Firenze la sottoelencata pianta di Palermo del 1818:
(N:34338) PIANTA DELLA CITTA’ DI PALERMO E SUOI CONTORNI DEDICATA A S.A.R. IL PRINCIPE DI SALERNO NELL’ANNO 1818. DAL SUO UMILISS.O ED OSSEQUIOSS.O SERVITORE GAETANO LOSSIEUX. CARTE E STAMPE ANTICHE: PIANTE DI CITTACARTE E STAMPE ANTICHE, COPIA IN PRONTA CONSEGNA DI ELEMENTO DI CARTOGRAFIA STORICA INSERITO NEL CATALOGO DEI PRODOTTI IN VENDITA A29; REALIZZATO DALL’ORIGINALE CONSERVATO PRESSO L’ISTITUTO GEOGRAFICO MILITARE. Docum. n. 19. Foglio unico montato su tela, tratto da incisione su rame eseguita da T. Lomastro con scritture di Marco di Pietro. Bella pianta corredata di ricco elenco numerico delle costruzioni, vie, piazze, ecc.. La scala grafica è calcolata in miglia siciliane. FILE: CA007297 Stessa carta in appartenenza alla Biblioteca.
Ricevuta la mappa e dopo aver studiato attentamente l’articolo del giornale e la stessa mappa, arrisico un commento che coprirà qualche puntata purtroppo lunga per l’annessa documentazione.
Non faccio soffrire di ansia gli abitanti della Via Sampolo perché pubblico con immediatezza in basso la carta IGM sopra descritta, ove possiamo costatare che nel 1818 la zona portuale della città di Palermo era deserta e la Via Sampolo non esisteva. A tal proposito anticipo lo stralcio della mappa riservandomi un approfondimento successivo, anche perché di recente ho reperito altri documenti. Ecco lo stralcio: nella parte alta della mappa è segnata con una croce viola un’area che rappresenta il giardino Inglese;la lunga linea rossa rappresenta la muraglia di cinta che chiude la città; Il punto verde è un’area libera, priva di strade.
Passo al commento dell’articolo del Giornale di Sicilia, iniziando dai titoli.La prima frase – “I palazzi sulla trazzera degliex Re”- lascia capire al grande pubblico che l’intera odierna Via Sanpolo e le altre strade che la innestano fino a raggiungere la località di Mondello erano nei passati millenni Trazzere armentizie di proprietà appartenente alla corona. Peraltro il suddetto titolo è preceduto in alto dalla seguente frase: “Abusivi involontari, richieste di riscatto”.
Infine leggiamo:
Azzardo un’interpretazione di chiarimento, seguendo i miei studi pubblicati da alcuni anni in questa rubrica. Affermo subito che il cronista Connie Transirico intende informare i Palermitani che: 1) la Via Sampolo nei millenni passati era una Regia Trazzera,riservata al passaggio anche degli armenti e del bestiame in genere; 2) per tale motivo la strada doveva essere larga canne 18 e palmi 2, corrispondenti a m.37 e cm. 68 (per permettere il passaggio nei due sensi opposti a non meno di mille pecore); 3) Considerato che l’attuale larghezza è inferiore alla ufficiale larghezza delle trazzere armentizie,qualcuno nel passato l’ha usurpata e poi costruita; 4) adesso l’ex Ufficio Trazzere richiede il riscatto anche dopo 50 anni, tanto che un Notaio ha rifiutato un atto in assenza della legittimazione del suolo usurpato e poi costruito.Sicuramente questa notizia giornalistica ha aperto una prima porta, tanto che in seguito ed a catena si apriranno numerose altre porte perché nella città di Palermo sono state disegnate 11 Regie Trazzere di larghezza m. 37,68. Osservo subito che la presenza delle mura di cinta che chiudeva anticamente ciascuna città esclude a priori la presenza di strade armentizie larghe per buona fortuna quasi m. 38. Tuttavia mi preme citare quanto ha già scritto l’Architetto Santagati a tale proposito:
“…Nel concludere è giusto fare presente che, oltre alle Regie Trazzere, esistevano anche altre tre tipi di trazzere, il più delle volte appartenenti ai demani comunali e colleganti quindi località minori, le cui larghezze legali erano di 12 canne (m 24,77), 6 canne (m 12,38) e 3 canne (m 6,19). A volte, in realtà, erano le stesse Regie Trazzere che, in prossimità dei centri abitati, riducevano la loro larghezza specie nell’attraversamento degli abitati riducendosi a viottoli non più larghi di 3-4 metri, mentre la larghezza massima veniva mantenuta praticamente solo in campagna. Si ritiene, comunque, che la reale larghezza della trazzere variasse ben più di quanto volesse la legge. In pratica solo le trazzere prevalentemente dedicate alla transumanza, e solo nei tratti dove fosse possibile, in aperta campagna, arrivavano alla larghezza canonica di m 37,68. Altrimenti la larghezza si limitava, anche per le trazzere più importanti ed anche fuori città, a non più di 3,00-4,00 metri e comunque tale da permettere solo il passaggio incrociato di due animali carichi”.
Continuando il commento dell’articolo, la strada essendo proprietà demaniale è imprescrittibile e non usucapibile; gli “abusivi involontari”: i costruttori hanno edificato nella Via in “buona fede” perché nessuno di loro, in possesso delle licenze comunali, era stato avvisato che quella era una strada armentizia di larghezza di metri 37,68. Quest’ultima notizia era ignota anchedagli uffici tecnici comunali che hanno concesso licenze, concessioni e autorizzazioni.
Adesso i proprietari innocenti devono pagare il riscatto senza via di scampo, perché tutte le costruzioni in detta Via Sampolo per un decreto assessoriale degli anni ‘50, sono abusive. Pertanto i suddetti proprietari anchedopo 50 anni dall’acquisto in buona fede, devono sborsare alla Regione la parte di larghezza di strada usurpata fino alla concorrenza della originaria larghezza di m. 37,68.Il cronista conferma che solo in occasione di una “vendita di una casa” si scopre che la Via San Polo è una Regia Trazzera classificata tale come patrimonio regionale armentizio e non come via pubblica.
Mi sembra opportuno introdurre il corretto significato di Regia Trazzera o Via Regia. Rammento che le vie denominate “regie” risalgono all’epoca romana ed erano tutte quelle strade costruite con pubblico denaro ( Vedi capitolo VIII-parte IV, pubblicato il 26 gennaio 2019). Nella nostra Sicilia esistevano le seguenti strade costruite dai Romani, ricavate dalla “Tabula Peutingeriana” e “dall’Itinerarium di Antonini”.La cartina che riporto rappresenta la “Tabula” sopra citata; riproduce la Via Valeria che chiaramente è una“Via Regia” tramandata ai nostri tempi. Osservando l’angolo in alto da destra verso sinistra, si leggono: Messana, Tindareo, Agatinno… Thermis, Solunto e Panormo, Segesta, Drepanum, Lilybeo, al centro la Catania-Termini che passa per Enna e infine, la Siracusa-Agrigento che attraversa Hibla (Vedi capitolo I-parte III, pubblicato il 20 giugno 2015).
Come argomento di Storia stradale palermitana è utile rievocare il manoscritto del Marchese di Villabianca, custodito dalla Biblioteca comunale di Casa Professa di Palermo. Riporto qui sotto la copertina dell’opuscolo ed alcuni brani in originale e per facilitarne la lettura ho trascritto i brani. La copertina riproduce la carta della Sicilia con gli itinerari delle strade costruite dai Romani.
Riporto un primo commento del Villabianca per la mancanza assoluta di strade in tutta la Sicilia e di auspicio per la costruzione di nuove strade, mettendo in evidenza che sono stati i Greci e i Cartaginesi a tracciare le strade selciate (sentieri) e poi i Romania costruire le vie per motivi bellici. Cessato l’impero quelle strade furono abbandonate e decaddero. La Sicilia non ha più strade e solo il Parlamento siciliano nel 1778 delibera la costruzione delle strade (Vedi capitolo IV-parte I, pubblicato il 30 aprile 2016).
“…Con tutto che nella città dell’antica Grecia fiorito ni avessero le Selciate di strade per salutar dalli fanghi i pubblici i cammini pubblici pur tuttavia nella Sicilia li Primi che nela Sicilia introdussero furono i Cartaginesi. Li Romani ce le mantennero né loro tempi, cessati questi in decaderono. Queste strade di fatto furono la Valeria, la Pompeja, la Elorina. Di esse ma per disgrazia nostra non c’è ne rimane altro che la ricordanza del solo nome ne Romani fatti la Sicilia che il può negare che sinora delle più belle parti dell’Italia, se non dico l’onore della medesima perle nobilissime don che a lei fù adonar la natura ma per punto di Strade si può dir miserabile perché ni di è avuta per esse una detestabile sempre….Buon sperò che ove a tempi nostri ci…il buon gusto di ornarci di tale pregio mercè le strade novelle del Regno che fin dal 1779 sono state qui instituite. E’ verità che se ne trovano fatte la minima parte (pag. 6) ma in appresso si spera di farne il resto giacché ne restano innamorate le Università dal percepire i commodi commercio e di persona. E può essere inappresso che il nostro paese così pratticando, non invidij la dove alla sua Madre…siccome ne pure all’Inghilterra, Francia, Spagna, Germania, Olanda, Svezia, Danimarca, ecc.,..ci sentono piacere e non pena nel fare le loro corse…
Osserviamo adesso che la Sicilia cade in disgrazia, essendo trattata da provincia (napoletana) e tutti i governanti del passato sono stati oscurantisti. Solo nel 1550 il vicerè Di Vega fiorì senza lasciare alcuna memoria. Ecco il documento:
Porta intanto la disgrazia del Paese, che essendo la Sicilia trattata di Provincia della Corona, i di lei Governanti procurano a scurare l’una con l’altro la sua persona. Ciò che di buono fù da uno istituito, non solo non è seguitato dal Successore, ma ancora si pensa à rovinarlo per così dove luogo all’invidia di non più vedere la lasciava facente memoria: al fu Vice Re Giovanni di Vega che fiorì nel 1550 tra le tante opere, che molto utili destinò pel pubblico, fu quella di aver fondate alcune strade nel Regno. Di queste però non se ne sa oggi la distinzione a causa, che essendo inseguitate, il Tempo fù à degradarle, riducendole all’antico lor stato della primiera infelicità. Vedasi l’Auria Cronologia del Vicerè anno 1550. F.42– (pag. 8).
Infine riporto lo stralcio della carta della Sicilia con le strade costruite dai Romani, per evidenziare con segni colorati tutte le Vie che si allacciano alla città di Palermo. Da ricordare che l’opera del Villabianca porta la data del 1788.
Stando così le cose, come ha potuto creare l’Ufficio Trazzere 11.500 Km. di strade armentizie? Occorre molto coraggio e predeterminazione maligna e spietata per una simile invenzione.
Adesso purtroppo mi dilungherò nei particolari sulla “Via Valeria”che ritengo argomento propedeutico e fondamentale per annullare tutte le undici Regie trazzere che assillano la città di Palermo. Per tale motivo il commento del Giornale di Sicilia continuerà con un’altra puntata.
LA VIA VALERIA: MESSANA (Trajectus)-DREPANUM-LILYBEO (segnata con tratti di penna di colore azzurro).
Il più importante itinerario romano in Sicilia è certamente quello da Messana a Lilybeo, costruita nel 210 a. C., denominata Via Valeria (come suggerito dal Mommsen) dal nome del Console Marco Valerio Levino che era il proconsole della provincia Siciliana.
Il suo percorso e le sue distanze tra le città sono riportate dalla Tabula Peutingeriana che abbiamo visto sopra, peraltro la strada si manteneva sempre a pochi chilometri dalla costa settentrionale.Il suo percorso è pure confermato dall’Itinerarium Antonini e la via è segnata dalle seguenti mutationes: Drepanis, Aquis Segestanis sive Pincianes, Parthenico, Hiccara, Panormo, Solunto, Thermis, Cefalodo, Haleso, Caleade o Caliate Solusapre, Agatinno, Tindaride, Messana, Trajectus (porto adatto al traghettamento. Vedi capitolo I-parte IV, pubblicato il 25 luglio 2015). A tal proposito anticipo che il suddetto percorso da Trapani a Palermo è perfettamente uguale alla Regia Trazzera n. 452 disegnata dall’Ufficio Trazzere.
Questa “Via Valeria” che entra in provincia di Palermo in territorio di Partinico, attraversando Montelepre e Portella S. Anna, raggiunge San Martino delle Scale, scende a Boccadifalco, continua per la Via oggi denominata Pitrè e Cappuccini e termina a Piazza Indipendenza. Quindi la strada “romana consolare” di larghezza appena palmi 40 corrispondenti a m. 10,32, per opera laboriosa dell’Ufficio Trazzerediventa strada armentizia larga quasi m. 38. L’argomento lo riprenderò tra poco mostrando la “Relazione di Demanialità” che riconosce che la R.T. 452 è strada consolare. Per altro verso le città indicate nella “Relazione”sono perfettamente identiche alla Tabula Peutingeriana ed al percorso di Antonini.
L’unica strada romana che attraversa il territorio di Palermo è: laVia Valeria. Invece,LA VIA AGRIGENTUM-PANORME termina all’ingresso di Palermo e LA VIA DA CATINA A TERMIS si collega in territorio di Termini con la Via Valeria. Ripeto che queste strade e le altre descritte da ultimo dal Villabianca sono le autentiche Vie Regie, larghe appena palmi 40, cioè m. 10,32. La storia nega che fossero strade armentizie adatte alla transumanza sia pure estiva.
Come sopra anticipato, per la città di Palermo cade propizio il percorso della Regia Trazzera n. 452 disegnato dall’ex Ufficio Trazzere e descritto nel Decreto assessoriale e “Relazione di Demanialità” .
Ecco il Decreto.
In primis ho sottolineato in rosso “titoli inoppugnabili”, contenuti ed elencati nella “Relazione di demanialità” predisposta dall’Ufficio Trazzere come supporto del decreto stesso. Tale affermazione è falsa per due motivi. La falsità del primo motivo viene dimostratadall’articolo 113 della Costituzione che recita: Contro gli atti della pubblica amministrazione è sempre ammessa la tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi legittimi davanti gli organi di giurisdizione ordinaria o amministrativa. Segue al secondo comma che: “Tale tutela giurisdizionale non può essere esclusa o limitata…”.
In secondo luogo quella “Relazione”, ripeto, citata dal decreto in parola, non riporta alcun titolo che comprova una trazzera armentizia larga m. 37,68 corrispondente a canne 18.2. A breve riporterò alcuni stralci originali della “Relazione” ove leggeremo ripetutamente che la R.T. 452 Trapani-Palermo è una “strada consolare”. Leggeremo pure in più parti “Trazzera Regia, Strada Regia, Strada Antica”. Questi termini sono chiari perché sia “trazzera regia” e che “strada regia” indicano le “Vie Pubbliche” che Ruggero II (1127) chiamò “Regalie” (Vedi capitolo V-parte I, pubblicato il 1° aprile 2017). In questo caso potrebbe essere forviante la parola trazzera. Ma i Rescritti Reali hanno chiarito pure che tutte le strade di Sicilia vengono chiamate trazzere per indicare una pubblica via. Ecco un primo Rescritto del 1832 ove leggiamo la seguente frase: “che le antiche vie pubbliche dette trazzere regie in Sicilia”.
Inoltre abbiamo letto che, per favorire la costruzione delle nuove strade rotabili le trazzere potevano essere vendute, censite o reintegrate in via esecutiva. Il libro è custodito dalla Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele di Napoli. Ne discende che la Via Valeria è una Via pubblica regia originariamente larga appena palmi 40, ribattezzata dall’Ufficio Trazzere come “Regia Trazzera armentizia”.
Per altro verso, il decreto in parola dichiara semplicemente l’appartenenza della strada al demanio regionale senza alcun riferimento che trattasi di strada armentizia di larghezza m. 38 circa, ignorando del tutto l’articolo 822 del Codice Civile. Ecco l’articolo stralciato per brevità:
Art. 822 Appartengono allo Stato e fanno parte del demanio pubblico il lido del mare [942], la spiaggia, le rade e i porti; i fiumi, i torrenti [945], i laghi e le altre acque definite pubbliche dalle leggi in materia; le opere destinate alla difesa nazionale.
Fanno parimenti parte del demanio pubblico, se appartengono allo Stato, le strade, le autostrade e le strade ferrate; gli aerodromi…;
Considerata la norma del Codice Civile che le strade statali sono demaniali, sicuramente per una via consolare non occorreva alcun Decreto Assessoriale. Il decreto invece era necessario se quella strada per la sua larghezza poteva essere dichiarata armentizia. Infatti, le vie pubbliche sono ben diverse dalle trazzere armentizie, come afferma la vecchia dottrina trazzeriale (in particolare Antonino Lopresti seguita dai recenti studi di Luigi Santagati), le leggi in vigore e infine la seguente sentenza dalla Corte di Cassazione (Vedi capitolo X-parte I, pubblicato l’8 giugno 2019):
Adesso risulta chiaro ed ineccepibile l’impossibilità di coesistenza di Km 11.500 di trazzere accanto alle strade pubbliche. Con le mappe dell’Ufficio Trazzere tutte le strade della Sicilia sono oggi patrimonio armentizio della nostra Regione.
Mutatis mutandis i Regi decreti legge del 1923 e del 1927 ordinano che l’accertamento delle Trazzere (distinte dalle Vie pubbliche)devono essere comprovate da titoli probatori, carte descrittive, tracce ecc.. Quindi ne discende che per le leggi italiane non occorre provare la demanialità della strada, ma deve essere comprovata la strada armentizia larga quasi m. 38.Per altro verso il titolo del Regio Decreto del 1923 qui sotto riportato, detta norme comuni per i Tratturi di Puglia e le Trazzere di Sicilia. Quindi risulta chiaro e senza ombra di dubbi che il legislatore intende regolamentare le Trazzere riferite alle strade armentizie, peraltro del tutto equiparate ai Tratturi di Puglia ben e distinte dalle Vie pubbliche. Infatti solo le strade armentizie pretendono una larghezza molto ampia di metri 37,68 allo scopo di far transitare 1.000 capi di pecore nei sensi opposti, mentre la via pubblica è larga appena m. 4 adeguata alpassaggio di due carri sempre nei due sensi opposti.
Ecco i titoli e i decreti legislativi del 1923 e del 1927 citati come fondamento del Decreto Assessoriale n. 299/452 del 2 marzo 1954.
R.D. 30 dicembre 1923, n. 3244 (1). Passaggio dei tratturi di Puglia e delle trazzere di Sicilia dalla dipendenza del Ministero delle finanze a quella del Ministero dell’economia nazionale (2). (1) Pubblicato nella Gazz. Uff. 12 marzo 1924, n. 61. (2) Ora, dell’agricoltura e delle foreste. 1. I tratturi di Puglia e le trazzere di Sicilia continuano ad essere di demanio pubblico dello Stato e passano dalla dipendenza diretta del Ministero delle finanze a quella del Ministero dell’economia nazionale (3). (3) Ora, dell’agricoltura e delle foreste. 2. In base ai titoli probatori, carte descrittive, elenchi, tracce esistenti sui terreni ed ogni altro possibile elemento saranno eseguiti l’accertamento, la revisione della consistenza e la conseguente reintegra di tutti i tratturi, tratturelli, bracci e riposi del Tavoliere e di tutte le trazzere di demanio pubblico dello Stato, allo scopo di procedere alla loro sollecita, definitiva e migliore destinazione che dovrà effettuarsi nelle forme seguenti e compiersi nel termine di anni 10 a decorrere dalla data del presente decreto (4). (4) Termine soppresso dal R.D.L. 22 febbraio 1937, n. 292.
- I tratturi e le trazzere, che saranno conservati a norma del primo comma del precedente art. 3, continueranno ad essere amministrati dallo Stato. Le strade rotabili, che sul loro percorso saranno ritenute indispensabili a parere della competente Amministrazione dei lavori pubblici, e verranno costruite coi fondi di entrata di cui al successivo art. 17, saranno dichiarate provinciali, comunali e vicinali, secondo i criteri e le procedure della legge 20 marzo 1865, n. 2248, allegato F sulle opere pubbliche e dei relativi regolamenti, e saranno consegnate ai rispettivi Enti e Consorzi, perché provvedano alla loro manutenzione.
REGIO DECRETO 29 dicembre 1927, n. 2801
Approvazione del regolamento per l’assetto definitivo dei tratturi di Puglia e delle trazzere di Sicilia. (027U2801) (GU n.49 del 28-02-1928 )
Dopo questa premessa e ritornando alla Via Consolare abbiamo la certezza che è una Regia Via non maiuna Trazzera armentizia larga m. 37,68.Sostenere come ha scritto l’ex Ufficio Trazzereche la R.T. n. 452 è una Via Consolare e poi scambiata per Regia Trazzera armentizia supera e sconfina il dettato delle leggi (Vedi capitolo X-parte I, pubblicato l’8 giugno 2019).La mappa Peutingeriana e l’Itinerarium di Antonino costituiscono prove diaboliche e confermano che la suddetta R.T. n. 452 Trapani-Palermo è un’autentica strada romana larga palmi 40, corrispondente a m. 10.32. Risulta chiaro che l’Ufficio Trazzere ha accertato ed allargato solamente una Via Pubblica violando, ripeto, le leggi in vigore con la complicità del Decreto Assessoriale.
Anche la carta della Sicilia del Villabianca mostra non solo la Valeria ma tutte le altre strade costruite dai romani. (Vedi capitolo I-parte V, pubblicato il 12 settembre 2015); la Via Selinuntina, la Via Elorina e la Via Catina a Thermis (Vedi l’intero capitolo I del 2015).
Adesso mostro alcuni stralci originali della Relazione di Demanialità.In basso leggeremo quanto appresso: Relazione dimostrativa della demanialità della TRAZZERA TRAPANI-PALERMO, così descritta: “La trazzera ha inizio nel sito dell’antica Porta Austriaca in località Marinella Cavallacci in Trapani. Ha termine a Piazza Indipendenza in Palermo”. Il Percorso da Portella S. Anna e Boccadifalco non risulta eseguito con trasformazione in strada rotabile (S.S. 113).
Riporto subito i percorsi della trazzera limitati alla in provincia di Trapani fino a Castellammare perché detta trazzera come strada armentizia non è riconosciuta tale da una perizia del 1788 redatta dall’agrimensore Girolamo Vairo e da un documento del Comune di Castellammare del 1787.
Dopo la descrizione dei percorsi della strada in parola e delle relative contrade per ciascuna città, la Relazione di Demanialità si addentra negli atti probatori. Leggiamo con immediatezza che “ la demanialità (non la trazzera armentizia) è comprovata dai seguenti titoli: Relazione dell’Ing. Girolamo Vairo della Regia Sopraintendenza Generale che certifica la larghezza della trazzera in palmi 40, leggeremo pure strada consolare e strada antica che ne provano la inutile demanialità. Ecco i due stralci:
Per questo territorio di è interessante introdurre la perizia dell’agrimensore Vairo incaricato dal Maestro Segreto Marchese Buglio il 6 luglio 1788 dopo la “Consulta del 1° febbraio 1788, il Dispaccio patrimoniale del 7 marzo 1788 e il motivo fiscale del 15 aprile 1788 (Vedi capitolo V-parte IV, pubblicato il 16 settembre 2017).
Da quest’altro brano apprendiamo che da ponente principiando dalla Tonnara di S. Giuliano distante solo un miglio da Trapani fino alle Croci di Castellammare non ci sono vie pubbliche e Regie Trazzere che collegano altra popolazione
Dal Ponente e dalla Tonnara di S. Giuliano inclusive, contigua un miglio della città di Trapani, e questa così dal ponente, per tutta
Adesso leggeremo che da levante fino a ponente dalla parte meridionale che comincia dal Convento di Maria SS. di Trapani fino al fiume di Calatafimi, in questo territorio circonvallato da unica Trazzera e Via Regia con termine dal suo principio (cioè dal Convento di Maria SS.) fino al feudo di Fastajazza e da questo fino al fiume di Calatafimi che prosegue per Alcamo che continua (per Partinico, Montelepre, S. Martino delle Scale, Monreale, Palermo (termina via litorale a Messina). L’originaria larghezza di questa unica Trazzera e Via Regia è di palmi quaranta ristretta a palmi venti.
Altra conferma con documentazione originale che la R.T. 452 non è una strada armentizia.
Infine il Comune di Castellammare in 12 agosto 1787 ci informa che in tutto il territorio non esistono Regie Trazzere, ma Vie Pubbliche.
“Qui non vi sono state mai regie trazzere perché vi hanno e si chiamano che vie che conducono sui collegati paesi, or se queste vie debbonsi ridurre a trazzere bisogna che diversi luoghi di stabili particolari con tutti gli alberi restassero fuori con notabili interessi de detrimento dei singoli”.
Forse occorrono altri documenti o altre prove per riconoscere che la strada in parola non è Regia Trazzera di m. 37,68? Anche l’Assessore del dipartimento può replicare o revocare il decreto.
Adesso è la volta delle percorrenze da Trapani a Palermo. Mi astengo di commentare gli altri percorsi della provincia di Trapani, commenterò soli alcuni percorsi della provincia di Palermo. Per Monte San Giuliano segnalo il sottostante volume del 1867 custodito dall’Archivio Storico Municipale Erice (Vedi capitolo VIII-parte I, pubblicato il 27 ottobre 2018).
Archivio Storico Municipale Erice-Elenco e classificazione delle Vie comunali di Monte San Giuliano.
Riapro il discorso con le percorrenze della R.T. 452 con Partinico ultima città della Provincia di Palermo confinante con Alcamo anch’essa ultima città della Provincia di Trapani.
Abbiamo letto che la Trazzera in parola dopo Alcamo attraversa i seguenti territori riportando pure le contrade: Partinico, Giardinello, Montelepre, Carini, Torretta, Monreale, Palermo. Da tenere presente che il percorso delineato dall’Ufficio Trazzere è perfettamente identico alla Tabula Peutingeriana sopracitata.
Passiamo agli “Atti Probatori”.
Già in territorio di Trapani abbiamo letto “strada consolare” e “antica strada o trazzera che conduce a Palermo.
Adesso evidenzio gli atti probatori della provincia di Palermo principiando dalla Città di Partinico.
In questa pagina abbiamo letto “pubblica trazzera, trazzera di Valguarnera, strada pubblica, via vecchia, trazzera detta della Nocilla, ampia trazzera che va da Montelepre a Partinico”. Infine leggiamo una misura di lunghezza m.4 (ritengo che sia una misura di larghezza; neanche un cortile è lungo m. 4)
Per quanto riguardano la “Nota Prefettizia” e la Pianta Topografica” citate nei punti 50 e 51, occorre richiedere la documentazione all’Ufficio Trazzere per controllare se detti usurpi riguardano la via consolare per Palermo. Tuttavia faccio presente che il territorio di Partinico non è menzionato sia nell’elenco delle trazzere usurpate della provincia di Palermo filza 1693, che nell’Indice Collettivo filza 1705 sotto riportati. Infine abbiamo letto ancora un volta “vecchia via pubblica”.
Archivio di Stato (Gancia di Palermo-Rami e diritti diversi filza 1693)
Archivio di Stato Gancia di Palermo-Rami e Diritti diversifilza 1705.
Mi astengo di commentare le successive pagine della “Relazione” in parola perché la “tiritera” è monotona e sempre la stessa (trazzera, regia trazzera, pubblica via, via antica per Palermo, ecc..). Lascio i propositi al pazienzioso lettore.
Dopo tanta pazienziosa lettura dei suddetti titoli probatori inoppugnabili, come abbiamo letto nel Decreto Assessoriale, possiamo affermare senza alcuna remora che detta “Relazione” comprova la inutile demanialità della strada che costituisce un’aggiunta al dettato del Codice Civile, ma non comprova la trazzera armentizia larga m. 37,68. Infatti non è stato riportato nessun titolo, nessuna carta descrittiva e nessuna traccia riferite alle millenarie trazzere che sono state equiparate ex lege ai tratturi (Vedi capitolo II-parte IV, pubblicato il 5 marzo 2016). Al contrario abbiamo visto la mappa Peutingeriana, l’Itinerarium di Antonini, la perizia Vairo, la nota di Castellammare, la stessa Relazione di Demanialità che con parole inequivocabili confermano la Via Consolare come Via Regia e non come Trazzera armentizia.
Adesso la nostra causa ce la difende Vincenzo Mortillaro Marchese di Villarena con il suo Archivio Cartografico datato 1837-1853. In basso riporto le mappe di Partinico, Borgetto e Torretta.
La Via Consolare la leggeremo nella pianta di Torretta. L’archivio del Mortillaro che ho consultato non riporta con mia meraviglia le città di Montelepre e Carini. Le mappe appena citate sono interessanti perché si leggono i tracciati delle strade che ho sottolineato per facilitare l’attenzione.
Propongo adesso la mappa disegnata dall’Ufficio Trazzere per il tratto confine di Alcamo-Palermo
Infine propongo la carta di Samuel von Schmettau del 1720 (ordinata dal governo Austriaco durante l’occupazione in Sicilia degli d’Asburgo d’Austria 1719-1734)depositata presso la Biblioteca Nazionale di Vienna e rielaborata da Liliane Doufur nel 1996. Osserveremo nuovamente che il percorso che ho segnato nella carta sottostante con un tratto di colore verde è perfettamente identico sia ai percorsi Romani della Tabula Puetingeriana e dell’Itinerarium che al percorso sopra disegnato dall’ex Ufficio Trazzere. Pertanto nessuno può dubitare che è una Regia Via, ma abbiamo pure la certezza assoluta che non è una strada armentizia.
Per altro verso e come fonte giurisprudenziale riporto lo stralcio della sentenza della Corte di Appello di Palermo che nega la Regia Trazzera come strada armentizia e riconduce il tracciato della Regia Trazzera Trapani – Palermo alla vecchia via consolare ed alla via della posta. Condanna l’appellante a rifondere le spese.
Mi sono dilungato sulla Via Valeria perché sono stato in grado di allegare abbondanti carte che negano a pieno titolo che la R. T. n. 452 Trapani-Palermo non è una strada armentizia, esibendo la mappa e i percorsi dei Romani, la mappa Austriaca del 1720, la perizia del 1788 dell’Agrimensore Girolamo Vairo incaricato dalla Real Secrezia, la dichiarazione epistolare del comune di Castellammare ed infine la sentenza della Corte di Appello di Palermo. Con ciò comunico che la Piazza Indipendenza, la Via Cappuccini, la Via Pitrè ecc. ecc non sono Regie Trazzere ma Vie Consolari di m. 10,32 fino ad arrivare a Messina. La conferma è avvalorata dalla sentenza della Corte di Appello di Palermo sopra riportata.
Riguardo alla Via Sampolo, non posseggo simile documentazione, ma solo carte topografiche e mappe antiche della città di Palermo.Sono certo che tutte le 690 Relazioni Demanialità delle 11.500 km. di trazzere provanosolamente la demanialità della strada e non la qualità di strada armentizia; tuttavia per le Regie Trazzere di Palermo sarebbe utile prenderne visione per accertarsi dei percorsi.
Avviso i lettori che per le dichiarate Regie Trazzere di Alcamo e Castellammare ho verificato che le trazzere tracciate nei quadri unificati sono ben diverse sia dai fogli di mappa catastali utilizzati dall’Ufficio per le certificazioni, come quella sotto riportata, che dai percorsi descritti nella “Relazione di Demanialità. A tal fine ho richiesto al Demanio Trazzerale di Via Garzillii titoli probatori descritti nelle “Relazioni” e mi hanno dato una risposta miserabile che riporto qui di seguito.Invito il lettore a leggere l’Introduzione-parte VI, pubblicata l’11 aprile 2015 che riporta la corrispondenza intrattenuta con detto Demanio Trazzerale e le sue misere risposte. Eccone una.
A tal proposito ritengo utile comunicare che il Demanio Trazzerale certifica la proprietà della trazzera con una planimetria (catastale) che rappresenta la strada. Detta strada viene allargata e colorata in ambo i lati fino a raggiungere la misura di m. 37,68 corrispondente alla misura originaria canne 18 e palmi 2 riconosciuta appartenente al pubblico demanio armentizio con decreto… Ecco un esemplare per una trazzera del comune di Ispica.
Risulta ben chiaro che la trazzera armentizia larga m. 37.68 appare solo nelle certificazioni e in e in nessun altro documento probatorio.
Un’ultima osservazione: i Tratturi di Puglia sono confortati di documenti antichissimi che comprovano la transumanza. Ecco un documento (Vedi capitolo II-parte IV, pubblicata il 5 marzo 2016):
Per la Sicilia solamente l’architetto Luigi Santagati si è occupato delle Trazzere come strade armentizie dichiarando a priori quanto sotto riportato (Vedi capitolo VIII-parte IV, pubblicato il 26 gennaio 2019).
Le vie della transumanza secondo Santagati sono quelle riprodotte nella sottostante mappa.
Concludo affermando che hanno creato le trazzere di quasi m.38, hanno inventato le usurpazioni, pretendono denaro da innoccenti usurpatori che hanno ereditato o acquistato terreni in buona fede;senza dare una prova o una traccia delle 690 trazzere siciliane disegnate e mappate. Per la Sicilia è stato reso noto dal “Tour degli stranieri europei del 1700” che non esistevano strade e quelle esistenti erano percorribili a redina solamente con muli, cavalli e con tanti rischi, ma dov’erano allora le 11.500 km. di Trazzere armentizie disegnate dall’ex Ufficio Trazzere?
Mi fermo qui, considerata la lunghezza dell’articolo più che altro per la documentazione prodotta. Continuerò il commento del Giornale di Sicilia sulla Via Sampolo senza altre dissertazioni la prossima puntata di sabato 5 novembre 2019.
BIBLIOGRAFIA
-La Tabula Peutingeriana è una copia del XII–XIII secolo di un’antica carta romana che mostra le vie militari dell’Impero romano. È conservata presso la Hofbibliothek di Vienna (in Austria) e per ciò è detta anche Codex Vindobonensis. La Tavola è composta da 11 pergamene riunite in una striscia di 680 x 33 centimetri. Mostra 200.000 km di strade e la posizione di città, mari, fiumi, foreste, catene montuose.
-LA SICILIA DISEGNATA. LA CARTA DI SAMUEL von SCHMETTAU 1720-1721. DI LILIANE DUFUR. PUBBLICATO DALLA SOCIETA’ DI STORIA PATRIA – PALERMO 1995. Custodita dalla Biblioteca Civica di Alcamo.
-Manoscritto di Francesco Maria Emanuele Gaetani – Diari Palermitani 1788, custodito presso la Biblioteca Comunale di Palermo – Casa Professa Collocazione Qqe97.
–Archivio di Stato di Palermo (Catena)-Maestro Segreto busta 295.
– Archivio di Stato di Trapani-Perizia Vairo, Notaio V. Salerno di Erice, atto 19.07.1800.
-PeruginiVincenzo-Valderice: La Terra, i Giorni-R.C.A, Ericina 1994. Pagine 128 e 129. Custodito dalla Biblioteca comunale di Valderice, collocazione 945.824.S.4.
-Lo Presti Antonino-Monografia di DIRITTO PUBBLICO sulle TRAZZERE DI SICILIA STAMPERIA DI G. B.LORSNAIDER-Palermo 1864. Custodito dalla Biblioteca Fardelliana di Trapani collocazione XLVIII D 31.
-Archivio di Stato (Catena) di Palermo– Maestro Segreto-Real Segreteria Incartamenti busta 1289.
-Archivio di Stato (Gancia) di Palermo- Trazzere-Rami e Diritti Vari Volumi 1630 1705