Corruzione e abuso, condannato Catalano

L’ex vice sindaco di Erice fu arrestato dai carabinieri nel febbraio scorso. Prima decide di patteggiare poi fa marcia indietro, ma il giudice non concorda. Il caso andrà in Cassazione

Condannato col patteggiamento l’ex vice di Erice, l’architetto Angelo Catalano. Imputato di corruzione e abuso, gli stessi reati che gli furono contestati nel febbraio scorso al momento dell’arresto fatto dai carabinieri, è stato condannato dal gup Cersosimo a un anno e undici mesi di reclusione. Una condanna però contro la quale l’ex vice sindaco vuole ricorrere, impugnandola dinanzi alla Cassazione.  Per adesso ha retto dinanzi al gup giudice Cersosimo l’accusa formulata dal pm Franco Belvisi. In buona sostanza Catalano per pm e giudice ha pilotato l’aggiudicazione di alcuni appalti, assegnando a imprese “amiche” l’esecuzione di alcuni lavori, usando la cosiddetta somma urgenza. Ad accusare Catalano l’allora dirigente del settore lavori Pubblici di Erice, architetto Pietro Pedone. Una vicenda giudiziaria che però non è da considerarsi chiusa. Comparendo dinanzi al giudice Cersosimo, Catalano, dopo avere anche cambiato difensore di fiducia, nominando al posto dell’avv. Giuseppe De Luca, l’avv. Francesco Moceri, ha fatto marcia indietro sull’accordo che in precedenza era stato raggiunto col pm Belvisi, per una condanna col rito del patteggiamento. “Lo scorso 20 settembre – scrive in una nota l’avv. Moceri – il mio cliente aveva chiesto la revoca del patteggiamento, convinto di non aver commesso alcun reato e convinto quindi di potersi difendere nell’ambito di un successivo processo penale, anche perchè nel frattempo si trovava a rispondere di solo 4 delle originari sette accuse contestate. Catalano – scrive ancora il legale – ha reso al giudice spiegazione del proprio comportamento, la decisione di patteggiare era stata presa in un periodo di grande sconforto familiare, stress psicologico conseguente al lungo periodo di custodia cautelare, per la durata di quasi sei mesi. La decisione di patteggiare era stata presa al fine di ottenere la libertà personale necessaria allo svolgimento della propria attività lavorativa”. Nonostante le dichiarazioni rese da Catalano, il gup ha depositato sentenza di ratifica del patteggiamento. “Decisione non condivisa – conclude l’avv. Moceri – dopo il deposito delle motivazioni ricorreremo in Cassazione per ottenere la dichiarazione di nullità del provvedimento”.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.