Condannati i complici del boss Messina Denaro

La sentenza contro gli imputati di “Anno Zero”

Oltre 150 anni di carcere sono stati inflitti ai 13 mafiosi fiancheggiatori del latitante Matteo Messina Denaro che hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato dal giudice per l’udienza preliminare Cristina Lo Bue. Nell’aula bunker del Pagliarelli sono arrivate le prime condanne per i mafiosi del mandamento di Castelvetrano. L’indagine coordinata dai sostituti procuratori della Dda Francesca Dessì, Geri Ferrara e dall’aggiunto Paolo Guido portò a 22 arresti nell’aprile dell’anno scorso. Undici gli indagati a piede libero. Tra i provvedimenti cautelari emessi c’era anche quello per il super ricercato la cui posizione, però, lo scorso 21 febbraio, è stata stralciata in quanto “irreperibile”, con rinvio al 21 febbraio 2020. Nell’indagine è emerso l’interesse del clan anche nel settore delle scommesse on line, oltre ai reati di estorsione e danneggiamenti. I pubblici ministeri della Dda avevano chiesto 176 anni e 4 mesi di reclusione per i 14 imputati arrestati nel blitz “Anno Zero” del 19 aprile dello scorso anno. Altri 18 imputati hanno scelto il rito ordinario.

La pena più alta è stata comminata Vincenzo La Cascia che dovrà scontare 19 anni e 4 mesi e a Raffaele Urso condannato a 18 anni e quattro mesi. Queste le pene inflitte agli altri imputati: Nicola Accardo 15 anni, Giuseppe Tilotta 11 anni e quattro mesi, Andrea Valenti 8 anni e quattro mesi, Antonino Triolo 12 anni, Angelo Greco 8 anni, Giuseppe Paolo Bongiorno 11 anni e quattro mesi, Calogero Guarino 11 anni, Leonardo Milazzo 10 anni e otto mesi e Filippo Dell’Aquila a 12 anni, Mario Tripoli 3 anni e quattro mesi, Bartolomeo Tilotta 2 anni e sei mesi. Unico assolto Giuseppe Rizzuto per cui l’accusa aveva chiesto due anni per il solo reato di favoreggiamento.

*fonte Repubblica.it autore Francesco Patanè
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