La Fillea Cgil di Trapani registra una fase di stasi rispetto alla caduta libera del settore, sebbene le imprese costrette a chiudere continuano a essere inattive e l’occupazione sia ai minimi storici.
A subire un lieve incremento è, invece, la massa salariale, cresciuta dall’ ottobre del 2018 al settembre del 2019, secondo i dati della Cassa edile, del sette per cento.
“L’incremento della massa salariale – dice il segretario provinciale della Fillea Cgil di Trapani Enzo Palmeri – fa ben sperare, ma siamo lontani dalla ripresa che potrebbe avvenire solamente con lo sblocco dei finanziamenti per le opere pubbliche già cantierabili, come i lavori di realizzazione dei depuratori di Castellammare del Golfo e di Scopello, del tratto Trapani – Mazara del Vallo compreso tra lo svincolo Birgi sull’A 29, e con il riavvio dell’edilizia privata, incentivata dal decreto che prevede per il 2020 il bonus facciate con la detrazione del novanta per cento per le ristrutturazioni”.
Per la Fillea Cgil “a frapporsi alla ripresa è anche la lentezza burocratica da parte delle stazioni appaltanti che, in questa lunga fase di emergenza, dovrebbero accelerare gli iter degli appalti dando linfa alle imprese e alle maestranze”.
I numeri della crisi nel comparto dell’edilizia continuano, dunque, a essere drammatici: circa 3800 addetti a fronte dei 12 mila di dieci anni fa e più di un centinaio di imprese inattive.
“Tra le pesanti conseguenze della crisi – dice il segretario Palmeri – c’è il proliferare del lavoro nero, grigio e sottopagato che in provincia di Trapani ha raggiunto il 40 per cento. Per questo continuiamo a chiedere agli organi preposti di intensificare i controlli nel rispetto di un lavoro, legale, sicuro e di qualità”.