Dopo i timidi segnali di ripresa del secondo semestre del 2010, dovuti in particolare all’aumento del fatturato delle imprese, la Sicilia ripiomba nella stagnazione.
”L’economia siciliana si trova ancora in una situazione di ristagno – dice il direttore regionale di Bankitalia, Giuseppe Arrica – . L’andamento degli ordini e della produzione è rimasto stazionario. Un impatto negativo lo rileviamo ancora nel settore delle costruzioni, che continuano a espellere manodopera e aumenta il numero delle ore non lavorate. In ogni caso, questo è il sentore di una crisi che non è solo siciliana”.
Il tonfo dei mercati, l’impennata del differenziale dei titoli di Stato italiano con quelli tedeschi e l’instabilità politica rendono il quadro ancora più fosco.
Unico dato positivo una lieve ripresa dell’occupazione: la Sicilia lascia il triste primato di regione con un più alto numero di disoccupati alla Campania. L’Isola è passata dal 15,4 per cento del primo semestre 2010 all’attuale 14,7, un piccolo miglioramento che però non riesce a incidere sullo stato di crisi della nostra economia.
Situazione sempre più catastrofica invece nel settore dell’edilizia, che in Sicilia, dal 2008 al 2011, ha lasciato sul campo circa 35 mila posti di lavoro. Secondo dati Istat, nei primi sei mesi del 2011 il numero dei lavoratori è diminuito del 4,2 per cento. E la situazione è destinata a peggiorare, visto che oltre la metà del campione prevede un calo della produzione.
L’istituto prevede per quest’anno una crescita del Pil regionale pari a zero, inferiore sia a quella nazionale (0,6 per cento) che a quella media del Mezzogiorno (0,1).