Il nuovo progetto per la realizzazione di un impianto rifiuti, nel territorio del Comune di Calatafimi-Segesta, finisce in Parlamento, grazie ad un’interrogazione del deputato nazionale, Carmelo Miceli (PD).
L’interrogazione, con risposta scritta, è indirizzata direttamente al Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa.
L’On. Miceli parte da una premessa generale per cui Calatafimi Segesta è tra le località siciliane che vantano un importante patrimonio storico-artistico ed archeologico e che, grazie alla presenza di due aree boschive naturali – il Bosco Angimbè ed il Bosco Costa Mancuso –, di siti forestali di proprietà del demanio e di siti di importanza comunitaria (S.I.C.) faunistica tra cui oasi per uccelli migratori, rappresenta un’eccellenza ambientale e naturalistica dell’Isola che si estende per oltre 15mila ettari.
Proprio in quell’area, in contrada Gallitello Zona agricola produttiva (Zona E) , nelle scorse settimane è stato presentato un progetto anche al consiglio comunale di Calatafimi dalla azienda OWAC s.r.l.
L’azienda – si legge nell’interrogazione – ha presentato un progetto per la realizzazione di un impianto, in configurazione stand-alone, per il trattamento di rifiuti urbani ed il recupero di materiali ed energia per una superficie complessiva di circa 66.785 mq, ripercorrendo il progetto della ditta Solgesta s.r.l., già nota alle cronache giudiziarie; nella documentazione per l’autorizzazione integrata ambientale del progetto ai fini della valutazione dell’impatto ambientale, la quale prevede un parere non vincolante del Comune, ad essere presi in considerazione non sono stati i siti insistenti sul territorio immediatamente limitrofo alle aree individuate per gli impianti, bensì i siti di Montagna Grande e dei Monti di Santa Ninfa distanti da esse oltre 10 km e che tale evidenza avrebbe fornito una valutazione falsata dell’impatto sul territorio.
Inoltre, nell’area di Calatafimi Segesta esistono già progetti pubblici, finanziati ed appaltati, per il trattamento di rifiuti e per il compostaggio che vengono considerati più che sufficienti per le esigenze di un territorio che raggiunge il 70% di raccolta differenziata e che, tali progetti si aggiungono agli impianti esistenti o in progettazione nel vicino Comune di Alcamo, autorizzati dal competente Assessorato Regionale ad un ampliamento per il trattamento di 128mila tonnellate di rifiuti all’anno. Situazione per la quale si verrebbe a determinare un sovraccarico di impiantistica privata relativa al trattamento dei rifiuti, oltre a danneggiare la salute pubblica e la vocazione turistica del territorio.
Nell’interrogazione di Miceli si chiede al Ministro Sergio Costa di quali elementi disponga in relazione ai fatti esposti in premessa; Se, alla luce delle criticità che emergono dal caso in questione, non intenda assumere iniziative normative volte a rendere più stringente la disciplina relativa all’ubicazione di impianti come quelli di cui in premessa che insistono in aree di rilevante pregio ambientale e paesaggistico e di notevole interesse archeologico, e che presentano anche profili di possibile rischio sul piano idro-geologico e della salute dei cittadini.