TRAPANI. “Il Comitato Provinciale dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) di Trapani nell’esprime la sua più totale solidarietà al giornalista e nostro iscritto Nicola Baldarotta accusato di diffamazione nei confronti dell’organizzazione fascista di Casa Pound. L’accusa nei confronti di Baldarotta, per aver definito quell’organizzazione fascista, ci lascia quantomeno stupiti e allarmati”. Ad affermarlo è una nota del Presidente dell’ANPI Trapani Aldo Virzì.
“L’ANPI, ovviamente, ha il massimo rispetto per la magistratura che anche per il sacrificio dei partigiani, ha potuto riprendere a svolgere un ruolo di democrazia costituzionale che il fascismo le aveva impedito. Questo rispetto non ci impedisce di esprimere preoccupazione per una richiesta di rinvio a giudizio che rischia, sicuramente incolpevolmente, di dare una patente legalitaria ad una organizzazione “politica” che ha, come ha scritto mille volte l’ANPI, un programma “politico autoritario, xenofobo, segregazionista, violento, maschilista e liberista” e che deve essere posta fuori legge. Basta leggere le cronache dei giornali per sapere delle decine e decine di condanne nei confronti di militanti di Casa Pound per atti di violenza, di razzismo etc. Lascia perplessi che possa essere messo in discussione quello che è già stato sancito da sentenze di decine di Tribunali. Il giornalista Baldarotta – sottolinea Virzì – nel suo articolo non ha fatto nomi, come sembrerebbe dalla citazione in giudizio, ma ha espresso la sua giusta critica a quel movimento politico. A questo proposito è bene ricordare, anche per conoscenza di qualcuno che sembra ignorarlo, che l’ANPI nella persona del suo presidente nazionale on. Carla Nespolo ha chiesto ufficialmente lo scioglimento di Casa Pound:“ Davanti all’incontrovertibile evidenza di un’organizzazione dichiaratamente fascista che fa dell’uso della violenza e dell’intimidazione lo strumento principale di affermazione politica e sociale, è inammissibile la mancanza di reazione radicale anche alla luce della XII disposizione finale della Costituzione e della legge Scelba”. A nostro avviso – conclude Virzì – il processo va fatto non a Baldarotta ma a Casa Pound, a cominciare dal suo responsabile nazionale”.