Chiara Cravotta si trova in Cina da circa un anno per perfezionare la conoscenza della lingua. Ma non può rientrare a causa del blocco dei voli dalla Cina e dalla chiusura di molti aeroporti europei. Il papà ad Alqamah.it: “Dalla Farnesina nessuna risposta. Per loro che vivono in altre province, ad oggi, non è previsto nessun volo di Stato e nessuna soluzione alternativa. “
CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Luigi Cravotta è un papà arrabbiato. Ma anche deluso. Ci accoglie nella sua casa di Castellammare del Golfo, accettando di raccontarci il particolare momento di apprensione che sta attraversando la sua famiglia. La figlia, Chiara, 23 anni, da un anno in Cina per approfondire la conoscenza della lingua dopo la laurea in mediazione linguistica conseguita nel 2018, fino ad oggi non sa come rientrare in Italia. La giovane studentessa universitaria si trova a Tsingtao, nella provincia di Shandong, a circa mille chilometri da Wuhan. L’università ha sospeso le lezioni e le attività fino al 24 di febbraio, in attesa di ulteriori sviluppi sul nuovo Coronavirus che in queste ore sta creando parecchia preoccupazione in Cina.
“La scelta di farla rientrare è mia, una decisione che ho preso dopo le ultime notizie sulla diffusione del virus in quasi tutte le regioni della Cina. Mia figlia sta bene, – ha raccontato Luigi Cravotta ad Alqamah.it – non ha alcun sintomo, ma si trova segregata nel suo alloggio universitario senza sapere come rientrare.” Infatti il paradosso che sta coinvolgendo Chiara e tanti altri connazionali attualmente in Cina, nasce dal fatto che il volo di stato annunciato dal Governo italiano è riservato soltanto per i connazionali residenti nella provincia di Wuhan. “Dall’Unità di Crisi della Farnesina nessuna informazione utile. Continuano a dirci che attendono notizie.” Il papà di Chiara, Luigi Cravotta, maresciallo dei carabinieri in pensione, da ieri non ha smesso di telefonare al numero della Farnesina. Ma nessuna risposta utile. Infatti, tutti i voli da e per la Cina sono, ad oggi, soppressi.
Ieri il Sig. Cravotta ha comprato e spedito a sua figlia un biglietto di ritorno in Italia. Ma subito dopo è arrivato lo stop dei voli verso il nostro Paese deciso dal Governo Conte e la ragazza non è più potuta partire. Biglietto, costato 600 euro, quindi inutilizzabile. L’unica alternativa che il Ministero degli Esteri fornisce alle famiglie per far rientrare i propri figli, ad oggi, è un volo con scalo in un altro Paese. Chiara oggi si è recata in aeroporto per provare a cambiare il suo volo con un altro. Ma niente. “Ci siamo sentiti poco fa la telefono, l’aeroporto era deserto, e non c’era più nessun volo in quanto gli aeroporti di mezza Europa sono chiusi.” Tra l’altro si registrano anche difficoltà per quanto riguarda la comunicazioni con la Cina, infatti per parlare al telefono con la figlia hanno soltanto una scheda particolare a pagamento e un’app di messaggistica cinese. Whatsapp e Facebook non funzionano.
La dichiarazione del Ministro Di Maio
Ieri il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in collegamento con l’Ambasciata italiana a Pechino, ha dichiarato che: “La comunità italiana in Cina è composta da oltre 11.600 connazionali (dati AIRE, più le persone presenti temporaneamente), di cui oltre 80 nella zona di Wuhan. I cittadini italiani- ha sottolineato Di Maio – che si trovano a Wuhan potranno rientrare con un volo militare, che arriverà a Pratica di Mare lunedì nelle prime ore del mattino. E’ un volo organizzato dall’Unità di Crisi del Ministero degli Affari Esteri e operato dal Comando Operativo di Vertice Interforze. Trasporterà circa 70 italiani, che sono tutti quelli che hanno fatto richiesta di rientrare da Wuhan. Il trasferimento seguirà le indicazioni del Ministero della Salute fornite dall’Istituto “Spallanzani” per questo tipo di operazioni, in modo da garantire la sicurezza dei passeggeri, che all’arrivo seguiranno un protocollo sanitario, con la permanenza in una struttura idonea. Coloro che hanno deciso di rimanere manterranno un filo diretto con la nostra Ambasciata a Pechino e la rete consolare in Cina. Circa 500 concittadini fra coloro che si trovano in Cina, al di fuori di Wuhan, hanno chiesto all’Unità di Crisi informazioni per rientrare in Italia. Dopo il provvedimento di sospensione dei voli dalla Cina, abbiamo deciso di costituire un’unità operativa speciale che si riunirà nelle prossime ore – sotto il coordinamento dell’Unità di Crisi – con i Ministeri della Salute, delle Infrastrutture e con l’ENAC per agevolare tutte le procedure relative agli italiani in Cina, ai cinesi temporaneamente presenti in Italia, alla Gestione del traffico merci (che dovrà essere garantito).
“Non ci sono più soluzioni alternative”
“Quella avanzata dal Ministero degli Esteri – afferma ad Alqamah.it Luigi Cravotto – è una soluzione non più praticabile. Infatti oltre ai voli soppressi da e per la Cina, quasi tutti gli aeroporti delle maggiori città Europee hanno chiuso gli aeroporti. Abbiamo valutato tutte le soluzioni alternative anche tramite un’agenzia di viaggi, ma non abbiamo trovato niente. È una situazione assurda che non riusciamo a capire. Perché – si chiede Luigi Cravotta – non hanno vietato i voli soltanto ai cinesi e garantito i voli per il rientro ai connazionali? Il Presidente del Consiglio Conte ha dichiarato che si sta creando troppo allarmismo per il virus, se è così perché hanno chiuso tutti gli aeroporti ai cittadini italiani? Perché non garantire dei voli anche per chi si trova in altre provincie della Cina?”
Domande che il Sig. Luigi continua ad indirizzare alla Farnesina. Domande che ad oggi sono senza risposte. “Attendiamo disposizioni, in questo momento non sappiamo come aiutarla” – ha affermato l’operatrice dall’unità di crisi contattata dalla nostra redazione insieme al papà di Chiara. Stesse notizie anche dall’Ambasciata Italiana in Cina. Chiara ha raccolto soltanto “non sappiamo nulla al momento”. Intanto sale l’apprensione e la preoccupazione. Attualmente è rinchiusa nel suo alloggio e il Governo Cinese fornisce un minimo di assistenza con cibo sicuro e controllato. “Ma quanto può durare? Noi vogliamo sapere quando mia figlia potrà tornare a casa” – si chiede il papà Luigi.
Insieme al Sig. Luigi abbiamo provato a contattare anche l’ufficio Servizio Stampa e Comunicazione Istituzionale del Ministero degli Affari Esteri, ma anche da lì poche rassicurazioni: “Per il momento non c’è nessuna deroga per i voli diretti in Italia dalla Cina. Attendiamo informazioni certe. Ad oggi non abbiamo risposte in merito. Si sta lavorando a un piano per il rimpatrio, ma non appena dal Governo si saprà qualcosa contatteremo le famiglie interessate.” – spiegano dall’Ufficio Stampa del Ministero. La delusione, dopo quest’ultima chiamata, si manifesta sul volto di papà Luigi che da oltre 24 ore attende risposte. “Non si affrontano così le emergenze. Il Governo si è preso la responsabilità di non far partire i nostri connazionali. Nessuno ad oggi ci sa dare una risposta, anche soltanto per rincuorarci.” La preoccupazione sul volto del Sig, Luigi è nitida, e più passano le ore più cresce.
“Mia figlia sta bene, ed è la cosa che più conta. Ma è provata, come lo siamo noi familiari. Non è possibile rimanere rinchiusi dentro un alloggio senza sapere come e se potrà tornare a casa. Abbiamo contattato altre famiglie siciliane che si trovano nella nostra stessa situazione, e se sarà necessario – conclude ad Alqamah.it Luigi Cravotta – Ci uniremo per andare a protestare a Roma. Il governo deve far tornare a casa i nostri figli”.