Salvini alla fine ha beffato tutti disertando la piazza di Ballarò. Fischi e cori al suo arrivo al Teatro “Al Massimo”. Tra sardine e leghisti. Tra Bella Ciao e l’Inno di Mameli. Così Salvini ha evitato la piazza. GUARDA IL VIDEO E LE FOTO
PALERMO. È stata una giornata impegnativa quella di Matteo Salvini a Palermo. Dopo aver pranzato a Palazzo Orleans con il Presidente Nello Musumeci, tema dell’incontro il gruppo parlamentare che si costituirà domani all’Ars, ha raggiunto la Questura. In programma c’era anche una passeggiata per il mercato di Ballarò, ma il quartiere si è riversato in piazza contro quella che il Sindaco Orlando ha definito “una passeggiata in solitaria”.
“Non mi sorprende che abbia deciso di andare in un orario in cui i negozi del mercato storico saranno per lo più chiusi. Se fosse andato in altro momento – ha dichiarato Orlando – avrebbe dovuto spiegare ai negozianti perché il suo partito in Consiglio comunale ha votato contro i provvedimenti proposti dalla Giunta per la copertura del mercato storico e per la realizzazione di alloggi popolari. Se fosse andato in altro momento, avrebbe dovuto spiegare ai commercianti e ai residenti perché i rappresentanti della Lega a Palermo hanno definito Ballarò come un “quartiere laboratorio per l’integrazione della criminalità”.
In piazza dalla mattina striscioni anche sulla Torre della Chiesa di San Nicolò all’Albergheria: “Palermo accoglie tutti”. “Siamo una piazza colorata e multietnica. Siamo qui per ribadire che Palermo non si lega e che Salvini qui non è il benvenuto” – hanno dichiarato alcuni attivisti. Nelle prime file i volontari di Mediterranea che con Salvini hanno avuto parecchi scontri, soprattutto sui decreti sicurezza. In prima fila c’erano la portavoce Alessandra Sciurba e l’attivista palermitano Claudio Arestivo. Tanti rappresentanti delle comunità africane che hanno cantato e ballato. Presenti anche gli attivisti di “Arci Porco Rosso”, SoS Ballarò, Mediterraneo Antirazzista e altre sigle studentesche. Su tutti presente il gruppo palermitano delle Sardine.
Nelle prime ore del pomeriggio per i vicoli di Ballarò alcuni ragazzi hanno appesa striscioni e manifesti contro il leader leghista. Nelle saracinesche abbassate i cartelli “Qui si spaccia la cultura dell’accoglienza”, e ancora “con 49 milioni recuperiamo tutta Ballarò”. Apparsi anche dei citofoni di cartone. Balli, musica, tamburi, trombe e colori hanno accompagnato l’intero pomeriggio, fino alla notizia che molti si aspettavano: “Salvini non verrà, ha rinunciato alla visita al quartiere”. La notizia è arrivata poco dopo le 17, ma in molti se lo aspettavano. Anche i giornalisti intorno alle 16:30 hanno iniziato a sospettare qualcosa, il dispiegamento di forze dell’ordine non era “numeroso”. Il corteo, pacifico e colorato, allora si è spostato in piazza Verdi, dove il Senatore Matteo Salvini era atteso per le 18 per incontrare i suoi al teatro “Al Massimo”. Prima però l’ex Ministro dell’Interno si è recato davanti la questura per depositare una corona di fiori in omaggio del Generale Dalla Chiesa.
Un consistente cordone di forze dell’ordine ha tenuto a bada il corteo di contestatori in via Maqueda, distanti dall’ingresso del teatro. Un pubblico molto variegato quello in fila per ascoltare l’ex Ministro dell’interno. Dai “giovani leghisti” agli anziani venuti “soltanto per ascoltare quello che ha da dire. Noi ascoltiamo tutti”. Dai sostenitori siciliani, venuti da diverse zone della Sicilia, anche una delegazione del circolo di Castellammare del Golfo. “Siamo qui per ascoltare le parole di Salvini. Per noi Salvini – ha sottolineato Giovanni Scaraglino, Presidente del circolo castellammarese – rappresenta il cambiamento. Ci aspettiamo un discorso incentrato sui temi che per noi sono prioritari: legalità, lotta alla mafia e migranti. Il nostro circolo è in continua evoluzione e i tesseramenti sono in aumento.”
“Ci aspettavamo delle contestazioni, è normale. Ma non ci fanno paura” – dicono alcuni dei suoi in fila per entrare. Mentre da via Maqueda fischiano e protestano intonando Bella Ciao.
Dal gruppo di pacifici contestatori lungo via Maqueda alcuni giovani tengono in mano una copia della Costituzione e una di “Imparare Democrazia” di Gustavo Zagrebelsky. “Ci piacerebbe che Salvini li leggesse” – sottolinea una di loro. Tanti i riferimenti alla citofonata di Bologna avvenuta qualche settimana fa. Tra i cartelloni spuntano anche alcune del movimento della Sardine. “Qui spacciamo solidarietà e cultura. Palermo non si lega.” – afferma qualcuno. Bella Ciao è il sottofondo che anticipa l’arrivo di Salvini.
Ma non mancano i contestatori anche nei pressi del teatro, nello stesso instante qualcuno urla “buffone”. Giornalisti tenuti a debita distanza, anche dalla zona di via Maqueda. Al suo arrivo intorno alle 19 da una stradina laterale, fischi e insulti. Salvini non si è fermato a parlare con nessun giornalista.
Palermo si è mostrata divisa. Da un lato i gruppi delle associazioni, degli attivisti, delle sardine che hanno cantato e intonato cori. “Salvini non ti vogliamo, tornatene al Pepeete”. Di contro una standing ovation al Teatro “Al Massimo” dai suoi sostenitori. Bagno di folla dentro, fischi all’esterno. Però nessuna piazza per Salvini. Nessuna passeggiata per il quartiere. Da un lato Bella Ciao e i fischi, dall’altro l’Inno di Mameli e un fiume di applausi. Al termine dell’incontro al teatro, si sono registrati degli scontri a distanza tra manifestanti e leghisti con lanci di uova e insulti. A sedare gli animi le forze dell’ordine. Sono le due facce di Palermo, ancora una volta.