Roberto Sparacio è accusato di avere confezionato la pen drive esplosiva che ha ferito gravemente un investigatore della polizia giudiziaria
Il pm Francesca Urbani ha chiesto oggi la condanna a 9 anni e 6 mesi per Roberto Sparacio, l'”unabomber” palermitano accusato di avere confezionato una pen drive esplosiva inviata a una avvocatessa trapanese, Monica Maragno, e finita con l’esplodere tra le mani di un poliziotto della sezione di pg della Procura di Trapani, Gianni Aceto, rimasto gravemente ferito. Il pm ha chiesto per Sparacia una multa di 3 mila euro e l’applicazione di tre anni di sorveglianza speciale una volta tornato libero. Il procedimento è alle battute finali davanti al giudice dell’udienza preliminare Emanuele Cersosimo. Il prossimo 21 febbraio sono previsti gli interventi delle altre parti, parte civile per Aceto e difesa dell’imputato, e dunque nella stessa giornata dovrebbe esserci la sentenza. La vicenda è quella che ha visto sfortunato protagonista un poliziotto della sezione di pg della Procura, Gianni Aceto. Restò gravemente ferito mentre si apprestava a verificare al computer il contenuto di una “usb”, oggetto di una denuncia da parte dell’avv. Monica Maragno, che una volta ricevutala per posta, sospettando qualcosa di anomalo (la corrispondenza aveva come mittente l’Ordine degli Avvocati, dai cui uffici di segreteria però negarono qualsiasi spedizione del genere), la portò in Tribunale avviando così la denuncia alla Procura. Una volta arrivata l’autorizzata dal pm, il poliziotto non appena inserì la “chiavetta” nel pc per verificarne il contenuto, la usb esplodeva, causando gravi ferite all’agente. Le indagini coordinate dal pm Antonio D’Antona, poi il fascicolo è stato affidato al sostituto procuratore Urbani, e condotte dalla Squadra Mobile di Trapani e dalla stessa sezione di pg della Polizia, hanno permesso la individuazione di Sparacio, che poi tratto in arresto confessò la sua responsabilità. Aveva riempito di polvere esplosiva quella “usb” , utilizzando appena due grammi di un esplosivo detonante, forse fulminato di mercurio. Nonostante l’esiguità dell’esplosivo usato, tanto è bastato per provocare una violenta esplosione. Vittima doveva essere l’avvocatessa Maragno, contro la quale Sparacio voleva vendicarsi per l’esito di una procedura civile che lo riguardava.