Dopo il rinvio della “Giornata della Memoria e dell’Impegno” che si doveva tenere il 21 marzo prossimo, e che si terrà il 23 e 24 ottobre per l’emergenza sanitaria nazionale, Don Ciotti ha scritto ai giovani per rimarcare che “il 21 marzo data segnata nelle coscienze prima che nei calendari, anche quest’anno sarà per tutti noi occasione di riflessione e approfondimento” e che “quest’imprevisto ma necessario rinvio della “Giornata” di Palermo può e deve essere vissuto come un’occasione. Per continuare nel nostro cammino con maggiore determinazione nella consapevolezza che il contrasto alle organizzazioni criminali prima che repressivo dev’essere sociale, educativo e culturale”:
Cari Amici,
come da sempre sottolineiamo, il 21 marzo, “Giornata della Memoria e dell’Impegno”, è una tappa – certo importante, di alto valore simbolico – di un percorso quotidiano, segmento di un cammino che sin dalla nascita di Libera, venticinque anni fa, è scandito da tre ingredienti fondamentali: la continuità, la corresponsabilità, la condivisione. Più che mai è vero quest’anno, costretti come siamo a rimandare l’incontro con Palermo e la Sicilia – terra a cui ci lega affetto e riconoscenza – per i noti motivi legati all’emergenza sanitaria nazionale. L’incontro è però solo rinviato a ottobre, per la precisione ai giorni 23 e 24, fermo restando che essendo il 21 marzo data segnata nelle coscienze prima che nei calendari, anche quest’anno sarà per tutti noi occasione di riflessione e approfondimento. Sì, perché mai come in questo frangente storico, nonostante il grande impegno di magistratura e forze di polizia, le mafie sono forti e potenti. Potenti perché insediate in un sistema economico-finanziario che, se non criminale, è criminogeno, e che, se non ha accolto le mafie, non ha fatto certo nulla per impedirne l’accesso, in un intreccio di omissioni, “distrazioni” e complicità. Ed ecco non solo le “zone grigie” ma l’osmosi che si è creata fra legale e illegale: da un lato mafie in “guanti bianchi”, flessibili, reticolari, imprenditrici e sempre più globali, dall’altro la corruzione e la “mafiosizzazione” di vaste parti di società e dei poteri che le rappresentano.
È evidente allora che la lotta alle mafie ha bisogno non solo di un maggiore impegno ma di un nuovo paradigma, preso atto che un paradigma non è uno “schema” ma una sintesi sempre aperta e mobile di un modo d’essere e di vivere l’impegno, dettato da nuove e più profonde consapevolezze.
Ecco perché quest’imprevisto ma necessario rinvio della “Giornata” di Palermo può e deve essere vissuto come un’occasione. Per continuare nel nostro cammino con maggiore determinazione nella consapevolezza che il contrasto alle organizzazioni criminali prima che repressivo dev’essere sociale, educativo e culturale, a cominciare dalle scuole di cui molti di voi rappresentano un prezioso patrimonio e dalla conoscenza di cui tutti voi siete affamati. Ma continua, il nostro cammino, anche nella convinzione che c’è una cosa, nel corso degli anni, che deve restare invece immutata: lo sforzo di camminare insieme, di unire le forze, di essere un “noi” non solo di nome ma di fatto, un “noi” consapevole e solidale.
Ciao. Vi auguro di riempire la vostra vita di vita, di senso, di significato, di speranza.
Luigi Ciotti