“Il blitz antimafia “Cutrara “ che ha portato all’arresto di 14 persone e a un avviso di garanzia nei confronti del sindaco del nostro paese sembra ricondurci a scenari antichi, a quell’Operazione Tempesta che nel 2005 fa mise in ginocchio la mafia locale e svelò gravi connivenze con il mondo politico e imprenditoriale, portando infine allo scioglimento del Consiglio Comunale e al conseguente commissariamento”. Così in un comunicato l’Associazione Metropolis, ma la riflessione dell’Associazione non si esaurisce qui, infatti continua il comunicato: “A distanza di 15 anni poco sembra essere cambiato: stessi protagonisti (Francesco Domingo, detto Tempesta), stesso scenario di collegamenti con la mafia “alta” (quella del superboss latitante Matteo Messina Denaro), stesse infiltrazioni nel tessuto politico del paese.
Per noi dell’associazione “Circolo Metropolis”, che da anni siamo impegnati sul fronte del contrasto alla mafia, sia con un’azione diretta di denuncia (siamo stati i primi a svelare gli interessi mafiosi che giravano intorno al vecchio Piano Regolatore Generale e a chiedere lo scioglimento del Consiglio Comunale ai tempi dell’Operazione Tempesta), sia con un programma di rinnovamento culturale, questo è un segnale molto preoccupante perché conferma che la mafia è ancora presente nel nostro territorio e continua sotterraneamente a infiltrarsi negli snodi del potere e dell’economia.
Tutto ciò nonostante gli indubbi cambiamenti avvenuti negli ultimi anni, a partire da quello economico e sociale indotto da un boom turistico senza precedenti e nonostante il lavoro di contrasto alla mafia svolto tante associazioni che, come la nostra, hanno cercato in questi anni di opporvisi proponendo modelli culturali e di sviluppo alternativi.
Aspettiamo naturalmente di leggere l’ordinanza del Gip nella sua interezza e gli ulteriori sviluppi dell’inchiesta per esprimere un giudizio più preciso, ma, nelle more, registriamo un dato innegabile: il quadro che emerge dalle ricostruzioni della magistratura filtrate dalla stampa è assolutamente desolante. Certo, è un quadro che non racconta tutte le sfaccettature di un paese in cambiamento, ma sapere che ancora oggi ci sono politici che si rivolgono ai mafiosi per la risoluzione immediata dei problemi piuttosto che seguire i canali istituzionali così come nel passato gli si rivolgevano per farsi eleggere col loro pacchetto voti, è un fatto che ci indigna e ci preoccupa fortemente per il futuro del nostro paese.
Per tutto questo riteniamo necessario ribadire la nostra ferma opposizione alla mafia, non solo manifestando apprezzamento per il lavoro svolto dalla magistratura e dalle forze dell’ordine, ma anche e soprattutto continuando a vigilare sul territorio, denunciando le collusioni, proponendo modelli di sviluppo alternativo, lavorando nelle scuole e in tutte le comunità per l’acquisizione di una coscienza civica e antimafia più matura e consapevole”.