A Palermo sono circa tremila le famiglie che vivono in emergenza abitativa, 300 le persone in gravissima emergenza, i cosiddetti senza tetto, 2500 sono invece i nuclei con redditi bassi, saltuari, con lavoratori in cassa integrazione, con disoccupati che vivono alla giornata e che soffrono il disagio abitativo. Sono ancora tanti gli sfrattati nel 2018 le sentenze per morosità a Palermo sono state 1193. A Trapani sono 230 le famiglie che hanno fatto richiesta dei vouchers casa per il 2020, 45 del social housing e in 120 finora per il contributo integrativo all’affitto. Avere una casa, poterla pagare tutti i mesi, resta in molti casi, una vera e propria chimera soprattutto dopo che la crisi economica è stata aggravata dal periodo del lockdown facendo accrescere il numero di poveri. L’emergenza abitativa a Palermo e Trapani è stata al centro dell’incontro “Emergenza casa, quali diritti e opportunità nelle politiche abitative dei nostri comuni”, che è stato tramesso in streaming sulla pagina facebook Cisl Palermo Trapani e sul sito www.cislpalermotrapani.it. Ad aprire il dibattito il segretario Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana. “La crisi economica che ha investito i nostri territori, aggravata oggi dal post emergenza Covid – ha spiegato – ha acuito il disagio abitativo nelle nostre città. Sono tante le famiglie in difficoltà e sono cresciute le fasce più deboli della popolazione esposte alla povertà e all’emarginazione. Per questo siamo dell’idea che le istituzioni debbano approntare politiche abitative che rispondano a questa esigenza di famiglie, giovani e anziani ma puntando non solo a soddisfare bisogni abitativi ma inserendo questi interventi in un welfare sociale che pensi ad ogni aspetto della vita di chi vive in emergenza. Serve, dunque realizzare un’offerta adeguata di abitazioni che vada incontro a chi ha un reddito basso e non riesce a pagare un affitto, ma puntando anche sul concetto di inclusione sociale. Servono misure come il social housing quindi che prevedendo la collaborazione con i privati dà la possibilità ai comuni di realizzare abitazioni da affittare a prezzi bassi, consentendo allo stesso tempo al settore dell’edilizia di ripartire. Bisogna ristrutturare il patrimonio immobiliare abbandonato e le case ancora abitate ma a rischio crollo, se si pensa che secondo un recente censimento prodotto dal Comune di Palermo, il 37 % delle abitazioni sono costruzioni non ristrutturate da oltre 50 anni, 1380 edifici sono risultati instabili e tra questi, 228 a rischio di cedimento strutturale”. A Palermo e provincia sono n. 11.525 gli alloggi popolari, con un pagamento medio di affitto di 86 euro (da un minimo di 52 a un massimo di 208) mentre la morosità è del 42 % che, verosimilmente, potrebbe subire un incremento nei prossimi mesi a causa della condizione di fascia economica debole dei soggetti assegnatari. La politica abitativa della locazione, nel palermitano, inoltre presenta grossi punti di criticità nonostante il canone di locazione abbia subito negli ultimi anni una riduzione del 15 – 20 % . “Riduzione che ha agevolato ma che non ha risolto la problematica del cosiddetto ‘caro casa’ che permane per effetto dell’aumentata povertà, disoccupazione e precarietà lavorativa” ha commentato Mario Bommarito segretario Sicet Cisl Palermo Trapani”. “Purtroppo, da oltre venticinque anni lo Stato ha pressoché abbandonato la programmazione per il diritto alla ‘casa’ all’abitare, provvedendo, in alternativa, a finanziare l’erogazione di contributi per assistere le famiglie in gravi difficoltà alloggiative, che trovano quindi un temporaneo sollievo economico grazie all’erogazione di contributi nazionali come quello per l’ integrazione all’affitto che, nella nostra città, il Comune ha finito di assegnare, anche se in misura, per così dire, ‘mortificante’ con una media del contributo è stato di 32 euro annuo, nel 2015”. Intanto, secondo il Sicet cresce l’emergenza abitativa a Palermo e Trapani.
“Stiamo lavorando intensamente sul fronte delle politiche abitative – ha spiegato Giuseppe Mattina assessore alla Cittadinanza solidale, Dignità dell’abitare, Edilizia Residenziale Popolare –, in questi giorni stiamo procedendo al pagamento dei contributi diretti per l’affitto per le famiglie in difficoltà attraverso i fondi del Pon Metro con i quali prevediamo la presa in carico da parte dell’Agenzia sociale per la casa di chi si trova in difficoltà, intervenendo dunque sui vari aspetti sociali che riguardano anche l’inclusione. Abbiamo anche pubblicato l’avviso per il contributo straordinario rivolto ai nuclei familiari che si trovano in stato di bisogno a causa dell’emergenza socio-assistenziale da Covid 19, da utilizzare per l’acquisto di beni di prima necessità o anche per il pagamento di mensilità di affitto arretrate e bollette”. Un tema caldo a Palermo è quello legato ai cosiddetti senza tetto. “Negli ultimi due anni abbiamo quadruplicato i posti nei centri di accoglienza a loro rivolti che sono aperti h 24. Stiamo assistendo una settantina di persone senza fissa dimora, che vivono per strada, e stiamo provando a fare per ognuno di loro progetti di presa in carico da parte dei nostri servizi sociale.”. Fra le altre iniziative del Comune di Palermo ha spiegato Mattina, anche “la promozione di forme sperimentali di ‘abitare Solidale’ e di ‘coabitazione’ con l’intento di ottimizzare il patrimonio abitativo esistente attraverso un intervento sociale in grado di dare risposte concrete, anche se temporanee, al bisogno di un alloggio dignitoso. Da social housing ad affitti condivisi che saranno finanziati con i fondi Pon Metro ben 12 milioni di euro. E’ chiaro che rispetto al passato quando si procedeva alla costruzione di alloggi popolari nelle periferie, puntiamo più che altro sul recupero del patrimonio immobiliare pubblico o privato da acquisire per la ristrutturazione al fine di adibirlo ad abitazioni per le persone che si trova in emergenza abitativa. In questo modo si potrebbero recuperare edifici inutilizzati anche in quartieri centrali, e non più come in passato soltanto nelle periferie”. A fare il punto dell’edilizia pubblica è stato Santo Ferro segretario generale Sicet Sicilia. “L’edilizia residenziale pubblica è ferma da anni, se si pensa che l’ultimo bando risale a circa 18 anni fa . Noi riteniamo che oggi, soprattutto dopo la crisi pandemica che ha aggravato le condizioni economiche dei nostri territori si debba pensare a una nuova politica della casa, ristrutturando edifici abbandonati per realizzare alloggi sociali a canone calmierato, che si trovano al centro della città, un posto dove rinascere e tornare a risollevarsi”. Sul fronte degli Iacp, Ferro ha aggiunto “purtroppo la Regione risulta inadempiente, dato che non ha ancora approvato la riforma degli Iacp, che ormai si trovano sempre di più in grande difficoltà economica a causa del mancato pagamento dei canoni degli alloggi popolari da parte delle famiglie in difficoltà”. Per Nino Falotico segretario generale Sicet nazionale, “le iniziative prese dal governo nazionale per aiutare gli inquilini che non riescono a pagare gli affitti sono positive ma ancora insufficienti: bisogna sostenere anche gli inquilini del settore privato dando incentivi fiscali ai proprietari; semplificare la burocrazia; velocizzare le risorse assegnate e integrarle di almeno altri 100 milioni”. “Del resto – ha aggiunto Falotico -, sono aumentate le richieste di aiuto da parte chi ha perso il lavoro durante l’emergenza Covid e non può permettersi di pagare l’affitto di casa o le bollette. Una crescita avvenuta soprattutto nelle sedi territoriali periferiche di alcune regioni: Campania, Sicilia, Toscana e Lombardia”.~Fra le richieste del Sicet nazionale quella di “costruire una grande coalizione sociale e istituzionale per spingere governo e parlamento a cambiare, ampliare l’offerta abitativa pubblica con una maggiore disponibilità di alloggi di edilizia residenziale pubblica; rifinanziare il fondo di sostegno agli affitti per aiutare le famiglie a rischio morosità. Per il Comune di Trapani è intervenuto Vincenzo Abbruscato vicesindaco e assessore con deleghe in materia di Servizi Sociali: “puntiamo molto sulla riqualificazione di quanto già esistente, penso che non serva occupare altro suolo con il cemento ma che la strada migliore sia valorizzare gli edifici abbandonati. Insieme allo Iapc abbiamo portato avanti il progetto al quale teniamo molto del social housing, 18 appartamenti in via Pantelleria e li abbiamo suddivisi secondo un criterio sociale ben definito, 9 agli over 65 e nove a famiglie sfrattate. Siamo convinti che questa sia davvero la strada da seguire nel futuro e stiamo lavorando ad un altro progetto in tal senso finanziato con 7 milioni di euro, per 36 appartamenti in via Carretta nel quartiere Cappuccinelli, e pensiamo di poter dire che presto avremo i cantieri e questa sarà una grande opportunità per la città. Stiamo preparando, inoltre, un bando per l’assegnazione di alloggi popolari, l’ultimo risaliva al 2008 , adesso le regole per l’assegnazione sono cambiate e in graduatoria abbiamo già 700 persone in attesa”. Per il direttore dello Iacp di Trapani Pietro Savona: “Dobbiamo rivedere alcuni concetti. Il recupero di alloggi popolari attraverso interventi di manutenzione straordinaria oggi rappresenta per certi versi una nuova costruzione se teniamo conto che il recupero oggi si muove su grandi linee di intervento, come l’utilizzo di nuovi modelli edilizi, la riqualificazione energetica, il recupero di spazi per scopi destinati ad aumentare la socialità, quest’ultimo tema parecchio caro di questi tempi successivi alla pandemia che ci ha costretto a certi distanziamenti sociali. In questo ambito rilievo hanno tre interventi finanziati dal PO Fesr Sicilia 2014/2020 e che sono già in corso di attuazione a Trapani, Marsala e Alcamo”. Il recupero edilizio riguarda immobili di proprietà comunale, rispettivamente si tratterà di 24, 25 e 20 alloggi che avranno specifiche destinazioni. “La richiesta di alloggi popolari oggi ha soprattutto il volto di giovani coppie, anziani, famiglie con sofferto disagio, migranti che qui hanno ottenuto accoglienza, e verso di loro con questi interventi ci stiamo rivolgendo” ha aggiunto Savona che ha poi proposto “l’assegnazione dei beni confiscati alla mafia agli Iacp per soddisfare le esigenze abitative dei cittadini”.