Il Tribunale annulla

Ordinanza revocata per il mafioso Asaro e per la cognata Occhipinti e per Maria Amato

Il Tribunale del Riesame di Palermo ha revocato le misure cautelari della custodia in carcere per il conclamato boss mafioso di Castellammare del Golfo, Mariano Asaro, e dell’obbligo di dimora per la cognata Maria Vincenza Occhipinti, e per Maria Amat. I tre indagati sono stati difesi, Asaro e Occhipinti, dall’avv. Donatella Buscaino, Amato dall’avv. Salvatore Longo. Le decisioni sono state depositate ieri dai giudici del riesame che così hanno annullato, per Asaro, Occhipinti e Amato, l’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Palermo, giudice Claudia Rosini. L’indagine come si ricorda, riguarda anche due politici, il sindaco di Paceco, Giuseppe Scarcella e l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello, indagati per concorso esterno in associazione mafiosa. La Procura di Palermo aveva chiesto per Ruggirello l’arresto, ma il gip ha respinto la richiesta dei magistrati antimafia. Per Paolo Ruggirello, che si trova agli arresti domiciliari e già sotto processo, si tratta di una seconda inchiesta antimafia che lo riguarda, a marzo 2019 fu infatti arrestato nell’ambito del blitz dei Carabinieri di Trapani, denominato “Scrigno”, per via di suoi stretti rapporti con il capo mafia di Paceco, Carmelo Salerno, e con i capi mafia di Trapani, Franco e Pietro Virga. Asaro è indagato per avere tentato tramite anche addentellati con la cosca di Paceco, l’apertura di un ambulatorio sanitario, intestato fittiziamente a prestanome. Ma il nome di Asaro di recente è venuto fuori durante la requisitoria del pm calabrese Giuseppe Lombardo, nel contesto del processo “Ndrangheta stragista” che ha visto la condanna all’ergastolo del boss palermitano Giuseppe Graviano e di quello calabrese Rocco Filippone. Asaro è stato citato a proposito dei suoi collegamenti con la massoneria. Mariano Asaro torna così adesso a riconquistare la libertà. Era tornato libero, prima dell’ultimo recente arresto, nel giugno 2018, dopo avere espiato una lunga condanna per associazione mafiosa ed estorsioni. Il nome di Maria Amato è stato messo in relazione al pacecoto Rocco Coppola, suo marito, indicato nell’ordinanza come pregiudicato per mafia, in realtà Coppola fu assolto da questo reato.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.