Emanuele Scimemi arrestato dalla Polizia, era suo il magazzino con oltre 100 chili di materiale esplodente
Il gip del Tribunale di Trapani, giudice Samuele Corso, ha posto agli arresti domiciliari, con l’obbligo all’uso del braccialetto elettronico, Emanuele Scimemi, 34 anni, pregiudicato, arrestato nei giorni scorsi dalla Squadra Mobile di Trapani perché trovato in possesso sia nella sua abitazione sia nel magazzino di pertinenza di pericoloso materiale esplodente, per oltre 100 chilogrammi. Polvere nera di alluminio, artifizi pirotecnici e tutto il materiale occorrente alla preparazione dei “botti” di diverso tipo e misura, sono stati trovati dai poliziotti all’esito di una perquisizione condotta lo scorso 22 luglio, chiesta dalla Procura di Verona. Lì infatti la Polizia Postale aveva intercettato un pacco con dentro materiale pirotecnico illegale, e le indagini hanno fatto arrivare i poliziotti a Trapani, all’abitazione nel rione popolare di Sant’Alberto, in viale Marche, abitata dallo Scimemi. In totale sono stati 66 i reperti censiti dai poliziotti, tra questi diversi artifizi pirotecnici pronti per la commercializzazione, in totale 1132, e ancora 25 bomba carta, trovato anche materiale informatico, tale da far sospettare che lo Scimemi possa essere un abile hacker. Secondo il gip Corso Scimemi non è un occasionale produttore di materiale pirotecnico, ma da un primo esame del materiale informatico in suo possesso, è risultato essere per il giudice un produttore e un commerciante , ovviamente abusivo e privo di qualsiasi licenza all’uso di questo pericoloso materiale, parecchio attivo. Peraltro nel magazzino non sarebbe stata trovata alcuna misura di sicurezza da impiegare in caso di incendi. Una esplosione avrebbe potuto mandare giù l’intera palazzina e danneggiare quelle vicine. Un pericolo evitato in una zona densamente abitata della città di Trapani. “Sono un appassionato di materiale pirotecnico” così si è difeso Scimemi all’udienza di convalida del suo fermo, e ha sostenuto di non sapere che era necessaria una autorizzazione per la sua attività. Su internet ha detto di avere acquistato il materiale e sempre sul web ha scoperto come confezionare gli artifizi pirotecnici, “ma solo per esperimenti personali, volevo diventare più esperto per passare poi a commercializzare mie produzioni”. “Su internet ho messo in vendita i prodotti, erano quelli da me acquistati on line , io – ha ancora detto al pm – mi limitavo a mettere una etichetta per ufficializzare la commercializzazione”, Ha anche escluso che con lui abbia collaborato qualcun altro. Il giudice gli ha contestato il possesso illegale di esplosivi con l’aggravante della micidialità del materiale posto sotto sequestro e inviato al nucleo artificieri della Questura di Palermo. La Procura aveva chiesto la custodia in carcere per Scimemi, ma il gip ha preferito applicare gli arresti domiciliari con l’obbligo per l’indagato a non accedere al magazzino si sua pertinenza. Quella messo a segno dalla Squadra Mobile di Trapani è stato un colpo importante contro l’abusiva produzione di questo materiale, grazie anche all’attività della Polizia Postale che a Verona ha intercettato una spedizione fatta da Scimemi, una decina di artifizi pirotecnici denominati “thunder”, tuono.