L’Ispettore di Polizia Vincenzo Lucchese, colui che, nel tentativo di impedire la fuga di alcuni migranti dall’ex CAS di Marsala, si è fratturato la tibia, sta meglio e la prossima settimana sarà sottoposto ad intervento chirurgico
Vincenzo Lucchese, l’ispettore che ha avuto un danno fisico per impedire la fuga di migranti dall’ex CAS a Marsala, da noi raggiunto, ci rassicura sul suo stato di salute, anche se sottolinea che è innegabile il dolore e oltretutto per la situazione in cui si è trovato “poteva andare peggio”.
Problemi dell’accoglienza che si mettono in risalto in questo caso, in particolar modo in riferimento alla struttura dedicata a ciò, come denunciato già in precedenza dal Sindacato SIULP, che però “ha avuto come risultato quello che è successo a Lucchese”, come tiene a sottolineare Gianfranco Poma, Polfer di Trapani nonché Segretario Generale Provinciale del SIULP, da noi raggiunto telefonicamente. Poma ci ha parlato di una struttura inadeguata, che ha portato all’ennesimo tentativo di fuga”.
“All’inizio – afferma il Segretario Generale Provinciale del SIULP – la struttura conteneva 85 ospiti ed ad oggi ne sono rimasti una quindicina, cioé quelli che non hanno cercato di fuggire. Tutto questo “la dice lunga sulla sicurezza del luogo – continua Poma -, che è stato individuato in una situazione di emergenza, perché il Cara di Milo è chiuso per lavori in corso, a causa dei danneggiamenti dell’anno scorso, e quindi viene utilizzata la struttura di Valderice, che ne dovrebbe contenere un centinaio, e questa di Marsala come struttura di supporto, ma subito era stato messo in risalto che il sito non andava bene”.
Struttura non adatta si traduce in non sicurezza per gli operatori di Polizia, ma anche per i cittadini, come ci conferma Poma: “qualcuno ha avuto danni alle autovetture, perché i fuggitivi si calavano dalla canna fumaria e utilizzavano materassi per attutire la caduta sulle auto. Un problema di ordine pubblico, perché la struttura confina con appartamenti privati, quindi non idonea al contenimento di questo tipo di ospiti” ed inoltre, sempre inerente a quest’aspetto Poma ci da’ notizia che “sono state trovate armi improprie all’interno della struttura, derivanti da pezzi di metalli o vetro”.
Oltre alla inadeguatezza della struttura, il Segretario Generale Provinciale del SIULP ci pone la questione nazionalità dei migranti, per la maggior parte tunisina, “quindi – sottolinea Poma – se identificati vengono riportati in patria, così per evitare questo si disfanno dei documenti e scappano, perché se fermati e identificati vengono rimpatriati”.
Un altro aspetto del problema è il campo sanitario: i controlli vengono effettuati dall’Asp, ma le strutture anche in questo caso risultano inadeguate, visto il rischio fuga. Concetto sottolineato da Poma e Lucchese
Poma e Lucchese tengono a sottolineare che tutto questo non deve portare a pensieri di razzismo, che nulla ha a che fare con la questione in se. Per sgomberare ulteriormente il campo, Lucchese ha tenuto a precisare che se da un lato ci sono problemi strutturali e qualcuno che non sta alle regole, dall’altro lato si possono notare migranti che invece seguono le regole, “quindi non bisogna fare di tutta l’erba un fascio”. Infine l’Ispettore ci racconta dei suoi rapporti con i migranti nel paese dove opera, Castellammare del Golfo: rapporti ottimi “con chi ha diritto e chi si comporta bene. Chi non cerca di prendere in giro è aiutato in tutti i modi legali”.