Un ragazzo ucciso a calci e pugni perché intervenuto per difendere un amico. La sua morte non cada nel dimenticatoio
Una storia amara quella che ha visto la morte di Willy Moteiro Duerte, ventunenne ucciso a Colleferro (Roma) lo scorso fine settimana, perché era intervenuto in una lite a difesa di un amico. Due i messaggi di questa storia, uno che chi ha commesso il delitto è l’esempio di una parte della realtà che ci circonda e vede la violenza come mezzo per sentirsi importante e furbo, due di contro la gentilezza e il valore dell’amicizia che esiste, ma che molte volte non si manifesta con il coraggio, come quello espresso da Willy. In estrema sintesi una storia che dovrebbe insegnare a tutti che è meglio un mondo della gentilezza che della violenza, quest’ultima genera morte e solo morte.
Tanti nei social, e non solo, si sono dichiarati sconvolti e amareggiati, alcuni non credevano che una cosa del genere potesse accadere nella realtà, ma la confinavano a scene da film. Questa tragedia ha svegliato un po’ tutti ed ha avuto l’effetto di vedere realizzate tante iniziative per Willy e tante programmate, tra queste quella della Parrocchia SS. Salvatore di Trapani con un titolo davvero bello e significativo: “Nessuno ha amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici (Gv 15,13). L’iniziativa avrà luogo oggi 11 Settembre e consta della celebrazione Eucaristica alle ore 20.30 e dell’Adorazione Eucaristica comunitaria, veglia di preghiera per Willy e per tutte le vittime delle violenze.