Zamparini è sotto torchio, le inchieste che lo vedono attore principale vanno avanti, la magistratura cerca di far luce su una presunta pressione su Zamparini per assumere nel nuovo Centro Commerciale e per la costruzione del nuovo stadio, personale deciso dalle cosche mafiose. In pratica Zamparini sarebbe “vittima” di una vecchia prassi della mafia che entra nelle aziende e mediante personale di fiducia controlla tutto. Inoltre, così crea un pensiero pericolosissimo, la mafia dà posti di lavoro, questo si traduce in consenso o non ostilità da parte dei cittadini, anche onesti.
Zamparini si difende da tutto questo affermando: “Non sono mai stato avvicinato dai mafiosi, così come i miei collaboratori. In questa vicenda è anche difficile ritenersi parte lesa perché io non c’entro assolutamente niente. Inoltre – aggiunge Zamparini – è impossibile che la mafia possa mettere le mani su appalti che non esistono. Sullo stadio non esistono autorizzazioni, esiste solo un progetto di massima. Se io sono ancora qui è perché non è successo niente del genere, sennò sarei in Friuli e non mi vedreste più”.
Nell’operazione, per far luce su tutto questo, è stato arrestato Giovanni Li Causi, titolare del bar all’interno dello stadio Barbera. Per gli inquirenti lui avrebbe tentato di far assegnare spazi all’interno del centro commerciale, ormai quasi pronto, a negozianti “amici”.