Caos ministeriale

Il senatore Giarrusso solleva il caso di un circolare del Ministero della Giustizia e della revoca disposta dal Dap: “Prima vieta impugnazione dei provvedimenti dei giudici di sorveglianza per i 41bis, poi revoca la circolare”

Sorgono dubbi sugli ultimi provvedimenti del ministero della Giustizia in tema carceri e regime di carcere duro. A sollevarli è il senatore del gruppo misto e componente della Commissione Antimafia Mario Michele Giarrusso che su Facebook ha pubblicato un post riportando alcune recenti circolari emanate da via Arenula passate in sordina al grande pubblico. Si tratta di due circolari, scrive il senatore. Con la prima circolare del 29 Settembre, spiega Giarrusso, “il Ministero della Giustizia, rivolgendosi alle strutture dove sono detenuti mafiosi ristretti al 41 bis, ordina che i provvedimenti dei giudici di sorveglianza che accolgono le pretese dei mafiosi in regime di 41 bis, non devono essere impugnate ne si deve fornire documentazione all’avvocatura per impugnarle”.
Con la seconda circolare, invece, emanata il 1° ottobre, “si revoca con effetto immediato la prima”.
Quindi, secondo l’ex parlamentare del M5S, “il Ministero prima ha preso una posizione indubbiamente favorevole ai detenuti mafiosi e poi ha precipitosamente fatto marcia indietro. La prima ordinanza peraltro – ha continuato Giarrusso – è di notevole gravità, perché tendente a paralizzare l’azione dello Stato nel contrasto alle mafie, impedendo e vietando addirittura l’impugnazione di provvedimenti favorevoli ai mafiosi.
Con la seconda ordinanza, si pone rimedio alla prima, revocandola”.
Una mossa oggettivamente sospetta e discutibile. “Ma come è possibile che succedano cose simili al ministero della Giustizia?”, si chiede il senatore. “Possibile che non ci sia una linea politica di contrasto alle mafie e che siano possibili simili sbandamenti? Abbiamo o no un Ministro della Giustizia? A leggere questi atti si percepisce il gravissimo disordine e lo sbandamento in cui versa il Ministero della Giustizia. Risulta evidente che mancano direttive chiare, che manca la guida politica e così il primo che si alza, prova a fare un enorme regalo alle mafie”. “Siamo un paese allo sbando. – afferma – La prossima settimana presenterò una interrogazione urgente per chiedere spiegazioni di tale assurda vicenda”. Giarrusso ha quindi annunciato che chiederà “alla Commissione Antimafia di occuparsi di questa grave vicenda convocando in audizione i protagonisti”.
Giarrusso ha anche pubblicato le foto delle circolari in questione e si apprende così che il primo provvedimento è stato firmato dal direttore generale, Riccardo Turrini Vita, già presidente di Una Voce Italia giudice della Corte d’Appello del Vaticano, figura di rilievo all’interno degli uffici del ministero. Diversamente la revoca è firmata dal Capo del Dap, Dino Petralia, e dal vice, Roberto Tartaglia, evidentemente intervenuti per annullare quella che poteva rappresentare l’ennesima anomalia in tema di carcerario sviluppata dal Governo.
*fonte Antimafiaduemila

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