Erice: nuovo capitolo delle indagini: l’ex vice sindaco Catalano denuncia anche la sindaca Toscano, ma il pm chiede l’archiviazione
Sempre di più il Palazzo Municipale di Erice sembra essere diventato il palazzo dei veleni. C’è stato anche una sorta di corvo, per via di alcune lettere anonime, ma al punto in cui la vicenda giudiziaria è arrivata – dopo l’arresto e il patteggiamento dell’ex vice sindaco arch. Angelo Catalano, la misura cautelare prima applicata e poi revocata alla sindaca Toscano – non si può non definirlo il Palazzo dei veleni. Accuse, ripicche, vendette. L’arch. Angelo Catalano ha preso così carta e penna, dopo avere visto conclusa la propria vicenda giudiziaria, definita col patteggiamento, e ha deciso di querelare tutti quelli che lo hanno accusato o intercettati sono stati sentiti parlar male di lui. Molto male. Liberatosi dai propri guai giudiziari, Catalano si è letto tutti gli atti raccolti nel proprio procedimento, ha letto gli interrogatori e le trascrizioni delle conversazioni telefoniche e ambientali, e si è sentito così diffamato e calunniato. Ha querelato così la sindaca Daniela Toscano, i consiglieri e assessori comunali Gian Vito Mauro, Gian Rosario Simonte, Giuseppe Spagnolo, Vincenzo De Marco, il dirigente tecnico del comune Pietro Pedone e l’imprenditore Riccardo Agliano. A carico di ognuno ha scritto ciò che ha ritenuto essere prova della lamentata diffamazione e calunnia. Non gli sono piaciuti alcuni giudizi sul suo conto, indicato come personaggio che “cumannava” (comandava) dentro al Comune, di essere “rompiballe”, “sfascista”, “incapace di fare anche l’amministratore di un condominio”- In alcune conversazioni c’è chi tra i querelati addirittura mise in dubbio la sua “laurea” e che era “inviso” anche all’interno dell’Ordine degli Architetti. Le denunzie-querele sono state presentate da Catalano nell’agosto dell’anno scorso alla Digos di Trapani. Querela pesante quella presentata da Catalano contro la sindaca Toscano: Catalano ha letto che in alcune conversazioni trascritte la sindaca lo ha indicato come un “maschilista e fascista” o ancora uno capace solo di fare “inchiappamenti” e di essere un soggetto “completamente pazzo”. Lo scorso febbraio, ma la notizia si è appresa adesso, a Procura di Trapani, titolare del fascicolo è il pm Franco Belvisi, lo stesso che si sta occupando dello scandalo ericino, ha chiesto l’archiviazione, ravvisando semmai nel querelante una condotta calunniosa, “fatti infondati” e comportamento “strumentale”. Catalano con l’avv. Michele Renda ha però presentato opposizione. Un documento di circa 400 pagine. Il gip dovrà adesso fissare l’udienza per decidere se archiviare o meno le sette querele presentate dall’ex vice sindaco di Erice. Ma intanto sia dalla richiesta di archiviazione sia dall’opposizione, viene fuori il tenore delle conversazioni intercettate nella fase preliminare delle indagini che portarono all’arresto di Catalano. Altre intercettazioni o scambi attraverso whatsapp sono state riportate nell’opposizione alla richiesta di archiviazione. Se non viene fuori uno spaccato almeno per la Procura non penalmente perseguibile, viene fuori il clima politico arroventato che ha riguardato l’amministrazione comunale di Erice. Assessori e consiglieri comunali gli uni contro gli altri armati, consiglieri e funzionari pubblici che si registravano a vicenda, mirando così ad attirare l’attenzione della magistratura, addirittura in certe parti dell’opposizione presentata da Catalano si legge di amanti e di favori sessuali in cambio di far agevolare una pratica o bloccarne un’altra. Nulla a che vedere con certe cronache scandalistiche o voci messe in giro negli ultimi periodi sull’esistenza di circoli privati dove certi politici trascorrevano le serate, ma qualcosa di più semplice e comunque capace di stendere tinte opache su alcuni pubblici funzionari. La Procura comunque non appare credere Catalano anche su questi racconti. Ma ovviamente l’esame della magistratura è finalizzato alla ricerca di violazioni di carattere penale. Se si trattasse, come pare, di comportamenti non penalmente rilevanti, indubbiamente risultano eticamente e moralmente disdicevoli. Semprecchè si tratti di racconti veri. Probabilmente, vien da pensare, certi scandali vociferati in giro non è escluso che abbiamo preso spunto dalle conoscenze che l’ex vice sindaco ha detto di sapere. E qualche manina ha portato certe veline in mano ai giornalisti, pronti più a far scandalo che non raccontare per bene gli accadimenti. A questo punto forse parlare solo di Palazzo dei veleni è poca cosa. Forse siamo dinanzi a veri e propri complotti per fermare carriere politiche e facilitarne altri. E il Consiglio comunale di Erice in certe sue parti appare come un vero e proprio immondezzaio, dove certi richiami alla moralità sarebbero stati messi in atto più per far scena che far altro di maggiormente vero. Le intercettazioni? ve le proporremo in una prossima puntata.