Confisca cancellata

La Cassazione fa restituire i beni all’imprenditore Michele Mazzara, conferma solo la sorveglianza speciale

E’ una sentenza che certamente farà discutere, soprattutto se sono confermati i retroscena. La Cassazione ha annullato infatti la confisca di beni che cinque anni addietro colpì l’imprenditore Michele Mazzara, 60 anni, il cosiddetto “Berlusconi di Dattilo”. Si tratta di un patrimonio ingente, all’epoca valutato per oltre 25 milioni di euro. Terreni, immobili, residence, un albergo a San Vito Lo Capo, imprese edili e agricole. Mazzara nella proposta di sequestro venne indicato come una delle menti economiche a disposizione della cosca mafiosa trapanese, legato parecchio al mondo della politica, in rapporti stretti con un paio di parlamentari del centrodestra. Nel 1997 fu arrestato per avere favorito la latitanza di boss mafiosi del calibro di Matteo Messina Denaro e fu condannato a 14 mesi di reclusione. Un’altra condanna subì nel 2015 per intestazione fittizia di beni, 4 anni e 3 mesi, ma i giudici del Tribunale di Trapani esclusero l’aggravante mafiosa che invece era stata chiesta dal pubblico ministero. Le indagini di Polizia e Guardia di Finanza, che vennero accolte come prove precise nelle sentenze di confisca di primo grado e di appello, indicarono il periodo successivo alla sua condanna per favoreggiamento alla mafia come punto temporale di partenza dell’escalation imprenditoriale di Mazzara. La Cassazione ha però adesso revocato la confisca e confermato la sorveglianza speciale inflitta a Mazzara, riconoscendo dunque una sua pericolosità sociale. I rapporti con uomini di Cosa nostra sono cristallizzati in diversi rapporti informativi. La sentenza della Cassazione è di qualche giorno addietro. Secondo notizie ufficiose sembra che la revoca della confisca sia scaturita da un vizio di forma, cioè la mancata trasmissione degli atti del procedimento di appello alla massima corte. La Corte di Appello di Palermo o non li ha trasmessi o li ha inviati in ritardo.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.