E ci siamo svegliati svizzeri

Trapani calcio, il tifo per il magnate elvetico Renè De Picciotto

Sono i paradossi che possono accadere. In una terra che ha avuto a che fare con i “picciotti”, nell’800 con quelli di Garibaldi, negli anni a venire con quelli di Riina e Messina Denaro, c’è un De Picciotto che arriva e si dice pronto a salvare la storia del Trapani calcio. Passando però per Dattilo che a storia di “picciotti” di mafia, ancora oggi, non sta certo messa male. Lo svizzero Renè De Picciotto, 77 anni ben portati, è sbarcato ieri a Trapani dal suo aereo personale, e si è catapultato allo stadio provinciale per assistere alla partita interna del Dattilo, tra le favorite dell’appena iniziato campionato di Serie D. Finanziere italo svizzero, banchiere in Svizzera fino al 2003, maxi patrimonio da mezzo miliardo di euro accresciuto per gli investimenti azzeccati in diversi settori, non ultimo quello alberghiero, si occupa di calcio, del Lecce, ha rilevato immobili di pregio, come adesso dice di apprestarsi a fare dell’edificio che a Trapani fu sede della Banca d’Italia, dopo essere stato negli anni della guerra sede del Teatro che Trapani non ebbe più dopo un violento bombardamento che lo sventrò. Appare come uno che vuol fare da se, progetto preciso, prendere il Dattilo e il titolo del Trapani calcio, fare nuovamente sognare i tifosi granata, dopo le esperienze fallimentari del dopo Morace. Non ha bisogno di imprenditori locali, così dice, lui che di impresa e investimenti ne capisce molto bene, probabilmente già a pelle , come suol dirsi, ha capito con chi ha a che fare, anzi meglio con chi non avere a che fare. I prossimi giorni pare saranno decisivi a proposito di investimenti nel calcio e per il futuro della città. La sede che fu della Banca d’Italia potrebbe diventare la sede di un albergo e in terrazza magari un giardino pensile, affacciato sul porto, come quello dallo stesso imprenditore realizzato a Lecce nel punto più in alto dell’ex Banco di Napoli. Trapani da ieri si è scoperta essere vicino alla Svizzera come non mai. O meglio un po’ elvetici lo eravamo diventati per colpa di quei certi “picciotti” che a Berna e Zurigo vanno per fare affari e investimenti, depositare e prelevare i loro soldi dalle banche note per sapere mantenere i segreti più inconfessabili, trafficare in armi e opere d’arte agli ordini del boss Matteo Messina Denaro. Questa sembra essere un’altra Svizzera. quella dei buoni investimenti, certo per arrivare a questo punto noi di questa latitudine ci siamo dovuti trovare in fondo al barile, a raschiare il fondo, e come accade in questi momenti può accadere che arrivi qualcuno a sfruttare il momento. Ma è difficile al momento dare a Renè De Picciotto il volto di chi arriva per speculare, forse questa certa idea l’aveva qualche imprenditore locale che a proposito di Trapani calcio pare fosse messo lì in attesa di potere prendere la squadra per un paio di spiccioli di euro. Per la cronaca, la partita di ieri al provinciale, ci dicono i colleghi bene informati dello sport, non era una di quelle di cartello, ma per la presenza dell’imprenditore svizzero in tribuna lo è diventata. Il Dattilo con due reti ha avuto la meglio sul Roccella incapace di violare la rete dell’undici pacecoto. Ieri così ad ora di pranzo ci siamo ritrovati svizzeri, lo resteremo per i prossimi tre giorni, è presto per dire come finirà.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.