Dodici ore di paura e sangue freddo VIDEO

Mazara: l’uomo che per ore ha minacciato un insano gesto anche contro il figlioletto. La Polizia ha saputo evitare il peggio

Storie di amori che finiscono, di coppie che si dividono, di padri che hanno paura di non vedere più i figli. Per fortuna giovedì scorso a Mazara 2 ci si è fermati come cronisti a raccontare la violenta crisi che ha colpito un uomo a tal punto da barricarsi in casa, a Mazara, tenendo con se il figlio di quattro anni, armato e con la minaccia di provocare una grave tragedia. Ci sono anche altre storie. Storie di donne e uomini armati di grande sangue freddo, capaci a restare con i piedi saldi per terra nei momenti in cui tutto sembra tracimare nella violenza, la peggiore quando di mezzo c’è un bambino, di tenere testa al pericolo per dodici ore filate come successo giovedì nel rione popolare di Mazara 2. Gli agenti del questore Salvatore La Rosa, che nemmeno per un attimo si è allontanato dal stare assieme ai suoi poliziotti, sono riusciti a spuntarla, rendendo salva la vita di quel bambino ed evitando che il padre mettesse in atto il suo piano. A contribuire all’esito positivo di quelle dodici ore al cardiopalma sono stati il figlio maggiore dell’uomo, una psicologa e una assistente sociale. E alcuni amici dell’uomo che per ore e ore è rimasto dietro una finestra della sua casa al primo piano della palazzina popolare. La sua resa quando a Mazara erano già arrivati i poliziotti super addestrati dei Nocs che avevano il compito di entrare in quella abitazione per disarmare l’uomo, evitare atti di autolesionismo e togliere da lui il figlioletto. Non ce ne è stato bisogno. Dapprima l’uomo ha consegnato l’arma che minacciava di usare contro il figlio e contro se stesso, poi trascorsa qualche ora ha fatto uscire di casa il figlio che per fortuna sembra non essersi accorto mai di nulla, e infine si è fatto trovare seduto, oramai disarmato, al tavola della cucina. Un buon risultato per i poliziotti della Squadra Mobile diretta da Emanuele Fattori, ha tirato un sospiro di sollievo anche il suo vice, Salvatore Avvento che ha tenuto testa all’uomo, invitandolo alla fine a smetterla quando oramai la situazione di pericolo era scemata via. Una giornata che era cominciata per gli agenti del commissariato di Mazara come tante altre, interrotta dalla telefonata del legale dell’uomo, un pregiudicato, che informava di aver saputo dal proprio assistito delle sue intenzioni di uccidere il figlio e di uccidersi lui stesso. Lontano da casa la sua compagna e mamma del bimbo, raggiunta a Lecco di quello che stava accadendo. Anche lei subito raggiunta da altri poliziotti per essere aiutata. L’uomo per tutta la giornata le ha mandato decine e decine di messaggi, col tentativo di riuscire a farsi chiamare, la donna non l’ha mai fatto perché la preoccupazione degli agenti era quella che il suo compagno mettesse in atto il suo piano, per così dire “in diretta”. Sangue freddo ce ne è voluto davvero tanto per arrivare alla fine di quella estenuante trattativa. Protagonista un uomo di 59 anni che aveva paura di una possibile sottrazione del figlio dopo che la sua compagna aveva deciso, da appena qualche giorno, di allontanarsi da casa provocando una separazione di fatto. La donna è stata tempestata da una serie di messaggi inquietanti, gli stessi messaggi mandati dall’uomo ad altri suoi familiari, il tenore sempre uguale, la minaccia di compiere un insano gesto contro il bimbo e contro sé stesso. Dopo la consegna dell’arma, la decisione di far entrare a casa la psicologa e l’assistente sociale e il figlio maggiorenne dell’uomo. Dietro di loro, sulle scale, sono rimasti i Nocs, fatti arrivare da Roma, specializzati ad affrontare situazioni di grave pericolo, equipaggiati per fare irruzione. Non ce ne è stato bisogno, il bimbo usciva da casa col fratello, poi le due donne, la psicologa e l’assistente sociale uscivano anche loro dicendo ai poliziotti che tutto era finito. L’uomo si è consegnato senza opporre resistenza. Contro di lui le accuse di sequestro di persona, violenza privata aggravata e detenzione abusiva di arma alterata. Una giornata particolarmente pericolosa, sembra la trama di una storia del commissario Montalbano, solo che il commissario è reale e si chiama Salvatore Avvento, che alla fine si siede a tavola per accendersi una sigaretta con l’uomo col quale per dodici ora aveva parlato per dissuaderlo dai suoi propositi.

CONDIVIDI
Commenti Facebook
Articolo precedenteIl lockdown con gli occhi delle lavoratrici della Cisl
Articolo successivoPalazzo Crociferi in rosa: Castellammare aderisce alla campagna dell’Airc per la prevenzione del tumore al seno
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.