“È stata dunque avviata la procedura della manifestazione d’interesse con un avviso pubblico che conteneva i requisiti per potervi partecipare. Requisiti stringenti, legati alla professionalità ed all’esperienza dei candidati. La selezione successiva, effettuata democraticamente dal Consiglio d’amministrazione della Fondazione, è stata conseguente ed in linea con il principio fondamentale e con le regole stabilite. Preso atto dei curricula, infatti, i membri del Cda hanno preso la decisione sulla base di parametri tecnico-culturali. Tale percorso è stato definito da chi è legittimato a farlo, cioè il vertice dell’Ente e non l’Amministrazione Comunale, sebbene l’Ente sia proprietà del Comune di Erice. Ma in diritto la forma spesso è sostanza.
Di fronte ad una procedura indiscutibilmente lineare, disinteressata e pubblica, risultano dunque come note stonate le dichiarazioni diramate alla stampa da alcuni che offuscano, verosimilmente a fini politici, ciò che è una manifestazione di assoluta ed innegabile democrazia. Dichiarazioni che a tratti sanno di censura e che confliggono in maniera evidente con tale sacrosanto principio che pure pare ispirare alcuni Partiti politici.
Qui, infatti, non stiamo parlando di una nomina diretta, cioè di una scelta di carattere politico. Anzi, qui la politica non c’entra proprio nulla, dunque appare assolutamente fuori luogo, miope ed anche strumentale l’accusa secondo la quale la scelta del professor Guerri porterebbe ad una temuta deriva a destra. Il professor Bruno Guerri, figura di altissima caratura culturale, avrà infatti come interlocutore istituzionale il Consiglio d’amministrazione della Fondazione, presieduto dalla Sindaca Daniela Toscano, del quale peraltro il Primo cittadino non farà più parte, a partire dal prossimo Cda, in base al nuovo statuto approvato dalla giunta e in attesa di approvazione del Consiglio comunale.
Nella sua responsabilità di Sovrintendente e nella sua autonomia di giudizio, il professor Guerri dovrà seguire e concretizzare le linee guida del progetto culturale della Fondazione che sono parte integrante del progetto di governo dell’Amministrazione Toscano.
Dunque suggerisco di lasciar lavorare il professor Bruno Guerri e la Fondazione. Le democratiche critiche, se necessarie, hanno l’obbligo morale ed etico di attendere il giusto tempo”.