Si terrà a Febbraio dinanzi al gup: richiesta di rinvio a giudizio per l’ex deputato Norino Fratello
Coop, migranti, accoglienza. Dietro questo scenario ci sono state indagini, partite dal nucleo di polizia giudiziaria della Forestale, approfondite dai Carabinieri, coordinate da un pool di magistrati della Procura di Trapani, che hanno disvelato affari illeciti e altro. Un mondo segreto dove a fare da collante sarebbero stati appartenenti alla massoneria. Per adesso c’è una richiesta di rinvio a giudizio e la relativa udienza preliminare fissata per il 22 febbraio del prossimo anno. Principale indagato l’ex deputato regionale Norino Fratello, arrestato due anni addietro dai Carabinieri e indagato con suo fratello Salvatore nell’ambito dell’operazione “Brother”. La Procura di Trapani – pm Sara Morri e Francesca Urbani – vuole portare a processo con i due Fratello altre 12 persone, indagate a vario titolo per estorsione, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, evasione fiscale, mancato versamento dei contributi. Si tratta di Maria Adragna, Davide Amodeo, Gaetano Calvaruso, Cristina Coppola, Benedetto Costantino, Antonino D’Angelo, Sebastiano D’Angelo, Maria Fileccia, Baldassare Marchese, Patrizia Messina, Anna Maria Montemagno e Marisa Oliveri. L’ex deputato Norino Fratello è accusato di aver violato le prescrizioni previste per i condannati per mafia, controllando in maniera occulta quattro coop (Dimensione Uomo 2000, Letizia, Consorzio Servizi e Solidarietà, Benessere) che gestivano dei centri d’accoglienza ad Alcamo e Castellammare del Golfo, con picchi di 250 migranti, e due società di gestione di centri sportivi (Wellness Sport Center e Sport-E) oltre che una multiproprietà a Favignana.
Nel corso dell’indagine sono emersi i contatti politico-affaristici per l’apertura di alcuni centri d’accoglienza tra l’on. Fratello ed un altro ex deputato, Giovanni Lo Sciuto, poi arrestato nel blitz Artemisia, indagato per aver costituito una loggia massonica coperta. Secondo i pm Fratello avrebbe percepito indebitamente dall’Inps delle indennità di maternità di cinque dipendenti, “in realtà mai corrisposta ai lavoratori”. Ma è accusato anche di estorsione in concorso con Antonino D’Angelo e Benedetto Costantino, 73 enne sfuggito a un agguato di mafia e fratello di un indiziato mafioso ucciso nel 1989 dal latitante Matteo Messina Denaro. Nel mirino quali “vittime” dell’on. Fratello secondo i pm erano finiti l’ex prestanome Lorenzo La Rocca, che nel 2015 decise di raccontare ai magistrati il sistema illecito delle cooperative, e il suo legale di fiducia, l’avvocato Josè Libero Bonomo. I fatti contestati risalgono all’ottobre 2017, quando con “minacce, implicite, in ordine ai ‘guai’ che avrebbe passato (l’avvocato ndr) laddove non avesse rinunciato all’assistenza legale in favore di Lorenzo la Rocca o comunque non avesse modificato le memorie difensive redatte nell’ambito del predetto mandato difensivo”. Le richieste riguardavano un procedimento pendente davanti al Tribunale di Palermo (sezione Lavoro), in cui La Rocca “aveva chiamato in causa Fratello in qualità di effettivo titolare della gestione”. Gli atti di indagine pare riguardino anche altre circostanze, una inchiesta che porterebbe dentro al cuore di pericolose connessioni regnanti nel trapanese.