Lo chiamavano “il presidente”

Blitz “Ruina”: il ruolo dell’ex numero uno dell’Atm, Salvatore Barone. L’atto di accusa: Stava a stretto contatto col boss Pidone, gestiva la cantina Kaggera secondo i voleri di Cosa nostra

Con il sindaco di Calatafimi Nino Accardo, Salvatore Barone, manager del trasporto pubblico urbano a Trapani ai tempi in cui esisteva la Sau, è l’altro eccellente indagato dell’operazione antimafia “Ruina”. Accardo ha ricevuto una informazione di garanzia e l’invito a comparire per un interrogatorio davanti ai pm di Palermo, Guido, Dessì e Padova (si è avvalso della facoltà di non rispondere), Barone invece è finito tra i 13 arrestati, per lui l’accusa è associazione mafiosa. Inamovibile dal suo posto di comando, già da quando a Trapani a comandare la politica era l’onorevole Francesco Canino, del quale Barone fu fidato seguace e per un periodo fu anche sindaco a Calatafimi. Scomparso Canino dalla scena politica, Barone ha sempre trovato altri riferimenti, sempre nell’ambito del centrodestra. Perfettamente saldato alla poltrona, anche quando la Sau sparì e arrivò l’Atm, della quale è stato direttore generale e poi presidente del cda dopo il suo pensionamento. Un pezzo grosso nella vita pubblica, ma anche in quella segreta di appartenente a Cosa nostra. Non è un punciutu, ma è come se lo fosse dicono i magistrati, stretto com’era al capo della famiglia i Calatafimi, Nicolò Pidone. A Calatafimi suo luogo di comando per eccellenza la cantina Kaggera. Lui è il presidente del Cda. Per questo i sodali quando parlano di lui lo chiamano “il presidente”. Controllare la cantina significa controllare un grosso pezzo dell’economia cittadina, gli ammassi di uva, i pagamenti ai soci, concordando le quote riconosciute a secondo dei casi e di chi sit trattava, le assunzioni, come quella di Veronica Musso, figlia dell’ergastolano Calogero, sposato con una delle figlie del defunto capo mafia di Trapani, Leonardo “Nanai” Crimi. L’assunzione della donna sarebbe stato il modo di garantire il sostentamento in carcere del padre. Per la Procura distrettuale non c’è stata cosa avvenuta dentro la Kaggera che non sia stata in linea con i desiderata della famiglia locale di Cosa nostra. Uomo saggio Barone. Aveva percepito che sebbene lo scenario mafioso non appariva in crisi, non bisognava però esagerare:

“..una cosa che io gli ho detto sempre … picciotti … aracio …  picciotti aracio … pi piacire … oggi lo vedi sono tranquilli c’è tutte le porte aperte … se hai bisogno dici guarda ho bisogno fammi lavorare … fammi fare sta cosa … me la fai fare quella cosa … fammi campare… e non gli puoi dire di no…”.

Le intercettazioni tradiscono la perfetta conoscenza di Barone delle dinamiche mafiose del mandamento di Alcamo, del quale fa parte la famiglia mafiosa di Calatafimi. Cosa che lo induce a stare attento, ma anche ad occuparsi freneticamente dei suoi interessi. In politica per esempio. Barone avrebbe partecipato alla compravendita di voti in favore del sindaco Accardo, e intanto riusciva a ottenere per la nipote, Manuela Fanara, l’incarico di vice sindaco, come si evince dall’intercettazione di un suo colloquio con Giuseppe Gennaro, titolare di una macelleria nella frazione di Xitta.

GENNARO:-… fai bene… come vanno la le cose?

BARONE :-… eh firriamu…

GENNARO:-… al comune …

BARONE :-… al comune si sono sistemate … almeno ora siamo più tranquilli…

GENNARO:-… eh…

BARONE :-… va bene con Nino si ci può parlare….

GENNARO:-… si… no …no….

BARONE :-… Nino è sempre a portata di mano, quindi …poi c’è mia figlioccia pure …

GENNARO:-… ah … e a tua figlioccia che incarico le hanno dato?

BARONE :-… vice sindaco…

BARONE :-… minchia … na marea di voti ci ficimu pigghiari

GENNARO:-… ma veru però ah…

BARONE :-… eh …

GENNARO:-… è stata la prima o

BARONE :-… la seconda…

GENNARO:-… c’è Mario prima?

BARONE :-… Filippo .. primo Filippo ….

GENNARO:-… ah il primo Filippo, addirittura pure a Mario ha superato?

BARONE :-… e na pocu di voti ci li dettimu all’atra fimmina picchi mi scantava

chi un’acchianava…

GENNARO:-… addirittura….

BARONE :-… chi era di idda… cioè propriu io u venerdì sira ci fici un casinu, ci

dissi, picciotti , na, na quarantina di voti passamuccilli a SGROI picchi

rischia di un’acchianari o acchianari giusta … giusta … dissi picchi amu a

rischiari … ci rissi chi me figghiozza è ncapu i quattrucentu … cinqucentu

voti pigghiau …

GENNARO:-… e Filippo quanti ne ha presi?

BARONE :-… 520 … 530 na cosa … si ma nuatri firriammo a tutti i banni …

GENNARO:-… u sacciu u sacciu…

BARONE :-… minchia a tutti banni a tutti banni, propriu un lassammu nenti pe strada

GENNARO:-… un lu capivi cu Filippu dicisti?

BARONE :-… no Filippo picchi era l’autru chi firriava, quindi duvi è chi

arrivavamu nuiatri c’era puru Filippu, difatti a Filippu cumu fai tu a levari

a Filippu … ognunu dicia … no io a Filippu un u toccu … io u me dutturi

un u toccu … e va be metticci a fimmina eh … eh….

La cantina Kaggera nelle mani di Barone sarebbe stata anche una sorta di cassaforte. Pidone all’occorrenza convocava Barone nella sua masseria, e poi si allontanavano in campagna per discutere, evitando intercettazioni dirette. Il contenuto delle conversazioni però veniva svelato in altre occasioni, quando Pidone riferiva agli altri di favori ottenuti, come quello in aiuto a Tommaso Leo, che pur non essendo socio della cantina, riceveva bonifici. A parlare con Pidone è Gaetano Placenza, anche lui appartenente alla cosca mafiosa, e vice presidente della Kaggera

PIDONE :-… ho parlato con il Presidente …

PLACENZA:-… ci hai parlato?…

PIDONE :-… è venuto qua…

PLACENZA:-… lui?…

PIDONE :-… si … gli ho detto … tu mi devi dire se io devo fare qualche domanda in carta

bollata per io parlare con te …

PIDONE :-…Saro … lui mi ha detto … poi vediamo … l’anno nuovo … l’anno nuovo … non hai niente di spaventarti … perché quella è socia … ci fai versare le quote … noi dobbiamo favorire … favorire a tutti … io non è che voglio dire a te cosa devi fare … però è giusto che tu … l’anno nuovo … facciamo la facciamo lavorare … entra un’altra … entra un altro … e va beh … non ti preoccupare …

PIDONE :-… quel folle là … (abbassano il tono della voce) … inc … mila euro … ora io

devo parlare con Saro … ho bisogno di parlare con lui …

PLACENZA:-… lui lunedì dice che è venuto … io non ne ho capito niente …

PIDONE :-… vedi organizzati per quando viene …

PLACENZA:-…ci facciamo una camminata …

PLACENZA:-… quella lunedì forse ci è andata … a prendere il mandato … si è fatta fare

il bonifico …

PIDONE :-… chi? …

PLACENZA:-… a quanto pare lunedì ci è andata …

PIDONE :-… lei?…

PLACENZA:-… si … me lo ha detto Gaetano … dice … ieri è venuta GIAPPONE (moglie di Tommaso Leo ndr) …dice…

PIDONE :-…perché deve firmare … GIAPPONE …

PLACENZA:-… no … prendendo il bonifico non c’è di bisogno … siccome lei forse aveva

qualche urgenza scadeva … qualche scadenza il giorno trenta … e forse ci è andata prima … e le hanno fatto il bonifico urgente …

Barone per i pm aveva precisa contezza dell’ambito mafioso al quale partecipava. Al solito illuminanti alcune conversazioni intercettate, come quella ancora con il mafioso Leo di Vita.

PLACENZA: sono qua con un amico nostro.. dice ma il presidente a me mi ha abbandonato..

BARONE : non ti ho abbandonato ..non ho abbandonato a nessuno io..

PLACENZA: aspetta un minuto che sta passando un trattore…mi hai capito?…

BARONE : si..si si..

PLACENZA: che devi fare?..

BARONE : ed ora a poco a poco lo sistemiamo pure a questo amico tuo..

PLACENZA: ah aspetta che te lo passo..

LEO : presidente..

BARONE : ehi..

LEO : buongiorno.. come siamo?.. niente ..qua parlavo con Tano.. ce la facciamo a fare questo coso questa settimana?..

BARONE : ed ora vediamo.. questa…questa settimana ormai è finita .. la settimana entrante vedo se ci riesco .. dai..

LEO : lunedì?..

BARONE : lunedì troppo semplice è .. in settimana .. fammi vedere come ci mettiamo ..e te la ..te la sistemo questa cosa..

PLACENZA: devi vedere di farci questo coso a questo?..

BARONE : ora glielo facciamo..

PLACENZA: perché giorno quindici ha un assegno..

BARONE : e di qua giorno quindici glielo sistemiamo.. non ti preoccupare..

PLACENZA: eh.. di qua a giorno quindici.. eh.. giorno quindici gli arriva.. perché i giorni ci vogliono e fai il bonifico!..

BARONE : ora vediamo dai…vediamo se ..parlando con Adele ci faccio fare il bonifico..

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.