Piano Anticorruzione. Bonanno: “Piano della buona organizzazione e amministrazione” VIDEO

La buona organizzazione come principio contro la corruzione e un miglior rapporto tra burocrazia e cittadini, in sintesi questo il Piano Anticorruzione

Piano Anticorruzione al Comune di Alcamo, o meglio l’aggiornamento. Un Piano che non fa di chi lo propone, cioé il Segretario Comunale, uno sceriffoma si traduce nella buona organizzazione per la trasparenza, cioé iniettare un vaccino contro il virus della corruzione, ma ci vuole una sinergia tra chi lo crea e chi lo inietta. Tutto questo però sarebbe riduttivo se non si sottolinea che un ruolo importante lo svolge la formazione, che è “una misura trasversale“, perché certe volte alcuni errori possono derivare dalla mancata formazione del personale e dei dirigenti. Concetti questi rimarcati dal Segretario Comunale di Alcamo, Vito Bonanno, che da noi raggiunto ci ha dato delle delucidazioni sul Piano, in primis sottolineando che “non è uno strumento per scovare i corrotti, ma è uno strumento amministrativo attraverso il quale le amministrazioni devono analizzare la loro organizzazione per struttura, per attività lavorative poste in essere e andare ad individuare per ciascun processo quali sono i rischi di tipo corruttivo, per esempio non fare gli interessi della collettività, ma quelli personali o a favore di una persona in particolare“.

Il Segretario in sintesi fa “una mappatura e constata come questi processi sono organizzati e in base a questa mappatura fatta dai dirigenti va ad individuare se ci sono dei rischi, per esempio nel procedimento appalti con affidamento diretto sotto soglia. I rischi possono essere che l’appalto è sottostimato, ma se guardo al fabbisogno in realtà dovrebbe essere più alto e quindi ci vuole una gara. Le misure apposte sono in relazione alla programmazione del fabbisogno dei beni, perché se sotto soglia i dirigenti potrebbero affidare sempre alla stessa persona l’appalto“.

Un altro punto messo in evidenza da Bonanno è in riferimento alle “risposte tempestive al cittadino. Risposte che prima si aggiravano sui 75 giorni in media, ma ora 27 giorni, quindi sotto 30 che è il temine massimo che ci da’ l’Europa. Logica la stiamo trasportando nei processi che riguardano l’urbanistica: il comune sul permesso per costruire mi deve rispondere entro 75 giorni, questo oggi non viene rispettato, però c’è da dire che certe volte non si può rispettare perché il cittadino non presenta una pratica completa, così le misure apportate sono di tre tipi:

  • informatizzazione, tutto digitale;
  • monitoraggio dei tempi;
  • intervento sostitutivo. Scaduto il termine il cittadino può scrivere al Segretario Comunale che si sostituisce al dirigente, che avrà un procedimento disciplinare e decurtazione sulla retribuzione.

Invece sulla formazione, Bonanno ci ha spiegato che la mancanza di questa porta a non sapere come si fanno le cose o magari a non conoscere la normativa. Di conseguenza ritornando al concetto di rischio il Segretario Comunale si sofferma sulla necessità che “prima della misura c’è una domanda da porsi: questo rischio da cosa è causato?

Di seguito Bonanno ha spiegato che il Piano nasce per spezzare il “Triangolo della frode“, cioé l’unione di tre fattori:

  • il contesto sociale, cioé una società nella quale rubare non è un disvalore;
  • la motivazione interna;
  • l’occasione.

Il Piano Anticorruzione non permette l’unione delle tre cose, perché se non si legano le tre cose non ci può essere evento corruttivo, si può intervenire sull’occasione e non sul contesto sociale e sulla motivazione”.

Infine il segretario ritorna sul suo ruolo specificando che è quello di evidenziare il rischio e deve trovare la soluzione, ma ad attuare la soluzione è il dirigente. Il segretario fa il monitoraggio durante l’anno, così da vedere se dirigenti hanno posto in essere le misure, cioé il codice di comportamento, la formazione, abbiano fatto i controlli, abbiano misurato i tempi, abbiano pubblicato le cose che c’erano da pubblicare. Se le misure non sono state adottate scatta la sanzione disciplinare al dirigente.

In sintesi un Piano necessario, ma ancor più importante l’azione in sinergia di tutti gli attori del sistema amministrativo. Dell’argomento abbiamo parlato anche con il Sindaco di Alcamo Domenico Surdi, a voi l’intervista:

CONDIVIDI
Commenti Facebook
Articolo precedenteArcheoclub, 50 anni di passione e sviluppo del territorio
Articolo successivoPolizia di Stato: “Daspo urbano” del Questore di Trapani per parcheggiatore abusivo
Eros “Libero” Bonomo, Giornalista siciliano, vive ad Alcamo, il cui lavoro è incentrato su Passione, Rispetto e Indipendenza, così da informare al meglio i cittadini. Grande “divoratore” di Dylan Dog, musica e libri, in particolare di storia politica. Motto: “Non sarai mai solo con la schizofrenia”.