“Mare Monstrum”: per la tangentopoli del mare nuovo processo e ancora Ettore Morace chiede di patteggiare.
L’udienza preliminare è fissata per il prossimo 15 marzo, ma già da ora si profilano novità sull’esito che avrà per alcuni degli indagati per i quali la Procura di Trapani ha chiesto il rinvio a giudizio. Si tratta di quello che originariamente è stato il troncone principale dell’indagine dei Carabinieri denominata “Mare Monstrum”, la cosiddetta tangentopoli del mare. L’inchiesta che fu coordinata dalla Procura di Palermo e che fotografò il giro di mazzette attorno alla gestione dei contributi destinati dalla Regione a sovvenzionare le tratte di collegamento tra la Sicilia e le sue isole minori. Addirittura la stesura dei bandi a uso e consumo della principale e unica società navale aggiudicataria delle rotte onorate, la Ustica Lines (ora Liberty Lines) dell’armatore Vittorio Morace, anche ex patron del Trapani Calcio. Società calcistica che ha cominciato a conoscere il suo declino proprio con l’esplodere dell’inchiesta “Mare Monstrum”. Già un primo troncone dell’indagine “Mare Monstrum” è finito dinanzi al giudizio del Tribunale di Trapani, il processo è in corso e vede come imputato l’ex sindaco ed ex deputato regionale Girolamo Fazio, accusato di corruzione, rivelazione di segreti d’ufficio e traffico di influenze. Adesso arriva un’altra parte dell’inchiesta, trasferita alla competenza dei giudici di Trapani dal gup del Tribunale di Palermo. E’ quella parte di indagine che avrebbe messo in evidenza le connessioni criminose tra dirigenti, funzionari regionali, politica, e armatori della Ustica Lines. E’ rimasta a Palermo la posizione che riguarda l’ex Governatore della Sicilia Rosario Crocetta, a Trapani le altre posizioni, ma sono molto meno di quelle arrivate al giudizio del gup di Palermo anche se ugualmente rilevanti. C’è l’ex sottosegretario all’Economia, la senatrice palermitana Simona Vicari, e assieme a lei l’ex dirigente regionale a capo del Dipartimento della Mobilità, Salvatrice Severino, l’armatore Ettore Morace, Giuseppe Montalto, ex segretario particolare dell’allora assessore regionale Giovanni Pistorio, e la società Liberty Lines. La novità riguarda l’armatore Ettore Morace, figlio di Vittorio, succeduto al padre nella guida della società armatrice. Vittorio Morace è stato anche lui indagato, ma il gup di Palermo ha disposto il non luogo a procedere per incapacità irreversibile a partecipare al processo. L’anziano armatore da tempo è oramai ammalato. Per la seconda volta Ettore Morace punta ad uscire dal processo con il patteggiamento. Questo era già successo nel processo già avviato a Trapani e dove unico imputato è l’ex sindaco Fazio. Dal dibattimento dove è rimasto da solo l’ex deputato Fazio, Morace jr è uscito patteggiando la condanna per corruzione a un anno e sei mesi. Stessa richiesta di patteggiamento per il nuovo processo che si profila su “Mare Monstrum”. Nei confronti di Ettore Morace la Procura di Trapani ha ipotizzato i reti di corruzione, favoreggiamento reale e traffico di influenze. Il 15 marzo il gup Nodari già potrebbe decidere su questa richiesta. Gli altri indagati. La Severino risponde di corruzione e turbata libertà degli incanti, corruzione per la senatrice Simona Vicari e traffico di influenze illecite per Giuseppe Montalto. La società Liberty Lines risponde del fatto di non avere assunto condotte tali da impedire le condotte delittuose da parte dei propri vertici rappresentati dagli armatori Vittorio ed Ettore Morace. Parte offesa in questo procedimento è il comandante Giuseppe Prestigiacomo, inviso a Ettore Morace che indusse Montalto ad adoperarsi per impedirne la nomina quale consulente della commissione Trasporti dell’Assemblea Regionale Siciliana. Montalto poi si sarebbe adoperato per indurre Morace jr a concedere favori “costosi” al giornalista Pietro Messina e all’odierna deputata regionale Marianna Caronia, quest’ulòtima beneficiò di una maxi liquidazione di fine rapporto di lavoro, da 100 mila euro, per un periodo lavorativo di appena sei mesi con la società di navigazione Siremar nel frattempo acquisita in società dai gruppi Franza di Messina e Morace di Trapani. I Morace, grazie ai loro rapporti con politici come Crocetta, Vicari e Fazio e alla connivenza di consulenti e funzionari della Regione, avrebbero così consolidato il proprio impero, intascando, attraverso le stime gonfiate delle compensazioni regionali, fondi che non avrebbe dovuto avere. La senatrice Vicari li avrebbe favoriti grazie a un emendamento alla Legge di Stabilità che abbassava l’Iva sui trasporti marittimi dal 10 al 4%: operazione che avrebbe portato un ammanco di 7 milioni nelle casse dello Stato. La Vicari avrebbe ricevuto un Rolex. Numerosissimi i casi di corruzione contestati all’ex dirigente Severino, che tra l’altro si occupava di Ustica Lines nonostante avesse la figlia dipendente della società armatoriale, circostanza che fu tenuta nascosta ai propri superiori.