Il truffatore dai mille volti

Nell’ultima delle sue truffe Giorgio Covato, 41 anni, di Scicli, si è presentato all’ignara titolare di una pasticceria trapanese come finanziere, “il mio nome è Thomas, sono un finanziere e lavoro alla Procura di Trapani”. La scusa per avviare il raggiro l’ammirazione per un prodotto artigianale esposto nella vetrina dell’esercizio commerciale, un bellissimo uovo pasquale. L’idea esposta da Thomas quella di organizzare una lotteria avente come premio quell’uovo di Pasqua. Tutto è accaduto nella giornata dello scorso 22 marzo. Covato è uno specialista. Ha una grande facilità di parola, si rende subito affabile, un amicone per chi lo incontra per propria sventura sulla propria strada. A Trapani si è presentato come finanziere, ma in passato Covato ha detto in altre occasioni di essere un alto magistrato, come è successo a Padova, o ancora carabiniere o poliziotto, impegnato in delicate operazioni, oppure un manager dell’Agip, un professionista di valore, un procacciatore di sponsor. Per rendere verosimile ciò che diceva di essere, talvolta si faceva accompagnare da donne di grande bellezza, affascinanti, altre volte con due uomini che fungevano da guardia spalle, come se fosse scortato. Ma quanto accaduto a Trapani fa sospettare che ancora altre siano le sue abilità. La vicenda trapanese dimostra intanto che grazie alla professionalità di un paio di investigatrici e investigatori della sezione di pg della Polizia presso la Procura trapanese, diretta da Giuseppe Culcasi, una richiesta di aiuto e di giustizia avanzata dagli ultimi malcapitati, in ordine di tempo, finiti raggirati dallo sciclitano, ha avuto immediata risposta a poche ore dalla presentazione della denuncia. Covato è stato infatti arrestato in flagranza, arresto convalidato sabato e infine processo col rito abbreviato, condanna per truffa all’apparenza lieve, 10 mesi, ma il giudice Chiara Badalucco non lo ha rimesso in libertà ma lo ha sottoposto agli arresti domiciliari. E nemmeno nella sua casa di Scicli. Ma in una canonica del territorio dove così Covato avrà possibilità di meditare e chiedere perdono per i suoi innumerevoli raggiri seriali. Ciò che si comprende è che comunque stavolta per Covato i guai potrebbero diventare ancora più seri. La Procura di Trapani, diretta dal procuratore aggiunto Maurizio Agnello, conferma che gli investigatori della pg non hanno smesso di indagare. Covato infatti è andato a colpo sicuro scegliendo le sue ultime vittime. Come Thomas si è presentato ai pasticceri dicendo che lavorando come finanziere in Procura sapeva molto delle vicende giudiziarie di natura fiscale e tributaria che li riguardavano. E questo lo ha fatto non appena , con la scusa del sorteggio per l’uovo pasquale, si è reso conto di avere conquistato già la loro fiducia., Per rendere ancora più verosimile il tutto, dava appuntamento loro al Palazzo di Giustizia di Trapani, lì si faceva venire a prendere o lasciare dalla figlia della malcapitata coppia. Così da rendere credibile la sua storia di super finanziere impegnato in uffici delicati e riservati del Tribunale e della Procura. Riuscendo così a intascare per ragioni varie somme per qualche centinaio di euro, in diverse occasioni 500 euro, compresi gli ultimi 100 euro per i quali è scattato venerdì scorso l’arresto in flagranza. Covato con l’alias di Thomas è risultato conoscere ogni aspetto della situazione patrimoniale e di quella debitoria dei pasticceri, non ha sbagliato ne il nome del giudice ne quello dell’avvocato incaricato Otteneva così 430 euro con la scusa di avere contattato il curatore della procedura, che bisognava oliare per farselo amico e così , disse, avrebbe ottenuto gli atti del fascicolo per “risolvere tutti i problemi”, che il legale di famiglia a quel momento, a suo dire, non era stato in grado di superare. Addirittura in un altro dei suoi contatti, avrebbe ottenuto i dati anagrafici della figlia dei pasticceri, presentandosi al Comune come “generale” ma non si sa bene di cosa. Il suo arresto probabilmente ha impedito all’uomo di completare il suo piano. All’artigiano infatti Covato arrivò a dire che la sua disponibilità ad aiutarlo era subordinata alla disponibilità della figlia a mostrarsi “più disponibile” e meno diffidente nei suoi confronti! E si perché la ragazza cominciando a nutrire dubbi il giorno prima gli aveva chiesto di mostrargli il tesserino di riconoscimento, Thomas reagì male, lamentando che quei sospetti sul suo conto gli davano fastidio. Da qui , da questa subdola richiesta di “disponibilità”, la decisione della famiglia di artigiani a presentarsi in Procura decidendo di denunciare quanto loro stava accadendo.
Arresto in flagranza si diceva, Thomas arriva in pasticceria, dice quanto ha speso per prendere quelle carte, prende i soldi, e subito si è visto porre una mano sulla spalla , il poliziotto che chiamandolo Thomas gli chiedeva come stava. Una scusa per bloccarlo e arrestarlo. In Tribunale ha continuato a recitare fino a quando il giudice con le sue domande lo ha di fatto ammutolito. L’unica cosa vera in questa storia è il procedimento giudiziario davanti al quale sono soggetti gli artigiani titolari di quella pasticceria. Covato non ha voluto dire come sapeva tutto, anzi ha cercato di dire che era stata la figlia della coppia ad avergli raccontato ogni cosa, ma la ragazza ha negato e dimostrato che anzi sapeva poco di quella pendenza. Come ha fatto Covato? Forse attraverso un ingresso abusivo sulla rete internet? Le indagini continuano e mal per Covato a condurle è un gruppo di investigatori dal gran fiuto e che in altre circostanze hanno dimostrato di non guardare in faccia a nessuno e che hanno ottenuto brillanti risultati come quando fu di smascherare una rete di spacciatori che riforniva insospettabili professionisti della “Trapani bene” o di individuare l’autore di quella pen drive esplosiva che ferì gravemente proprio un agente della pg. Intanto Covato in chiesa medita e prega, avrà poco tempo per pensare alla prossima truffa.

CONDIVIDI
Commenti Facebook
Articolo precedenteIl Comitato Europeo delle Regioni a fianco della Sicilia sul tema dei costi dell’Insularità
Articolo successivoGli aggiornamenti del 29 marzo sul coronavirus nel trapanese: 610 positivi
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.