Inchiesta dati Covid, il Procuratore Agnello: “Volevano dare apparenza di efficienza”

Il procuratore aggiunto di Trapani Maurizio Agnello in merito all’inchiesta sui dati Covid all’Assessorato Regionale alla Sanità: “Volevano dare l’apparenza di una macchina sanitaria efficiente mentre così non era. O non lo era così come la si voleva fare apparire”

TRAPANI. “Il reato di falso è funzionale di solito ad altro. Apparentemente, l’unico motivo che ci siamo dati, atteso che la massima autorità politica regionale, cioè il presidente Musumeci, aveva invocato a più riprese la zona rossa, è che si volesse dare l’apparenza di una macchina sanitaria efficiente mentre così non era. O non lo era così come la si voleva fare apparire”. A dirlo è il procuratore aggiunto di Trapani, Maurizio Agnello, a proposito dell’inchiesta sui dati Covid in Sicilia che ha condotto martedì scorso a tre arresti e al coinvolgimento dell’assessore alla Salute Ruggero Razza, indagato (che ne frattempo si è dimesso), in un intervista a Rainews24.

Razza davanti ai magistrati ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. “È un suo diritto e lo rispettiamo, ma ho detto al suo avvocato che un amministratore pubblico dovrebbe avere il dovere di spiegare la sua posizione”, ha aggiunto Agnello. L’indagine è partita nei mesi scorsi da un laboratorio di Alcamo nel quale, ha ricordato il procuratore, “veniva processato un gran numero di tamponi e venivano trasmessi dati non veritieri: partendo da questo fatto siamo risaliti fino all’assessorato alla Sanità”. E così, ha ribadito, “abbiamo assistito a una sistematica alterazione relativa ai soggetti positivi al Covid, ai deceduti e ai tamponi, dati trasmessi poi alle autorità sanitarie centrali, che avevano il dovere di approntare le contromisure necessarie. Resta da capire il perché”. “La frase ‘spalmiamo i morti’, seppur in un contesto telefonico, ci ha colpito molto, ed è una terminologia significativa della spregiudicatezza della condotta. Ci sono alcune intercettazioni, su cui non voglio entrare, in cui emerge evidente il tentativo di calmierare i numeri”, ha concluso Agnello.

Verranno interrogati venerdì dal gip di Trapani i tre indagati, finiti ieri ai domiciliari, nell’ambito dell’inchiesta sui dati falsi sulla pandemia in Sicilia comunicati all’Istituto Superiore di Sanità.

Davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia compariranno la dirigente generale del Dasoe Maria Letizia Di Liberti, il funzionario della Regione Salvatore Cusimano e il dipendente di una società che si occupa della gestione informatica dei dati dell’assessorato Emilio Madonia.

Fonte ANSA

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