Dopo la trasmissione di ieri sera su La 7 e la diffusione del libro di Michele Santoro, sulle rivelazioni dell’ex killer catanese i magistrati nisseni mettono per iscritto i loro dubbi
I Graviano, Messina Denaro, la strage di via D’Amelio. Se l’ex killer di Cosa nostra catanese Maurizio Avola rispetto a questi fatti è sembrato essere un fiume in piena che ha aperto la sua memoria al giornalista Michele Santoro e non altrettanto ha fatto con la Procura di Caltanissetta, considerato che ad oggi sulla “confessione” dell’uomo d’onore catanese non è stato aperto alcun procedimento, oggi arriva la nota a firma del procuratore aggiunto della Dda di Caltanissetta, Gabriele Paci, che tira il freno a mano. Il Procuratore nisseno che di recente ha ottenuto la condanna all’ergastolo per le stragi del 1992 contro il latitante Matteo Messina Denaro, su Avola è chiaro. La sua presenza in via D’Amelio il giorno della strage in cui morirono Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta, è stata oggetto di un verbale risalente all’anno scorso, “dichiarazioni – scrive il magistrato Paci – rese a 25 anni dall’inizio della sua collaborazione”, come a dire, ricordi riapparsi d’improvviso di qualcosa nemmeno appresa da relato ma frutto di una personale presenza di Avola sul luogo della strage, e quindi semmai andava detta subito. Ciò non di meno il racconto di Avola, si legge ancora nella nota, è stato oggetto di riscontri condotti dalla Dia, e all’esito di questi il racconto è apparso non credibile. “Per citarne uno tra i tanti – scrive ancora il Procuratore Gabriele Paci – il giorno prima della strage, Avola risulta essere a Catania e con un braccio ingessato, quando secondo il suo racconto il 17 luglio lui era a Palermo a preparare l’autobomba”. Altri accertamenti erano in corso, “ma la decisione di Avola di rendere noto il suo protagonismo su via D’Amelio, compromette adesso l’esito di future indagini”. Infine il Procuratore di Caltanissetta ha reso noto che ad Avola erano state contestate le sue contraddizioni, cosa che però Avola, si deduce, si è guardato dal riferire al giornalista Santoro. Su via D’Amelio una cosa è certa, e ce lo scrive ancora il pm Paci: “Una vicenda ancora oggi consegnata a misteri e zone grigie”.
“Come si è detto ieri nello “Speciale Mafia” de La7 condotto da Enrico Mentana è stato Guido Ruotolo a convincere Maurizio Avola a riferire all’Autorità Giudiziaria quanto era a sua conoscenza sulla strage di Via D’Amelio. Noi abbiamo raccolto il suo racconto e spetta ai magistrati verificarne l’attendibilità o trarne le dovute conseguenze. Comunque sia, il fatto che alle dieci del mattino Avola sia stato fermato per un controllo di polizia a Catania nel giorno precedente alla strage non smentisce di certo che a ora di pranzo potesse trovarsi a Palermo in compagnia di Aldo Ercolano”. Affermano congiuntamente Guido Ruotolo e Michele Santoro.