Il caso del peschereccio mitragliato: parla Alessandro Giacalone, il figlio del comandante Giuseppe rimasto ferito. Domenica altri spari contro un altro motopesca. L’”Aliseo” arriverà con l’”Artemide” domattina a Mazara
Alessandro Giacalone è il figlio di Giuseppe, 56 anni, il comandante del peschereccio “Aliseo” rimasto ferito ieri dopo il tentativo di sequestro tentato da una motovedetta libica. Col padre sono gli armatori della società “Pescanuova srl”. Quando gli abbiamo parlato ieri sera era proprio appena uscito dalla Capitaneria di Porto di Mazara dove ha ricevuto le ultime notizie sul padre.
“Ho saputo che sta bene e che i colpi sparati dalla motovedetta libica, appartenente alla milizia di Misurata, lo hanno colpito di striscio. E’ stato medicato a bordo del motopesca da un medico della fregata “Libeccio” appartenente alla nostra marina militare e il cui intervento è stato provvidenziale per evitare il sequestro del nostro motopesca e degli altri due, “Artemide” e “Nuovo Cosimo” che erano nella stessa zona di mare”.
Quando ha avuto notizia di quanto successo?
“Stamattina (ieri ndr) attorno alle 15, quando sono stato avvertito dal comandante di un altro dei motopesca che era nella stessa zona. Loro è certo che stavano pescando in acque internazionali. La motovedetta ha sparato ad altezza d’uomo, lo dimostra il fatto che i vetri della cabina di comando sono andati in frantumi. Mio padre, con il quale ancora non sono riuscito a parlare (è riuscito a farlo a tarda notte , il padre gli ha detto di star sereno che non ha nulla di grave ndr), per fortuna è stato colpito solo di striscio alla tesa e ad un braccio. L’intervento della fregata della nostra marina militare è stato provvidenziale non solo perché la motovedetta libica ha desistito dal tentare il sequestro, ma anche perché a bordo del nostro peschereccio è salito un medico della fregata che ha prestato le cure del caso a mio padre”
Domenica c’era stato un altro tentativo di sequestro?
“Si in quella occasione oltre al nostro motopesca c’erano anche il “Michele Giacalone”, l'”Antonio Pellegrino”, “Giuseppe Schiavone”, “Nuovo Cosimo”, “Anna Madre” e “Artemide”. In quel caso a intervenire era stata una motovedetta della Cirenaica, l’altra fazione libica opposta a quella di Misurata. Anche domenica si è sparato in mare e per quello che abbiamo saputo qui a Mazara l’intera fiancata del “Michele Giacalone” è stata colpita e reca visibili segni dei colpi di mitraglia. Non vediamo concreto interesse a quello che accade in mare da parte del Governo, siamo stati invitati a non pescare in quella zona di mare è vero, ma non è un obbligo e per noi significa non poter pescare più. E’ assurdo che acque internazionali vengano ancora rivendicate come proprie dalla Libia. La cosa curiosa e che però ci fa rabbia è quella che a spararci sono stati militari che usano una delle motovedette donate dal nostro Stato alla Libia”.
Domazione fatta per incrementare i controlli in mare contro le partenze dei barconi con i migranti, ma di fatto dalla Libia continuano a partire migranti gestiti da spregiudicati e criminali trafficanti e le motovedette militari libiche semmai attaccano i nostri motopesca..
Suo fratello Giacomo è uno dei 18 pescatori tenuti prigionieri a Bengasi da settembre sino a dicembre scorso per 108 lunghi giorni.
“Si mio fratello è tornato in mare e si trova a bordo dell'”Anna Madre”. E’ stato lui a telefonarmi nel pomeriggio per dirmi che il sequestro del nostro motopesca era stato sventato e che mio padre si trovava sotto le cure del medico italiano della “Libeccio”. Sono in contatto con lui che sta seguendo da vicino l’evolversi della situazione”.
Le autorità libiche smentiscono di aver sparato ad altezza d’uomo e che i pescherecci si trovavano in acque libiche.
“Quando il peschereccio arriverà a Mazara si potrà vedere chiaramente dove i colpi sono stati diretti, e non è nemmeno vero che i motopesca erano in acque territoriali. L’arrivo a Mazara è previsto per domattina alle 6. Con l’Aliseo rientrerà anche l’Artemide”.
Da quanti giorni l'”Aliseo” era in mare?
“Da 15 giorni e l’attività di pesca doveva seguire per altri dieci giorni. Adesso invece l'”Aliseo”, a bordo con mio padre ci sono altri sei membri dell’equipaggio, farà ritorno a Mazara. Hanno lasciato la zona di mare mentre sto parlando con lei (circa le 21,30 ndr) e a Mazara dovrebbero arrivare domani a tarda sera (questa sera)”.
Le dichiarazioni di Musumeci
“Non ne possiamo più di queste azioni violente da parte delle motovedette libiche. Non è tollerabile che i pescatori siciliani debbano andare a lavorare nelle acque internazionali con l’incubo di essere arrestati, sequestrati o mitragliati senza colpa. Il governo apra un confronto serio e risolutivo con Tripoli. Non vorrei pensare che per Roma la legittima tutela di interessi economici con la Libia sia più importante della pelle dei pescatori siciliani” ha dichiarato il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci dopo l’attacco avvenuto al largo di Bengasi.