Mazara: corruzione da 155 mila euro, scatta il sequestro nei confronti di Totò Calvanico, il super consulente di Totò Cuffaro. La proposta di sequestro firmata dal procuratore nazionale antimafia e dal questore di Trapani, accolta dal Tribunale delle misure di prevenzione. Tanti politici amici di Calvanico
Ci ha inseguito per anni chiedendo per se l’oblio, la cancellazione cioè degli articoli che lo citavano per essere coinvolto nella maxi indagine della Procura e della Squadra Mobile di Trapani, sulla truffa milionaria ordita dal pacecoto Vito Marino e che ha sullo sfondo la strage di una intera famiglia di Brescia, quella di Angelo Cottarelli. Poi sono arrivate anche le querele per averlo indicato come un “faccendiere”. Adesso contro il protagonista di queste vicende, il mazarese Salvatore “Totò” Calvanico, 60 anni, arriva dai giudici del Tribunale delle misure di prevenzione di Trapani (Presidente giudice Enzo Agate) la decisione del sequestro preventivo di 155 mila euro. La parola “faccendiere” non basta più a descriverlo, per i giudici è un corrotto. Quei 155 mila euro in più tranche li intascò all’epoca della truffa ordita all’Ue e allo Stato, dal pacecoto Vito Marino. Contro di lui ci sono le dichiarazioni di alcuni dei protagonisti della truffa. A incastrarlo una approfondita indagine patrimoniale condotta dalla Divisione anticrimine della Questura di Trapani, diretta dal primo dirigente Giovanni Leuci, con l’ausilio del Servizio Centrale Anticrimine del Viminale, diretto dal dirigente superiore Giuseppe Linares. La proposta di sequestro di beni è stata firmata dal procuratore nazionale antimafia, Cafiero De Raho e dal questore di Trapani, Salvatore La Rosa.
Esperto agricolo e già consulente dell’ex Governatore della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro, condannato per il reato di favoreggiamento con aggravante mafiosa nel processo “talpe alla Dda”, Salvatore Calvanico è stato riconosciuto come destinatario della misura del sequestro anticipato finalizzato alla confisca, in riferimento ad un articolato e collaudato sistema di truffe finalizzato alla percezione indebita di erogazioni pubbliche riguardanti il settore agricolo. Meccanismo frodatorio quest’ultimo in passato oggetto di un procedimento penale, in ordine al quale al Calvanico erano stati contestati i reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe, corruzione, concussione e dichiarazioni fraudolente mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, conclusosi, tuttavia, con archiviazione per intervenuta prescrizione. Nel dettaglio, tra il 2004-2005, il Totò Calvanico, esercitando un controllo occulto sul Consorzio Sikelia, aveva percepito delle illecite dazioni di danaro (ammontanti, appunto, alla somma complessiva di 155 mila euro) per l’erogazione di contributi pubblici in favore della società Irsa amministrata da altri soggetti indagati assieme allo stesso Calvanico. Agli atti dell’indagine i verbali firmati da uno dei principali partecipanti alla truffa, il commercialista Francesco Paolo Tartamella. Il sequestro preventivo ha colpito Calvanico ed i suoi familiari, tra i quali la figlia Silvia, candidata alle ultime elezioni regionali a Trapani per Forza Italia, sequestrati conti correnti e rapporti bancari per un ammontare di 155 mila Euro, somma considerata provento delle tangenti dallo stesso percepite affinché, mediante i suoi influenti contatti con funzionari e pubblici amministratori della Regione Sicilia, nonché del Ministero della Attività Produttive, agevolasse l’elargizione di contributi in favore di aziende operanti nel settore agricolo. Tra i particolari emersi quello che Calvanico gestisce una società specializzata nell’istruttoria delle pratiche per ottenere i contributi pubblici destinati all’agricoltura, la “Euforbia” e nel tempo stesso è tra le sue mani la società “Sofiter Tech”, tra quelle incaricate dall'”Agea” (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) di effettuare i controlli sulla spesa dei fondi pubblici da parte degli imprenditori finanziati. Una situazione anomala che nel 2018 era stata fatta rilevare dal presidente dell’autorità anticorruzione, Raffaele Cantone. Secondo gli investigatori delle unità anticrimine di Trapani e Roma il potere indiscusso di Totò Calvanico è stato possibile per gli stretti rapporti con l’allora Governatore della Sicilia Cuffaro e con quel “cerchio magico” espressione del rapporto tra mafia e politica, e nell’elenco degli imprenditori che sarebbero stati favoriti da Calvanico è possibile ritrovare nomi di imprenditori vicini o appartenenti a Cosa nostra. Tra le imprese “servite” quella di Mario Messina Denaro, cugino del latitante Matteo Messina Denaro, e arrestato e condannato per tentata estorsione. Episodio questo che rientra in indagini della Procura nazionale antimafia in tema di agromafie. Il nome di Calvanico è venuto fuori anche nell’indagine antimafia dei Carabinieri denominata “Pionica”. A proposito di terreni acquistati all’asta, e che interessavano ad eredi dei famosi esattori Salvo di Salemi, il nome di Calvanico è stato sentito fare al mafioso (deceduto di recente) Vito Gondola, indagato per aver gestito la latitanza di Messina Denaro e lo scambio dei pizzini: per dirimere un questione inerente la vendita all’asta di questi terreni, Gondola fece sapere che ne avrebbe parlato proprio con Calvanico. I mafiosi mostrano di ben conoscere Calvanico, anche per l’attività di mediatore che lo stesso ha svolto per il noto imprenditore vitivinicolo veneto, Zonin, come ha raccontato il pentito Francesco Campanella. Per i giudici comunque è da escludere l’attribuzione di una partecipazione di Calvanico all’associazione mafiosa, i rapporti che ci sono sati sono stati ritenuti avulsi dall’associazione mafiosa. Consulente e influente negoziatore all’ombra di Totò Cuffaro, l’indagine della Divisione Anticrimine della Questura di Trapani e del Servizio Centrale Anticrimine della Polizia, offre uno spaccato sugli anni del Governo siciliano affidato a Cuffaro e a partire dagli anni in cui Cuffaro sedeva all’assessorato regionale all’Agricoltura. Emerge la forte intimità tra i due, tanto che in alcune intercettazioni viene sentito ironicamente Cuffaro rispondere al telefonino del Calvanico presentandosi come segretario del suo consulente. Rapporti rimasti attuali anche dopo la condanna di Cuffaro. Rapporti ripresi dopo la scarcerazione dell’ex Governatore talvolta in viaggio a Roma con il biglietto aereo pagato dallo stesso Calvanico, fotografati insieme in un ristorante romano. Non c’è affare in agricoltura, patto territoriale, che sfugga al controllo di Calvanico. E’ stato visto molto attivo con la ministra di Italia Viva, Bellanova, quando questa sedeva all’Agricoltura, tra gli organizzatori di una convention a Palermo. Tra i politici amici di Calvanico, viene citato anche l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello, oggi sotto processo per associazione mafiosa. Contatti stretti anche con Bice Ruggirello, la sorella dell’ex parlamentare. Nell’elenco dei politici amici figurano anche l’attuale presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè e l’ex senatore Antonio D’Alì, presenti e attivi per la campagna elettorale alle ultime regionali della figlia di Calvanico, Silvia. Il nome di Calvanico spunta anche in una intercettazione durante la quale lo stesso viene indicato tra gli intermediari per tentare la nomina di Cosimo Antonio D’Amico, dirigente dell’Ispettorato Agricoltura di Palermo, (oggetto nel giugno 2020 di una misura cautelare nell’ambito di indagini su truffe su fondi pubblici) a capo di gabinetto del designato assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Guaiana (in affari con Calvanico nella società Dog srl), attuale presidente del Consiglio comunale di Trapani, all’epoca in cui questi era sostenuto dal senatore D’Alì, e poi dell’assessore che fu scelto al suo posto, Eddy Bandiera. Per gli investigatori tutto ciò prova delle capacità del Calvanico di collocare propri uomini chiave nei posti dell’amministrazione destinati all’erogazione di fondi pubblici.