Roghi estivi tra Valderice e Monte Cofano, la Polizia esegue due misure cautelari VIDEO

Indagini della Squadra Mobile: gli incendi appiccati per controversie tra pastori, un soggetto ai domiciliari per l’altro scatta il divieto di dimora

Incastrati dal materiale ritrovato dai poliziotti e usato per appiccare gli incendi la scorsa estate tra il litorale di Valderice e Monte Cofano. Le indagini condotte dai poliziotti della Squadra Mobile di Trapani, sviluppate da un pool di investigatori e coordinate dal dirigente Emanuele Fattori, hanno condotto la Procura a chiedere e ottenere dal gip due misure cautelari. Si tratta di due allevatori di Custonaci, uno, M.V. di 46 anni, con precedenti penali, è stato posto agli arresti domiciliari, per l’altro, L.M. di 35 anni,  è scattato il divieto di dimora nei Comuni di Custonaci e Valderice. Gli episodi dolosi risalgono alla scorsa estate, esattamente nei giorni di fine agosto 2020. I roghi secondo le risultanze investigative furono appiccati dai due per litigi tra allevatori sull’utilizzo di alcuni terreni per il pascolo. Erano riusciti ad accendere gli incendi lanciando inneschi direttamente dall’auto in movimento. provocando così le fiamme che si sono propagate sino quasi a lambire alcune abitazioni. I vigili del

foto archivio

Fuoco, le squadre della Forestale, e alcune volontari appartenenti ad associazioni di protezione civile, si trovarono ad affrontare un vasto fronte infuocato, poi spento grazie anche all’arrivo di aerei antincendio. Una serie di incendi dolosi riguardarono così le zone di campagna tra il litorale di Valderice fino ad arrivare sotto la collina valdericina. Un altro fronte di fiamme venne appiccato in ore serali nella zona di Monte Cofano, anche in questo caso ci fu da difendere una serie di abitazioni. Qui venne distrutto un camper. I poliziotti della Squadra Mobile sono riusciti a recuperare durante delle perquisizioni, anche con l’ausilio di unità cinofile, i componenti utilizzati , olio combustibile, benzina e degli stracci già tagliati pronti per diventare inneschi. I due per i poliziotti usavano anche come inneschi i cosiddetti zampironi (quelli che si usano per allontanare insetti e zanzare. Diverse le persone sentite, le intercettazioni poi hanno permesso di sostenere il quadro indiziario che gli investigatori erano riusciti a comporre nel giro di poco tempo dagli incendi. Quale possibile movente degli incendi, alcune controversie tra allevatori, per ragioni di pascolo. Le misure cautelari sono state eseguite nella giornata di mercoledì scorso. Proprio nelle scorse settimane la Procura di Trapani ha chiuso le indagini su un altro incendio doloso sviluppatosi in contrada Milo, alla periferia di Trapani. E’ stato chiesto infatti il rinvio a giudizio dell’unico indagato, Giovanni Messina, 72 anni, per l’incendio doloso sviluppatori il 22 giugno 2019 in contrada Milo allorquando le fiamme la distruzione di numerose cassette di legno l’ accatastate, cosa che provocò lo svilupparsi di una grossa nube di fumo nero che destò paura e preoccupazione per gli abitanti della zona. Il Comune di Trapani si è costituito parte civile.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.