“Consapevoli che il senso di appartenenza al proprio territorio nasce anche dalla conoscenza della sua storia e cultura , non sia solo una semplice realtà geografica ma comprenda lo spazio vissuto, i luoghi dell’infanzia, le viuzze del centro urbano, il quartiere, domenica 6 giugno il Gruppo FAI Alcamo propone un itinerario che condurrà i partecipanti alla riscoperta delle preziose testimonianze del passato all’interno del centro storico di Alcamo”. Così in un comunicato che continua: “L’evento dal titolo “La città murata: tracce e tracciati” vuole essere un’occasione per mettere in luce le tracce di storia antica custodite come delle piccole “perle” all’interno della città di Alcamo e contemporaneamente sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della salvaguardia di tutti i siti, gli edifici e i monumenti che possono essere fonte di un racconto del territorio nelle sue antiche fattezze e delle civiltà che lo animavano. L’itinerario di domenica 6 giugno, che parte con raduno nella corte del Collegio dei Gesuiti in piazza Ciullo, propone la visita agli antichi quartieri della città murata e le tracce che le epoche storiche hanno lasciato nel tessuto urbano .
L’iniziativa si svolgerà nel pieno rispetto delle norme anti-Covid ed è soggetta a prenotazione.
Scelta da Elimi, Romani e Bizantini per la posizione strategica sulle vie occidentali di accesso a Palermo, con gli Arabi guadagnò il nome di Alqamah ed il grado di casale. Attorno al castello (sec. XIV) si costituì il primo consistente nucleo abitativo della città che oggi si presenta con un tessuto viario regolare, lungo l’asse del corso principale VI Aprile: la data rievoca la gloriosa giornata del 1860, in cui Alcamo, in prima fila per il riscatto dell’isola, proclamò un governo provvisorio antiborbonico ed aprì le porte a Garibaldi. Tra i suoi illustri cittadini vanta: il poeta Ciullo d’Alcamo (sec. XIII), autore del contrasto Rosa fresca aulentissima che costituisce uno dei più antichi documenti della letteratura italiana; Sebastiano Bagolino, poeta e pittore del XVI secolo; Agostino Pantò, nato nel 1675, fondatore dell’Accademia Giustinianea; Giuseppe Renda pittore del sec. XVIII.
La città murata era divisa in quattro quartieri che prendevano nome dalle chiese di San Giacomo, San Calogero, San Francesco e Maggiore Chiesa”.