Secondo l’accusa, il politico ha “mostrato di essere a disposizione dell’associazione mafiosa Cosa nostra e di agire nell’interesse dei capi storici, come il latitante Matteo Messina Denaro e Salvatore Riina”. L’ex senatore Antonio D’Alì è imputato nel processo d’appello bis, iniziato dopo l’annullamento della Cassazione del precedente giudizio di assoluzione e prescrizione per i fatti precedenti al 1994. Un lungo processo, avviato nel 2011, che si svolge con il rito abbreviato, consentendo la riduzione di un terzo della pena. “Con il suo operato ha consapevolmente e fattivamente contribuito al sostegno e al rafforzamento di Cosa nostra – ha detto il pg durante il suo intervento – mettendo a disposizione le proprie risorse economiche e successivamente il proprio ruolo istituzionale di Senatore della Repubblica e di Sottosegretario di Stato”.
Fonte AGI.it