PALERMO – Il nuovo anno è appena cominciato e già la regione Sicilia ha iniziato a conferire incarichi di consulenze. La prima nomina è stata quella di Alberto Stagno D’Alcontres, avvocato e professore ordinario di diritto commerciale. Sessantuno anni, in passato ha ricoperto ruoli di presidente o commissario di alcuni enti in qualche modo riconducibili al settore pubblico. Per lui, adesso una consulenza di un anno (da ieri al primo gennaio del 2013) e un compenso di 31.195,73 euro. Stagno D’Alcontres dovrà fornire un supporto al “Servizio Partecipazioni e Liquidazioni del Dipartimento Regionale Bilancio e Tesoro nell’attività di analisi delle problematiche connesse all’attuazione del piano di riordino delle partecipazioni regionali in società di capitali, con particolare riferimento agli aspetti civilistici e tributari delle eventuali fusioni ed operazioni straordinarie delle società”. Insomma, dovrà contribuire a definire il riordino delle partecipate regionali. Un riordino fortemente voluto dall’assessore all’Economia Gaetano Armao, che ha portato alla riduzione di queste società da una trentina a 14. Una riforma che comprendeva anche una forte riduzione nel numero delle consulenze alle quali possono ricorrere le società partecipate. Il 2012, quindi, è iniziato così come era terminato il 2011. Nell’anno appena trascorso, la presidenza della Regione e i vari assessorati hanno deciso di fare ricorso complessivamente a 128 contratti di consulenza. Più di dieci al mese. Un consulente ogni tre giorni. Per una spesa che sfiora il milione e mezzo di euro. Più della metà di questa somma è stata spesa dalla Presidenza della Regione che paga solo per le 39 consulenze instaurate nel 2011 circa 815 mila euro. Tra gli assessorati, invece, a guidare la graduatoria è proprio quello all’Economia, dove nell’anno solare appena trascorso sono stati affidati 11 incarichi esterni, che peseranno sulle casse della Regione per 169.488 euro. All’assessorato alle Risorse agricole, invece, si contano 25 consulenti, per un costo complessivo di circa 150 mila euro. Segue l’assessorato alle Attività produttive, con sei incarichi esterni, al costo di 91 mila euro, l’assessorato alla Salute che ne conta 12 ha speso circa 90 mila euro, mentre quello alla Famiglia (14 consulenti) ha sborsato circa 53 mila euro.