Ieri è stata l’ultima giornata per visitare il presepe vivente di Custonaci, bellissimo esempio di come si viveva in Sicilia alla fine dell’Ottocento.
Il presepe ha luogo nella grotta e nel piccolo borgo situati ai piedi dello spettacolare monte Cofano ed è una mostra di arti e mestieri tipici della Sicilia di circa duecento anni fa: nelle varie casette che compongono il borgo si possono vedere artigiani all’opera, donne che lavano i panni o cucinano, ricamatrici, attrezzi antichi e, ovviamente, gli animali che si trovavano abitualmente nelle case dei siciliani a quell’epoca. Il percorso comincia con le prime maestranze, si possono ammirare “u vuttaru” (in foto), “u curdaru”, “i picurara” e, dopo aver osservato una bellissima galleria di attrezzi antichi e di persone in costume, si conclude nella suggestiva grotta di Scurati con la Natività: ci sono proprio tutti, persino una capretta con il suo piccolo, e come una bambina mi sono emozionata nel vedere l’agnellino prendere il latte dalla mamma!
Grande folla, dunque, e tantissimi bambini che hanno avuto così la possibilità di osservare come si viveva in Sicilia tanti anni fa, quando non c’erano le comodità e i giochi che hanno al giorno d’oggi e ci si riscaldava anche mangiando delle semplici patate bollite che nella fredda serata di ieri sono arrivate come una manna dal cielo a dare ristoro ai visitatori infreddoliti! Il percorso si è poi concluso con un episodio dell’opera dei pupi con protagonisti Orlando e Rinaldo che si contendono Angelica, così dopo tanti anni ho potuto assistere nuovamente alle battaglie dei paladini di Francia.