“L’associazione “Salviamo il Castello di Calatubo” ringrazia quanti si sono adoperati per l’attuazione di questi ultimi lavori di consolidamento e illuminazione del fronte occidentale del castello, che fanno seguito ai precedenti lavori svolti con il finanziamento elargito qualche anno fa dal FAI, grazie alla vincita del censimento “I Luoghi del Cuore”, di cui la nostra associazione è stata comitato per la raccolta firme”. Inizia così il comunicato dell’Associazione culturale, che continua andando nello specifico del risultato portato a compimento con l’inaugurazione di lunedì 7, come testimoniato nel nostro servizio realizzato sul posto (Le “luci” sul Castello di Calatubo).
“Oggi, grazie ai fondi del GAL (Golfo di Castellammare), in sinergia con la progettazione comunale e gli operai del Comune di Alcamo, si consolida e si riporta la luce nella prima parte del castello, con l’auspicio che a breve venga recuperata anche la seconda e terza corte dell’antico maniero, che attualmente rimangono nel totale degrado, (in questi giorni un crollo ha interessato una balconata delle residenze nobiliari prospicente il dirupo)”.
“Si ringrazia il nostro socio: il Barone Manfredi Pucci Di Benisichi e la cugina Costanza che hanno permesso lo scavo nei terreni di loro proprietà, che dalla strada provinciale 63 bis ha permesso di riportare la corrente al castello. Vogliamo ringraziare inoltre il direttore dei lavori l’architetto Giuseppe Provenzano, che ci ha permesso di collaborare, apportando il nostro materiale storico-fotografico per una fedele ricostruzione della torre sud-ovest, delle mura d’ingresso e dello stesso cancello. Si ringrazia inoltre l’archeologa Giusy Incammisa e la ditta Scancarello per l’ottimo lavoro svolto, e la nostra socia Claudia Lezius Papè per averci donato un antico stemma secentesco dei suoi antenati, recante le armi della nobile famiglia De Ballis, proprietaria del castello dal 1583. Lo stemma è stato ricollocato all’angolo della torre di “lu re biddicchiu”, ad impreziosire questa leggendaria torre. Durante questi lavori sono stati effettuati dei saggi di scavo archeologico all’interno della prima corte, che hanno permesso una nuova chiave di lettura sulle fasi cronologiche costruttive di alcune strutture del Castello. Consapevoli che ancora tanto c’è da fare, auspichiamo prossimamente una costante e proficua collaborazione con l’Amministrazione di Alcamo per la totale salvezza e il rilancio di questo importantissimo bene comune, biglietto da visita dì un’intera provincia”.