21 Marzo: l’impegno dei giovani per riprendere un cammino di speranza e contrasto alla mafia
“Finalmente siamo potuti tornare in piazza a gridare il nostro no alla mafia”. A dirlo Vincenzo Pugliese del presidio di Libera a Castelvetrano dedicato a Salvatore e Giuseppe Asta, i gemellini uccisi con la loro mamma Barbara Rizzo nella strage mafiosa di Pizzolungo del 2 aprile 1985. Nella piazza più importante di Castelvetrano, nel sistema delle piazze, davanti al Teatro Selinus, ieri mattina si sono dati appuntamento tantissimi giovani, una larga rappresentanza degli istituti superiori del territorio. Le quinte classi oltre a leggere i nomi hanno avuto anche l’occasione di poter ribadire il loro no alla mafia con canti, flash mob, poesie e brevi racconti. Una risposta all’invito di Libera di venire in piazza per ricordare nella XXVII giornata dedicata al ricordo delle vittime innocenti delle mafie, ma anche per mostrare agli uomini di Cosa nostra, ai loro complici, a chi protegge ancora dopo 29 anni la latitanza del mafioso numero uno della provincia di Trapani, quel Matteo Messina Denaro che tanto male ha fatto alla città di Castelvetrano e a tutto il territorio, che ha reso pervasiva e influente la mafia, tanto spesso da far passare il messaggio che a far danno non erano i mafiosi ma semmai chi raccontava delle loro malefatte. Ci fu un sindaco, Felice Errante, oggi sotto processo accusato di aver fatto parte di una associazione massonica segreta, che andava dicendo come Matteo Messina Denaro non era il primo dei problemi, e invece ieri i ragazzi in piazza hanno detto con le loro parole, la loro presenza, il loro entusiasmo, gli slogan, che la questione è tutta al contrario, che Matteo Messina Denaro per quello che continua a rappresentare, per quel potere oscuro che continua ad avere tra le mani, è il primo dei problemi e che le mafie si combattono con le parole e il silenzio non è dei giovani. In piazza gli studenti di Castelvetrano sono tornati dopo anni di assenza forzata a causa del virus, ma non sono stati inoperosi, hanno lavorato, studiato, capito, e ieri non si è trattato solo di leggere i nomi, oltre un migliaio, di vittime innocenti delle mafie, ma di presentare un progetto perché si rompa finalmente il muro di gomma, si spezzino silenzi e omertà. Loro si sono presentati in piazza e si sono candidati a trascinare con le loro idee e le loro passioni gli individualismi che sono i principali colpevoli della diffusione del fenomeno mafioso. Dietro le quinte il lavoro di tanti insegnanti, come la dirigente scolastica Dania Barresi, che con l’associazione Libera, hanno animato dentro le scuole tanti incontri, performance. Ci saranno rimasti male quei professionisti delle lamentele, quei mormoranti, che sanno solo etichettare. Come ha chiesto ancora ieri don Luigi Ciotti dalla piazza di Napoli, parlando a tutta Italia, le ragazze e i ragazzi di Castelvetrano non hanno tirato fuori dalle loro tasche una carta di identità per dirsi antimafia, ma semmai hanno messo in vista le loro coscienze di cittadini responsabili e consapevoli. Ragazzi che trascinano, una piazza bellissima che non si spegnerà ma resterà viva per tornare ancora una volta il prossimo 21 marzo, e i prossimi 21 marzo. E’ di questi giovani che tutti noi, adulti, abbiamo bisogno. “Una memoria che ha fatto rima per davvero con l’impegno” dice il referente provinciale di Libera a Trapani, Salvatore Inguì. “Finalmente siamo potuti ritornare in piazza e ritornare a gridare il nostro no alla mafia ed alla corruzione ai vari livelli – dice Vincenzo Pugliese con quel sorriso di chi sa bene che il merito è di chi gli sta attorno – Non tutti hanno potuto partecipare ma è stato bello lo stesso soprattutto nell’aver risvegliato la voglia di fare qualcosa. Ho trovato subito disponibilità nelle dirigenti delle scuole superiori e negli insegnanti a fare fare qualcosa….tanti mi hanno contattato e se la situazione pandemica finisce vorrebbero partecipare il prossimo anno. Molte scuole hanno chiesto nella buona programmazione di incontrarci e riprendere il filo interrotto dalla pandemia, solo interrotto da questo perché come presidio abbiamo continuato a lavorare stando anche vicino ai nostri fratelli immigrati della cementeria. Quest’anno speriamo di ripartire con i campi di impegno e formazione, uno sarà sicuramente rivolto ai giovani del territorio con la collaborazione dei giovani del gruppo mazarese..libera la solidarietà…Un bel giorno di primavera risveglio, della natura ed anche delle coscienze, una bella mattinata per Castelvetrano”. I giovani hanno potuto anche abbracciare i familiari di Vincenzo Vento, ucciso il 28 aprile del 1984 a Castelvetrano, vittima anche lui innocente della mafia. I sicari di Cosa nostra spietati lo ammazzarono perché era in compagnia del loro bersaglio. In piazza a Castelvetrano ieri c’erano la vedova, con i figli e i nipoti che Vincenzo morto a 36 anni non ha potuto vedere crescere e conoscere. Ma Vincenzo Vento oggi è una delle tante vittime delle mafie, ieri i giovani di Castelvetrano hanno preso tra le loro mani la sua memoria, per andare avanti. In provincia di Trapani ad animarsi sono state anche le piazze di Strasatti e Paceco. A Paceco Libera ha riproposto la mostra fotografica “Addabbanna” di Anna Franca Lombardo, foto anche in questo caso di testimonianza civile contro le mafie, ieri alla lettura dei nomi ha preso parte tra gli altri il presidente del Tribunale di Trapani, Andrea Genna.