Ecco il “pizzino” al centro dell’indagine
⁸Da una perquisizione fatta dalla sezione di pg della Forestale, ad Alcamo, nel 2019, su ordine della Procura, nell’ambito di indagini circa collegamenti tra massoneria e pubblica amministrazione, saltò fuori un “pizzino”, un elenco di nomi con cifre segnate affianco. E inoltre una mazzetta da 7 mila euro.
Le prove che per vincere concorsi nell’amministrazione dell’interno – Vigili del Fuoco e Polizia – e nell’amministrazione giudiziaria – Polizia penitenziaria – c’era un “sistema” del quale si occupava un appartenente al corpo dei Vigili del Fuoco, Giuseppe Pipitone, alcamese, oggi finito in carcere su ordine del gip Massimo Corleo e su richiesta del pm della Procura di Trapani, Francesca Urbani. A eseguire il provvedimento i Carabinieri della Compagnia di Alcamo che hanno approfondito le indagini avviate dalla pg della Forestale. La Procura di Trapani diretta da Gabriele Paci ha chiuso quello che sembra essere solo un primo capitolo investigativo, avviato dal pm Andrea Tarondo che si è avvalso della preziosa collaborazione del prefetto Darco Pellos, che è stato prefetto a Trapani, prima di passare ad essere direttore delle risorse umane presso il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, e oggi è prefetto ad Ancona. Sono oltre 200 le pagine dell’ordinanza cautelare firmata dal giudice Corleo dove dettagliatamente sono riassunti i passaggi del “sistema concorsopoli”. Indagati anche i “raccomandati”, in servizio fra Roma, Treviso, Venezia, Ferrara, frattanto indossano divise che probabilmente dovranno lasciare. Il principale organizzatore del sistema era un vigile del fuoco in servizio ad Alcamo, Giuseppe Pipitone, che faceva parte di una sottocommissione d’esame. Cartina di tornasole l’esito clamoroso per una serie di concorrenti alcamesi partecipanti al concorso 2016 per vigile del fuoco: un boom di vincitori che arrivavano da Alcamo, «tutta gente ben preparata me, soprattutto dal punto di vista atletico», si è giustificato Pipitone. Una indagine questa trapanese che si collega a quella intanto già arrivata a processo a Benevento, lì un’inchiesta della Guardia di Finanza aveva fatto scattare l’arresto per un vice prefetto, Claudio Balletta, e per altre otto persone. Tra i nomi coinvolti in tutte e due le indagini quello di un sindacalista della Uil, Filippo Lupo, adesso finito ai domiciliari assieme a Vincenzo Faraci, di Alcamo e Francesco Renda, di Alcamo. Obbligo di dimora per Vittorio Costantino (di Palermo), Roberto Di Gaetano (Alcamo), Mauro Parrino (Alcamo), Antonino Pirrone (Alcamo), Davide Castrogiovanni (Alcamo), Silvia Pisciotta (Erice), Giacomo Rizzotto (Salemi), Mattia Turin (Dolo), Andrea Doretto (San Donà di Piave), Alessio La Colla (Alcamo).