Caso Mondini, non solo flatulenze ora spuntano anche le intercettazioni con la ‘ndrangheta
di Clemente Pistilli*
Non solo flatulenze ed eruttazioni. Il collega con cui era stata costretta a dividere la stanza Dania Mondini, conduttrice del Tg1 impegnata sul fronte dell’antimafia, aveva rapporti pure con l’ex deputato Paolo Romeo, condannato in via definitiva nel 2004 per concorso esterno in associazione mafiosa e lo scorso anno condannato in primo grado a 25 anni di reclusione nel processo “Gotha”, relativo agli intrecci tra i vertici delle cosche reggine e la massoneria. Proprio in tale procedimento il giornalista Rai è stato intercettato mentre chiedeva raccomandazioni a Romeo per avere spazio nella tv pubblica: “Io sono venuto da voi a chiedervi una cosa…”.
Nelle sue denunce la conduttrice Mondini ha così cercato di dimostrare che quella coabitazione che le avevano riservato alcuni dirigenti Rai era tra le peggiori punizioni. Una donna costretta a lavorare nella scrivania vicina a un redattore che ha descritto come un uomo che soffre di disturbi della personalità, che ha comportamenti antisociali, non curando l’igiene personale e non riuscendo a trattenere flatulenze ed eruttazioni, che spesso si rende protagonista di violenze verbali soprattutto nei confronti delle colleghe e che parlava anche con quello che è considerato un esponente della ‘ndrangheta.
Uno schiaffo in pieno volto mentre Dania Mondini vedeva altri colleghi fare carriera e lei costantemente denigrata, demansionata, vittima di aggressioni verbali che l’hanno fatta finire più volte in ospedale. Particolari che i difensori della giornalista stanno evidenziando nella memoria che a giorni depositeranno alla Procura generale, che ha avocato l’inchiesta dopo che la Procura di Roma aveva deciso di archiviare le indagini e liquidare la vicenda come un caso di mobbing da discutere eventualmente in sede civile.
Per la difesa della Mondini quello subito dalla conduttrice a partire dal 2018 è stalking. Gli indagati sono cinque dirigenti Rai: Filippo Gaudenzi, Andrea Montanari, Marco Betello, Piero Damosso e Costanza Crescimbeni. Ma i difensori della giornalista hanno precisato che indicheranno agli inquirenti anche altre responsabilità. Una vicenda dunque che potrebbe allargarsi e portare i magistrati a scandagliare dinamiche particolari interne alla tv pubblica.
• fonte Repubblica