Nina, appena quattordicenne, vittima di un abuso sessuale, si ritrova a vivere una gravidanza a sua insaputa e all’insaputa di tutti, ma quando il suo stato diventa evidente si manifesta in tutta la sua gravità. Nina punta il dito su chi, per tanti motivi, non avrebbe mai avuto la forza e la cattiveria di fare una simile azione.
Ma laddove impera la sordida ignoranza trionfa la grettezza umana, con i suoi modi di dire, di fare, nel tentativo di salvaguardare quelle apparenze che tanto potrebbero ledere al proprio onore… Resta, purtroppo, il silenzio, protagonista assoluto dell’intera vicenda. Un silenzio assordante, nel quale regna l’omertà che si insinua tra la gente: la paura di ammettere, di assumersi la colpa… È la storia delle identità nascoste, delle supposizioni, del “Si dice…”.
A seguito di ciò anni dopo verrà alla luce la verità, amara e deludente, come tutte le storie che andrebbero cancellate.
Nasce così il bellissimo romanzo, su base autobiografica, di Cinzia Trovato, La casa dei cento gradini, dalle note calde e drammatiche. Si tratteggia una Sicilia chiusa in una mentalità orgogliosa e timorosa di dimostrare le proprie fragilità, in cui spesso si tende a seppellire anziché a risolvere il problema e a celarsi dietro ipocrisie e false convenzioni sociali.
Maria Trovato, ma per tutti Cinzia, è nata a Palermo nel 1966 in una struttura di accoglienza per ragazze madri. Successivamente si trasferisce con i suoi genitori adottivi ad Alcamo, in provincia di Trapani, dove tutt’ora vive. La letteratura, la musica, la pittura e l’educazione fisica sono le sue passioni.
Ama circondarsi di libri, è un’accanita lettrice; coltiva questa passione fin dalla tenera età. La lettura da sempre è il suo rifugio, l’angolo in cui rintanarsi e sognare.
La casa dei cento gradini è la sua prima pubblicazione: drammaticamente autentico rivela la storia della sua vita, della sua adozione e delle sue fragilità.