Capita che aprendo un giornale in provincia di Varese si legga una notizia su Palermo: due giovani sposi palermitani che sposandosi hanno pensato di unire al progetto di vita insieme anche quello di non sottostare alle leggi della mafia. I coniugi Messina, così si chiamano, quando hanno deciso di sposarsi hanno pensato che bisognava fare tutto per bene, ed allora hanno comprato solo prodotti “pizzo free”, cioè si sono serviti di quella associazione di commercianti che non si piegano al pizzo, cosa lodevole dovunque, ma ancor di più in una città come Palermo. I signori Messina sono riusciti così bene nel loro intento che in questi anni hanno dato il loro contributo ad altri amici, che a loro si sono rivolti per seguire il loro esempio. Inoltre, hanno aperto in centro a Palermo un negozio che vende solo prodotti “pizzo free” o provenienti da terreni confiscati alla mafia. L’ultima iniziativa in programma per la famiglia è il battesimo del figlio, naturalmente seguendo le stesse regole del matrimonio. L’unica stranezza in questa storia è averla letta sulla “Prealpina” e non su un giornale siciliano, dove nonostante le ricerche non si trova traccia; le buone notizie pare non siano notizie degne di menzione, ma in questo periodo credo ci sia chi vuole leggerle.