Indagine “bocciata”

Scandalo parcheggi di Erice: la Cassazione cancella la misura cautelare che ha colpito il vice segretario comunale

Un quinquennio amministrativo parecchio movimentato, a causa di diverse inchieste giudiziarie, quello dell’amministrazione del Comune di Erice. Indagini che hanno scosso la politica ericina, ma non tutte si sono dimostrate fondate e non è emerso alcun verminaio come esponenti dell’opposizione hanno affermato in questi cinque anni, nell’aula consiliare e fuori dal Municipio, affermando di avere documenti esplosivi in mano. C’è stata anche una gola profonda, un imprenditore, Riccardo Agliano, che denunziò interessi personali del sindaco Daniela Toscano, e del fratello, Massimo, consigliere comunale a Trapani, nella gestione delle autorizzazioni per i parcheggi nella zona dei lidi di San Giuliano. La sua denuncia portò i Carabinieri e la Procura di Trapani a indagare sul cosiddetto “scandalo dei parcheggi”. Una indagine che continua a presentare risvolti clamorosi, ma non favorevoli per l’accusa. Il filone principale, quello che vide raggiunti dalla misura cautelare del divieto di dimora il sindaco e suo fratello, è finito in archivio. Daniela e Massimo Toscano non hanno commesso reati. Ma dopo il proscioglimento dei fratelli Toscano, con un colpo a sorpresa il pm titolare delle indagini, Franco Belvisi, ottenne nel dicembre scorso dal gip la misura cautelare per rivelazione di segreto d’ufficio per il vice segretario comunale di Erice, Leonardo Di Benedetto. E questo per avere inviato, durante la fase dell’indagine principale, al difensore del sindaco, attraverso la pec, l’accertamento dei vigili urbani presso l’area che Agliano voleva destinare a parcheggio. Secondo il pm Belvisi , il vice segretario comunale in questo modo aveva violato il dovere di segretezza. Per Di Benedetto scattò l’interdizione per un anno dalla funzioni , poi il Tribunale del Riesame ha ridotto a sei mesi il periodo di vigenza della misura cautelare. Ma ieri una decisione a sorpresa della Cassazione. Mentre per il prossimo 3 giugno dinanzi al gup è fissata una nuova udienza del processo (rito abbreviato) contro Di Benedetto, ieri la Cassazione ha cancellato la sussistenza dell’ipotesi di reato. I giudici hanno infatti accolto il ricorso dei difensori del funzionario comunale, avvocati Pasquale Contorno e Massimo Solaro. I giudici della Cassazione hanno cassato, senza rinvio, l’ordinanza del gip del Tribunale di Trapani ed anche il provvedimento del Tribunale del Riesame di Palermo. E questo anche su richiesta del sostituto procuratore generale, accusa e difesa in Cassazione si sono ritrovati sulla stessa posizione. Le motivazioni dei giudici della Cassazione sono chiare: Di Benedetto non avrebbe dovuto subire la misura cautelare, per l’assenza dei gravi indizi di colpevolezza, ma nemmeno doveva finire indagato. “Il reato – scrivono i giudici – non sussiste…il Tribunale del Riesame non ha fatto corretta applicazione del principio stabilito dalla stessa Corte a proposito di rivelazione di segreti di ufficio”. Di Benedetto non ha violato alcun segreto, in quanto “destinatario dell’informazione – hanno annotato i giudici – era il sindaco che per ragioni istituzionali aveva già avuto notizia dell’esito dell’accertamento dei vigili urbani…l’informazione trasmessa dal vice segretario comunale si limitava solo a tale atto protocollato e non si estendeva agli sviluppi della notizia di reato”. La Cassazione nella sua decisione ha evidenziato che “il delitto di rivelazione di segreto di ufficio sussiste quando la notizia viene portata a conoscenza di persona non autorizzata”. A questo punto il procedimento penale, la cui discussione dinanzi al gup è fissata per venerdì prossimo, nella scorsa udienza si è costituito parte civile l’imprenditore Agliano ed è stato citato a comparire il Comune di Erice come responsabile civile per il risarcimento del danno, potrebbe concludersi con il proscioglimento, le parti si ritroverebbero tra le mani una sentenza già scritta. La Cassazione ha restituito piena onorabilità ad un funzionario da tutti sempre riconosciuto come integerrimo. Una vicenda giudiziaria però non del tutto conclusa anche perchè sotto processo per minacce all’imprenditore Agliano si ritrova il marito del sindaco Toscano, Francesco Paolo Rallo, ma a giudizio si ritrova anche lo stesso Agliano per avere svolto lavori senza autorizzazioni nell’area che voleva attrezzare a parcheggio. La Toscano ha capeggiato in questi ultimi cinque anni la Giunta ericina certamente in mezzo ad acque agitate, anche a causa di un’altra inchiesta che nel febbraio 2019, prima che scoppiasse lo “scandalo parcheggi”, ha visto finire arrestato e condannato per corruzione, l’allora vice sindaco Angelo Catalano. Indagini che hanno smosso parecchio la politica ad Erice, sulle quali si sono innescate altre denunce e querele, politici parecchio litigiosi, ma non sono state le uniche. C’è stata anche l’inchiesta “Scrigno” della Procura antimafia, frutto di due informative una dei Carabinieri l’altra della Squadra Mobile, anche su politici ericini, che avrebbero “comprato” nel 2017 sostegno elettorale da esponenti mafiosi. Ma in questo caso, a differenza delle altre, l’indagine è arrivata a processo.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.