Erice, la rieletta sindaco di Erice Daniela Toscano concede la sua prima intervista e fa l’identikit della nuova Giunta
Sindaco Toscano, Lei è stata eletta senza un voto sicuro, quello Suo. Causa Covid, insorto improvvisamente l’ultima sera di campagna elettorale. Intanto come sta?
“Sto bene. Il Covid mi ha fermata davanti alla cabina elettorale. In un primo momento non l’ho presa bene. L’ho considerata una beffa, ma poi mi sono rassegnata ed ho seguito le procedure previste dal protocollo sanitario. Ne approffito per fare un nuovo appello. Il Covid c’è ancora. Dobbiamo continuare, pur nella libertà ritrovata, tutte le necessarie precauzioni per evitare il contagio. Deve emergere il nostro senso di responsabilità e la nostra capacità di rispettare gli altri”.
Tra i candidati a sindaco di Erice ha preso il maggior numero di voti ma è stata vittima del voto disgiunto, 200 voti in meno rispetto al totale delle tue otto liste. Ha idea di chi Le abbia negato il voto dentro la coalizione?
“Troppo davvero paradossale quest’analisi del voto. Come dire, sì hai vinto però hai pure perso. Ma che vuol dire? Come si fa a mettere in discussione l’esito di una competizione elettorale che mi ha consentito di vincere, ancora una volta, e sottolineo, ancora una volta, al primo turno. Prima con il 41% e poi con il 42%. Credo che sia un risultato che ben pochi sindaci in giro per l’Italia possono presentare. Ma dal giorno dello scrutinio c’è questa litania su una sorta di sconfitta nella vittoria. Solo da noi si può essere così bizantini. Lei mi chiede se ho individuato i “traditori”. Le rispondo di no, perché sono ancora alla ricerca di quelli di 5 anni fa! Anche in quel caso le liste hanno superato la mia percentuale. Il voto disgiunto è previsto dalla legge e ci sta. Per essere chiari. Non credo che sia stato organizzato, così sgombriamo il campo da qualche nebbia ericina. Ricorda le nebbie di qualche tempo fa? Guardi, polemizzo io. M’interesserei di più, perché oggettivamente più interessanti, di alcune affermazioni elettorali”.
Le è piaciuta questa campagna elettorale? Di fatto i suoi tre avversari erano coalizzati contro di Lei, qualcuno l’ha definita l’avatar di Tranchida così per denigrare politicamente la sua candidatura ma anche per indicarla come sottoposta al sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida.
“Questa storia ormai è vecchia. Ma c’è un punto che mi preme sottolineare. Affermazioni del genere offendono profondamente gli elettori ericini che, infatti, hanno riposto come dovevano. E’ un’assoluta mancanza di rispetto nei confronti di cittadini che hanno avuto, in questi anni, la possibilità di verificare sul campo l’azione di governo. Poi, se devo stare alle dichiarazioni del sindaco di Trapani, che ringrazio, sulle scuole e sugli impianti sportivi ericini, possiamo dire che l’allieva ha superato il maestro? Scherzo, perché non si può far altro che scherzare. Hanno condotto una campagna elettorale sui generis. Non volevano vincere, perché sapevano di non poter vincere, con proposte elettorali ed amministrative prive di contenuto e piene di risentimenti personali, ed allora puntavano al ballottaggio. Hanno provato a stravolgere lo spirito della legge che punta ad eleggere un sindaco, non a mandare qualcuno al secondo turno. Con la presunzione poi, di considerare il ballottaggio il grimaldello per sferrare l’attacco finale. Avrebbero perso anche al ballottaggio perché gli ericini sono cittadini ed elettori consapevoli ed hanno ben compreso di essere di fronte a proposte politiche che ricordavano tanto l’Armata Brancaleone”.
I promossi e bocciati dentro la coalizione che l’ha sostenuta e nelle altre liste?
“Ha vinto un progetto di buongoverno. Un lavoro difficile ma che ha dato risultati importanti e che ci consentirà di fare un ulteriore salto di qualità nei prossimi cinque anni. Il nostro è stato e sarà un gioco di squadra. Ognuno ha fatto la sua parte ed ha dato il massimo”.
Gli elettori hanno però disertato le urne, solo 51 per cento degli aventi diritto ha votato, 10 punti in meno rispetto al 2017, il voto è rimasto sostanzialmente in mano agli “addetti ai lavori”. Non so se condivide, ma noi vediamo il fatto come un problema da risolvere , il rapporto tra cittadini e il diritto/dovere del voto. Noi ci permettiamo di proporle questo tema come primo punto della sua agenda, ma ci interessa sapere se ha un’idea su come recuperare un pieno rapporto dei cittadini alla politica.
“E’ un tema estremamente importante che va affrontato dalla politica in tutte le sue articolazioni. Non c’è chi deve fare di più e chi meno. Sono sindaca di tutti gli ericini, anche di quelli che non mi hanno votato ed a maggior ragione di chi non è andato a votare. Sono stata criticata e sbeffeggiata per il mio porta a porta durante la campagna elettorale. Bene, annuncio che sarà una delle mie priorità. I cittadini vogliono confrontarsi e ci sarà la mia massima disponibilità a farlo. Intendo definire un piano d’azione con incontri periodi, quartiere per quartiere, zona per zona della città. E’ una questione che deve essere affrontata unitariamente. Sono aperta anche ad idee e proposte che arriveranno dalla minoranza. Sediamoci ad un tavolo e costruiamo un progetto unitario per ridurre le distanze tra la politica ed i cittadini. Ma facciamolo con onestà intellettuale e senza propaganda”.
Questo intanto sarà il suo ultimo quinquennio da sindaco, qual è il suo cronoprogramma?
“Il mio cronoprogramma è il progetto che abbiamo presentato agli elettori. Lì ci sono priorità e tempi. Lo seguiremo punto per punto confrontandoci con i cittadini e coinvolgendoli nelle scelte che saranno prese”.
I cittadini della vetta si sentono isolati dal contesto comunale, ma Erice vetta è davvero poco considerata? Cosa vorrà fare di più?
“Anche questa è una rappresentazione di comodo. La vetta ha i suoi problemi, che sono i problemi dei Comuni montani. Dica al Presidente Musumeci di finanziare la legge per le Zone franche montane. Gioca da mesi mettendo in discussione soluzioni decisive per incidere sullo spopolamento e per rilanciare le attività produttive. Da parte nostra abbiamo portato le scuole, abbiamo aperto alle famiglie con la possibilità di risiedere nel centro storico. Le politiche turistiche della Fondazione Erice Arte ci consentiranno di fare un ulteriore salto di qualità. Abbiamo puntato e punteremo sulla Montagna, se i piromani la lasceranno in pace. Abbiamo ottenuto diversi finanziamenti che hanno cambiato il volto del territorio della vetta. Non ci fermiamo, ma la storia di una vetta isolata, triste, abbondanata a sé stessa non si può proprio sentire. Perché è una menzogna!”.
Erice è famosa per il Centro Ettore Majorana. I suoi rapporti con il professore Nino Zichichi?
“I rapporto con il Centro sono ottimi. C’è una condivisione delle scelte, nella assoluta e necessaria autonomia, di come produrre politiche culturali e sociali per il territorio. La sinergia tra Centro e Fondazione Erice Arte è un punto fermo che va valorizzato. Ma tanto per essere chiari anche in questo caso. Qui non c’è nessuno che tira la giacchetta. Bisogna avere rispetto delle istituzioni e delle persone che sono state chiamate a gestirle e governarle”.
Erice è un territorio multiforme. C’è la montagna, il mare di Pizzolungo e San Giuliano, il rione popolare, la zona residenziale di Casa Santa, la campagna delle frazioni. Così peculiari che forse ci vorrebbe un sindaco a testa, possiamo dire “cercasi amalgama”?
“Possiamo dire che c’è un progetto che affonda le sue radici nel 2007 e che negli anni ha definito un programma di cambiamento che è stato messo alla prova dei fatti, vincendo la sfida. C’è una programmazione che guarda alle peculiarità di ogni parte della città ma dentro un sistema unico di governo del territorio. Erice deve crescere in tutte le sue componenti ed in tutte le sue articolazioni territoriali e lo sta facendo perché i finanziamenti che abbiamo ottenuto sono stati equilibrati rispetto alle esigenze di ogni zona della città. Non servono diversi sindaci. Serve un’idea di sistema che c’è e che i cittadini hanno continuato a premiare.
Domanda obbligatoria. A giorni deve definire la Giunta, ma è vero il divorzio dal vicesindaco Gianni Mauro? Se non vuole anticipare i nomi della Giunta, quale è almeno l’identikit?
“E’ una questione di metodo. Ho partecipato al voto indicando una squadra assessoriale legata sia alle liste che al risultato . Si parte dal patto di lealtà sottoscritto da tutti i coordinatori , avendo rispetto delle persone e soprattutto degli elettori. Non si tratta di specchietti per le allodole. Affronterò la questione all’indomani della proclamazione degli eletti con le forze della coalizione per garantire le soluzioni migliori per il bene di Erice. Non è un problema nominalistico ma politico e di programma”.
Una campagna elettorale fatta di scontri personali, i programmi sono rimasti per molti solo cose da stampare sulle brochure, c’è stato silenzio su mafia e massoneria che alle precedenti elezioni del 2017, come dimostrato da indagini giudiziarie, sono parecchio presenti. Perchè la politica nemmeno ci prova ad affrontare questi temi?
“Non mi risulta. Nel mio programma del 2017 ed in quello per il voto del 12 gugno si possono leggere interi capitoli dedicati alla lotta alla mafia. Ma ci sono le iniziative che abbiamo portato avanti in questi anni a dimostrare il nostro impegno su questo fronte. La politica deve essere la prima a fare argine, ma non può essere soltanto la sola a farlo. La politica deve dare il buon esempio ed essere trasparente ed al di sopra di ogni sospetto, ma non può essere la sola ad esserlo. E’ la società nel suo complesso che deve intervenire e le responsabilità sono di tutti, anche della società civile, dei comparti produttivi, del mondo delle professioni, di quello della stampa, della magistratura. Siamo tutti in gioco e tutti dobbiamo fare il nostro dovere”